giovedì 8 dicembre 2011

Recensione: Il diario delle fate

Bene, ragazzi... sono stata assente per un pò, non si può negare! XD

La vita a volte ci conduce su sentieri imprevedibili... ma niente paura, prima o poi, la mia via mi riconduce sempre qui, a parlare del genere letterario  più bello che sia mai stato inventato: il fantastico! :)

Vi parlerò stasera di un libro che ho finito ormai da un pò di tempo... si chiama "Il diario delle fate" (titolo originale "Exept the queen", delle due autrici Midori Snyder e Jane Yolen!





Si tratta di un urban fantasy (un urban fantasy VERO, dalle ambientazioni fortemente metropolitane) che a me è piaciuto molto, seppur con qualche riserva, dovuta essenzialmente al finale un pò tirato via e a un paio di trovate secondo me non proprio felicissime.
Dunque... i punti di forza di questo romanzo secondo me sono molti; primo fra tutti, l'originalità dell'impianto narrativo, che prevede l'adozione di punti di vista multipli (ma sapientemente domati e archittetati, mai miscelati o buttati lì alla rinfusa) e di narratori a volte interni, a volte esterni, a seconda del capitolo. L'esperimento riesce, la narrazione che ne consegue appare fin dai primi capitoli molto convincente e incalzante! Altra peculiarità (in realtà propria dell'urban fantasy) consiste nella miscela di elementi fantastici e folcloristici con elementi e tematiche tipiche del nostro mondo moderno, una commistione che si riflette bene anche nella scelta di mescolare il linguaggio forbito e "innocente" delle fate con quello, molto meno pulito e edulcorato, dei "giovinastri" tipici delle nostre strade (la sequenza in cui Baba Yaga insegna ad una stupefatta Meteora a parlare nell' "idioma locale" è semplicemente deliziosa, mi ha fatto collassare dalle risate! XD)
Mi sono piaciuti gli spunti di riflessione che le due autrici hanno buttato qua e là fra le pagine (ad esempio insistendo in modo particolare, ho notato, sulla questione della donna anziana che non viene più vista né percepita dalla società, se non nel momento in cui comincia ad agire in modo bizzarro, e cioé, dal punto di vista generale, a diventare "un peso").
Ho apprezzato l'originalità di alcuni personaggi, nonché di alcune battute (come quella pronunciata dalla giovane "sbandata" Sparrow: "A volte ululare alla luna E' affrontare le cose")
Ora, veniamo ai punti dolenti!
I caratteri di Meteora e di Serana non emergono mai con chiarezza, a tratti sembra quasi che le due sorelle siano intercambiabili! Il legame di simbiosi che c'era fra di loro emerge tutto ed è trattato con maestria dalle due autrici, certo: ma a volte, durante la lettura, facevo quasi fatica a ricordare quale delle due avesse commesso una certa azione. Paradossalmente, i due personaggi principali mi sono dunque sembrati i due meno convincenti di tutto il romanzo.
Altra nota negativa: il finale. La storia d'amore piantata lì alla bell'è meglio per risolvere tutti i mali del mondo non mi ha convinto, è inutile stare a girarci intorno!
Le scrittrici ci dicono che i due ragazzi si sono innamorati: ma noi non lo VEDIAMO mai, non lo intuiamo dai loro atteggiamenti (slanci ormonali esagerati a parte), lo deduciamo solo da quanto le autrici cercano disperatamente di darci ad intendere.

Giudizio personale: 8/10

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