venerdì 6 luglio 2012

Recensione: Il dono delle Furie




Le Furie, oltre a essere personaggi mitologici di chiara e indiscussa fama (ci tengo a precisarlo: non si sa mai che leggano queste mie parole e si offendano! XD) sono state protagoniste, nel corso del tempo, di altrettanti "drammoni" teatrali di ogni genere, risma e specie!
Ragion per cui, devo dire che non mi ha affatto sorpreso leggere, nelle brevi noti biografiche dedicate all'autrice, che Elizabeth Miles è un'appassionata di teatro... Sarebbe bastato forse l'accenno alle famose Erinni greche, unito al fatto che i vari capitoli del suo romanzo sono stati suddivisi in 3 "atti", per farmene venire il sospetto! ^^

Tuttavia, al contrario di quanto avveniva nelle tragedie classiche dei tempi antichi, i personaggi prescelti in questo romanzo per diventare le vittime privilegiate della specialissima attenzione delle 3 implacabili Furie che  ogni cosa sanno e nessuna cosa perdonano, non sono certo dei personaggi  "grandi" o "nobili" (non nel senso spirituale del termine, questo è sicuro! XD) e di certo non sono alle prese con nessun sentimento "alto"  o particolarmente delicato.
Nossignore: i protagonisti de "Il dono delle furie", signori e signore, sono piuttosto degli Sgallettati, ma di quelli con la "S" maiuscola, quel classico gruppetto di adolescenti alle prese con tempeste ormonali, crisi esistenziali dovute a improvvisi cali di popolarità, festini notturni nelle villette con piscina dei genitori assenti, partitelle di baseball, eccetera, eccetera.
Voglio dirvi la verità: nessuno di essi, soprattutto all'inizio, mi è risultato particolarmente simpatico, e in definitiva mi è venuto spontaneo fare il tifo per quelle tre squisitissime (e rompiscatolissime) Furie almeno una dozzina di volte... tuttavia, una cosa non si può negare: la Miles è stata senz'altro bravissima nel tratteggiare il carattere dei suoi personaggi, nello sfumarne la psicologia e descriverne le azioni, perché, benché particolarmente odiosi e/o irritanti, certamente questi personaggi sono incredibilmente coerenti e realistici; hanno, come si suol dire in questi casi, un'anima, e sono in grado di respirare benissimo sulla pagina.
Prima di tutto, c'è Emily, la protagonista.
Emily è una sedicenne piuttosto insicura, tormentata, patetica a tratti; certamente nessuno la menzionerà mai per un'eventuale candidatura al premio di Eroina dell'anno, però è anche vero che si tratta di una figura lontanissima dai cliché della buona e dolce protagonista dal cuore d'oro, immacolata e pura.
Emily, in moltissime occasioni (da quella Sgallettata coi Fiocchi che fondamentalmente è, e probabilmente sarà sempre! XD) si comporta da vera e proprio "bastarda" (abbiate pazienza, una parola più gentile per definirla non l'ho proprio trovata! XD). Non per questo, non si può dire che Emily non sia capace di regalarci, in altri momenti, degli esempi di virtù e/o di redenzione che ci fanno capire che, in fondo in fondo, se le Furie continueranno a metterci lo zampino, può anche darsi che da questa ragazzina "incasinata" e un po' frivola, un giorno possa venir fuori una donna come si deve (lo intravediamo nel finale, quando la ragazza - grazie a Dio! - mette da parte la scatoletta di Kleenex e la voglia di auto-compatirsi per qualche minuto e decide di darsi da fare per proteggere una buona volta le persone che le stanno a cuore).
Lo stesso si può dire per quasi tutti gli altri personaggi; quelli che mi sono piaciuti di più sono Gabby e, soprattutto, Drea (fosse per me, l'avrei promossa a protagonista dell'intera trilogia: e allora sì, che ne avremo viste delle belle! XD), mentre il meno riuscito è probabilmente J. D.
E qui si innesca un paradosso, probabilmente: perché J.D è senz'altro il personaggio più simpatico del libro, il più buono e innocente; ma, proprio per questo, risulta in definitiva forse anche la figura meno "realistica" e convincente, perché in lui non c'è alcune alternanza di bene e male, niente luce e ombra, niente carne e sangue: al contrario, J. D è fatto di zucchero e melassa, e questo, in soldoni, è un difetto che spicca parecchio!

La cosa che mi ha intrigato di più de "Il dono delle furie", ad ogni modo, è senz'altro l'intreccio, che si svolge con la cadenza ben regolata di un "copione" di qualità: la paura e l'irrazionale strisciano piano piano in quel di Ascension, così silenziosamente e subdolamente che, all'inizio, quasi nessuno ne sarà veramente consapevole... ma, a poco a poco, le Furie scenderanno in campo per davvero e, a quel punto, non sarà più possibile ignorarle, questo è sicuro! XD
Ho divorato l'ultima metà del romanzo in due giorni, ansiosa mio malgrado di scoprire come sarebbe andata a finire e cosa avrebbero architettato Tay, Ali e Meg ai danni di quella sgallettata di Emily Winters (e va bene, lo confesso: verso la fine, mi sono affezionata un po' anch'io a Em...  anche se, ve lo giuro, ho davvero cercato di non farlo, perché mi dava veramente ai nervi! XD) ...
... e adesso sono qui che mi domando quando vedremo arrivare il prossimo capitolo della "Trilogia delle Furie" anche da noi, visto che l'uscita di "Envy" negli USA è prevista per il prossimo settembre!




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