domenica 9 settembre 2018

Recensione: "Into the Drowning Deep", di Mira Grant



Romanzo (apparentemente) autoconclusivo
Disponibile in inglese

“Sette anni fa, la nave Atargatis è partita per un viaggio destinata a condurla presso le famigerate Fosse delle Marianne, con l’obiettivo di girare un “mockumentary” intenzionato a riportare in auge le antiche creature marine della leggenda. L’Atargatis è finito disperso in mare, assieme a tutto il suo equipaggio. Alcuni credono che si sia trattato di un imbroglio, di una presa in giro volta a far tremare i più creduloni; altri, l’hanno semplicemente etichettata come un’inevitabile tragedia marina.
Adesso, una nuova squadra è stata assemblata, con lo specifico incarico di scoprire cosa accadde, esattamente, quel terribile giorno di sette anni addietro. Ma, stavolta, nessuno di loro è lì per intrattenersi o intrattenere. Alcuni cercano di convalidare il lavoro di una vita. Altri inseguono la possibilità di prender parte alla più grande battuta di caccia del mondo. Altri cercano semplicemente la verità. Eppure, per l’ambiziosa, giovane scienziata Victoria Stewart, questo rappresenterà soprattutto il viaggio che le permetterà di scoprire il destino della sorella che ha perso in mare…”

Fan di “Alien” e “La Cosa”, drizzate bene le antenne: perché è ovvio che Mira Grant (alias Seanan McGuire, la recente vincitrice del Premio Nebula per lo straordinario “Every Heart a Doorway”) ha scritto questo romanzo pensando espressamente a voi/noi, e lo ha fatto in maniera stupefacente!
Voglio confessarvi un piccolo retroscena: in realtà, prima ancora di cominciare a sfogliare “Into the Drowning Deep”, ero già praticamente sicura che il romanzo mi sarebbe piaciuto… non fosse altro che perché ho adorato con tutto il cuore “Rolling in the Deep”, la novella introduttiva di cui avevo avuto già occasione di parlarvi qualche mese fa. Eppure, a lungo andare, il libro della Grant è riuscito addirittura a superare le mie più rosee aspettative…

La prima cosa che ci tengo a farvi sapere, è che questa ragazza è BRAVA, signore e signori. Intelligenza, passione, disciplina e ironia non le fanno sicuramente difetto… e nemmeno il talento, questo è poco ma sicuro.
La verità è che “Into the Drowning Deep” è quel genere di libro in grado di mettere seriamente alla prova le capacità cardiache di qualcuno. Suppongo che alcuni lettori potrebbero trovare l’inizio un po’ lento e ridondante, ma, a parer mio, l’introduzione serve a instillare in noi un senso di tensione e anticipazione a dir poco inestimabile. Personalmente, credo di aver rischiato di svenire almeno una volta o due durante la lettura, perché ero talmente sopraffatta dall’angoscia e dall’orrore suscitati dagli eventi messi in scena, da ritrovarmi costantemente a corto di fiato. 

Anche il taglio cinematografico della narrazione mi ha colpito, e sicuramente in positivo, dal momento che non sottrae nulla alla preziosa e ricca caratterizzazione dei personaggi… Personaggi che, manco a dirlo, mi hanno completamente conquistato (a partire da Olivia, con Tory e Luis subito appresso, e un nutrito gruppetto di altri comprimari a tenere egregiamente il passo. Senza contare che, per una volta, la ship che avevo in mente e che non credevo avrebbe realmente avuto modo di salpare – date le circostanze avverse - è riuscita a regalarmi un quantitativo di gioia e gratificazioni da lucciconi agli occhi…).

Se, da un lato, la trama potrebbe sembrare, a un primo esame superficiale, abbastanza convenzionale e “classica”, con il suo inesauribile repertorio di mostri, assedi, massacri, inghippi e colpi di scena, dall’altro posso assicurarvi di non aver mai letto nulla del genere. La volontà dell’autrice di ricondurre le origini della sua opera a una lunghissima tradizione di libri e film a tema “disastro marittimo” si combina infatti a un travolgente desiderio di infrangere moltissimi tabù e restrizioni solitamente associati a questo inflazionatissimo genere. L’importanza del cosiddetto “fattore di rappresentazione” della diversità incarna senz’altro un fondamentale aspetto di questa tendenza; non per niente, l’80% del cast di “Into the Drowning Deep” è rappresentato da personaggi disabili, di colore, gay, bisessuali, anziani o comunque appartenenti alle etnie più disparate.

Unica, piccola pecca: l’intreccio non si sottrae a una serie di cliché da film horror (benché di classe), fra cui la recidiva tendenza, da parte di alcuni comprimari, a prendere una lunga serie di decisioni stupide, pericolose e dagli esiti alquanto prevedibili. La maggior parte di queste scelte viene giustificata in nome della “curiosità scientifica”, e diciamo pure che, in alcuni casi, la spiegazione si rivela più che sufficiente… ma in altri no, a cominciare dalle fastidiose e frustranti reticenze dell’ambiguo signor Blackwell.

In estrema sintesiUn potente e irresistibile concentrato di tensione, brividi, “effetti speciali” e colpi di scena. Se amate l’horror, la fantascienza, i monster movies e il thriller claustrofobico di tipo più splatter, intelligente e “immersivo”, “Into the Drowning Deep” potrebbe decisamente fare al caso vostro… Leggetelo, leggetelo, leggetelo!







4 commenti:

  1. Ciao, Sophie, che piacere rileggerti. Come stai?
    Romanzo che non conoscevo, dati i miei problemi con le letture in lingua, e a questo punto spero vivamente lo traducano da noi. Sono curiosissimo.

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    1. Ciao, Mik! E' un piacerissimo anche per me! ^^
      Immagino di essermi concessa un altro dei miei famosi "momenti di latitanza"... speriamo che sia stato anche l'ultimo, anche perché, di solito, fasi come questa si accompagnano a momenti di scoraggiamento esistenziale e isolamento generalizzato abbastanza avvilenti, sigh! XD
      In ogni caso, giuro che la McGuire/Grant si è pienamente guadagnata il suo Premio Nebula... Spero anch'io che lo traducano anche da noi, perché confesso che mi piacerebbe rileggerlo - e parlarne un po' più nel dettaglio con tutti voi, naturalmente! :)

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  2. Bentornata :) spero che il momento di latitanza non si porti dietro troppi strascichi spiacevoli :*
    Il libro pare molto interessante, spero davvero che lo traducano (anche se alle brutte lo recupererò in lingua XD)

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    1. Grazie mille, Kate! <3 Lo spero tanto anch'io: per il momento so solo che, ogni volta che riesco a trovare le forze di trascinarmi di nuovo qui "a casa" sul Laumes'Journey, comincio immediatamente a sentirmi un po' meglio. Speriamo davvero che questo sia stato il mio ultimo "momento no", ehehe! ;D
      Il libro è fantastico! Qualsiasi cosa dovesse eventualmente uscire della Grant/McGuire, sarebbe un dono per noi poveri lettori italiani! *____*

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