martedì 30 giugno 2015

Recensione: "Fig"



Titolo: Fig
Autrice: Sarah Elizabeth Schantz
Serie: //
Disponibile: in inglese!
Trama: "Il mondo di Fig giace da qualche parte a metà strada fra realtà e fantasia.
Ma mentre osserva sua madre cadere sempre più preda del proprio disfacimento interiore, diventa difficile capire cosa è reale e cosa non lo è; quello che è divertente, e quello che è solo spaventoso.
Per salvare la mamma, Fig intraprende una feroce battaglia, determinata a riportarla indietro.
Lei sa che i suoi sacrifici quotidiani, tipo non toccare il metallo un giorno, o evitare l'acqua il successivo, sono gli unici modi per riuscire a curarla.
Il problema è che, durante il processo, durante tutti questi sacrifici quotidiani, Fig comincia a perdere se stessa, a isolarsi sempre di di più dai compagni di classe e a incoraggiare una serie di comportamenti autodistruttivi che la lacerano sempre di più...."
Le mie opinioni:
Come avrete notato, la trama di "Fig" non rientra esattamente nei canoni del mio tradizionale genere di lettura.
Eppure, ricordo di essere rimasta come folgorata dalla sinossi del romanzo d'esordio di Sarah Elizabeth Schantz: un po' perché, anche se soltanto alla lontana, la descrizione della protagonista mi faceva pensare alla Imp di "The Drowning Girl", uno dei personaggi che ho più cari al mondo (poiché mi rappresenta più di chiunque altro); e un po' perché (rivelazione!) soffro a mia volta di disturbo ossessivo-compulsivo,  da anni, e per tenere a bada l'ansia nel migliore dei modi possibile,  cerco sempre di leggere tutto quanto sia stato scritto sull'argomento, romanzi, raccolte di racconti o saggi.

"Fig" è un romanzo YA, anche se del genere più atipico che riuscite a immaginare.
La storia inizia quando la bambina, e voce narrante del libro, ha appena sei anni, e si apre con la (terrificante) sequenza in cui lei e sua madre fuggono a perdifiato nei boschi che circondano la loro casa.
La donna, Annie, è terrorizzata: è convinta che un branco di mostri stia dando la caccia a lei e alla sua bambina, e Fig, chiaramente, crede alle parole della madre e si lascia a sua volta trascinare dall'immaginazione.
Questo episodio, un'allucinazione cruda e delirante, inaugura un percorso di progressiva discesa nella follia per Annie; nel corso dei mesi che seguono, la bambina impara ad acquisire una spaventosa familiarità con la parola e i sintomi che identificano la malattia di sua madre (schizofrenia), e a fare i conti con i laceranti problemi psicologici che il graduale sgretolamento della sua figura di riferimento finiscono con l'innescare nella sua psiche.

Non vi mentirò: il libro della Schantz è molto, molto intenso (sono stata costretta ad asciugarmi gli occhi in più di un'occasione, per riuscire a proseguire nella lettura....), ma anche estremamente lento.
La vita di Fig è quella di una bambina ordinaria, costretta a subire un'infanzia traumatica, e destinata quindi, quasi per riflesso, a trasformarsi nella ragazza-ombra di ciò che sarebbe potuta diventare.
Fig subisce quindi la sua (quasi) inevitabile metamorfosi; comincia ad annullarsi, trascinata alla deriva dal proprio dolore e dalla propria confusione, da un senso di soffocamento e diversità ineluttabili; nel claustrofobico contesto del Kansas rurale degli anni Novanta, la ragazza diventa il Paria, l'Esclusa, la Solitaria, quel genere di persona in grado di osservare e comprendere molte cose, ma mai di esprimersi o costringere gli altri ad ascoltare.

Nell'arco del libro la seguiamo mentre cresce, ogni giorno funestato dal ricordo dell'adorata, amorevole madre ormai smarrita; ogni ora infestata dal fantasma di quel rapporto viscerale, totalizzante e appassionato che la legava a Annie, genitore prediletto e guida attraverso gli impervi sentieri del mondo.
La osserviamo quindi cadere preda, a soli dieci anni, del disturbo ossessivo-compulsivo, e assistiamo, impotenti e attoniti, alla crocifissione della sua Barbie in un cortile di scuola deserto e silenzioso, un atto inteso a invocare aiuto e gridare rabbia, e che pure viene liquidato con blando sdegno e ipocrita compassione da parte dei suoi insegnanti.
Sentimenti inutili, freddi, del tutto irrilevanti: Fig, strappata da sua madre, da quel grembo caldo che le ha donato la vita, comincia allora a lavorare, in segreto, al suo Calendario delle Ordalie... Un programma agghiacciante: ogni giorno una prova, ogni giorno un sacrificio, sempre un po' più logorante e ambizioso del precedente, per un anno intero.
Il suo patto segreto con l'universo: se riuscirà a completare ogni singolo rituale previsto per l'intera durata del 1986, allora le forze invisibili non potranno fare altro che concedere l'unico desiderio che il suo cuore affannato abbia mai cullato: riportare indietro sua madre, salvarla dal dolore della sua mente distorta e dall'oblio semi-perenne portato dai farmaci.

Il senso di solitudine che traspare dalle pagine di questo libro ha qualcosa di così sconfortante, di così angosciante, di così squisitamente familiare, da avermi quasi spezzato il cuore.
L'abilità stilistica della  Schantz si riflette nella sua capacità di parlare per immagini e metafore; alcune selle sequenze descritte in questo romanzo mi hanno fatto letteralmente stare male, e colmato di una tristezza inesprimibile.
Eppure...
Non so: immagino di aver provato del sollievo, anche; una sorta di profonda, dolce-amara consolazione, al pensiero di non essere stata, in fondo, l'unica bambina al mondo ad aver dovuto affrontare quel genere di problemi.
Immagino di aver tratto forza, conforto e coraggio dalla figura di questa silenziosa, ostinata, folle, vulnerabile anti-eroina dei giorni nostri; né l'indifferenza degli insegnanti, né il disprezzo dei suoi compagni si dimostrano mai, infatti, in grado di spezzare completamente  il suo spirito, e la tenacia di Fig si manifesta, secondo me, ogni singola volta in cui la ragazza riesce a tenere a bada le pulsioni che le gridano, dal fondo della mente, di farsi del male e cominciare a scavare nel proprio corpo una serie di sanguinanti graffi color rosso cremisi, al solo scopo di dimostrare a se stessa di essere ancora fatta di sangue e di carne, di essere ancora reale, e non uno sbiadito fantasma della se-stessa-che-non-sarà-mai-più.
 Si manifesta ogni volta che riesce, insomma, a trasformare quell'avido e cupo mostro annidato nel suo stomaco in un impulso creativo, qualcosa che la spinga a curare il suo bellissimo giardino e a a imparare a comunicare attraverso il linguaggio segreto dei fiori, visto che ormai le parole sembrano averle voltato definitivamente le spalle.

Per quanto riguarda gli altri personaggi, confesso di avere un debole per lo zio Billy, l'unico che sembra in grado di vedere Fig per quello che realmente è, pregi e difetti; una figura tenera, ruvida e rassicurante in un contesto di personaggi che restano completamente avulsi dal mondo privato e solitario della protagonista, sempre più alienata e abbandonata a se stessa.

Per concludere, oltre a un'eccessiva lentezza, tengo a far notare, fra i difetti principali del libro, l'uso esagerato di una certa enfasi retorica (specialmente nella prima parte), e la mancanza di una perfetta coincidenza fra l'età anagrafica del personaggio/voce narrante e la profondità di alcune riflessioni riportate. Per quanto sveglia e dotata di un QI sopra la media, una bimba di sette anni non dovrebbe essere in grado di razionalizzare e giustificare i propri comportamenti  come la narratrice riesce a fare, secondo me; ovvio che, con lo scorrere delle pagine, Fig comincia a crescere e il problema, di conseguenza, tende pure a perdere di rilevanza.

Giudizio personale: 8.0/10



8 commenti:

  1. Risposte
    1. Lo è, Mik... un po' lento nella prima parte, magari, ma decisamente profondo, commovente e delicato! <3

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  2. Interessante! Speriamo che lo traducano in italiano :)

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    1. Sarebbe davvero bello, Aenor! Teniamo le dita incrociate! :D

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  3. Sembra davvero molto, ma molto bello *__*

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    1. Mi ha suscitato delle emozioni davvero intensissime... è di certo una lettura che non dimenticherò tanto facilmente! <3

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  4. Non lo conoscevo, ma finisce dritto dritto in wish list (i miei commenti ai tuoi post sono tutti uguali! Smettila di parlare di libri che sembrano sempre così interessanti!!!!!!! :P)

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    1. Ahaha che ci vuoi fare, Sian... :D
      Ogni giorno mi dico che smetterò di cercare nuovi titoli per un po', considerando che pure la mia wish-list ormai è diventata una cosa insostenibile XD...
      Ma alla fine, la tentazione è trooooppo più forte di me! :P

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