Titolo: The Forest
Regia: Jason Zada
Cast: Natalie Dormer, Taylor Kinney, Yukiyoshi Ozawa
Anno: 2016
Anno: 2016
"Una ragazza americana
va in Giappone alla ricerca della sorella gemella, svanita in
circostanze misteriose in quel groviglio di alberi ai piedi del Monte
Fuji noto come "la foresta dei suicidi", la Aokigahara Forest..
E proprio lì, non attendendosi alla regola che vuole imperativo non
lasciare i sentieri battuti, se la dovrà vedere con forze oscure e
terrificanti"
Si chiama Aokigahara, o anche, più comunemente, Jukai, il “mare di alberi”, l'intricata esplosione di vegetazione che si estende lungo le pendici nord-occidentali del Monte Fuji, in Giappone.
Eppure, la maggior parte della gente la conosce semplicemente come “La Foresta dei Suicidi”, vale a dire il luogo in cui centinaia
di persone sono entrate, nell’arco dell’ultimo secolo, per togliersi la vita in
uno slancio di disperazione e tristezza insopportabile.
Per bizzarro (e inquietante) che possa sembrare, Aokigahara è
un posto reale, geograficamente collocabile, noto soprattutto, da un punto di
vista bio/ecologico, per il particolare silenzio che regna fra i suoi alberi e
per le sue caverne di ghiaccio.
Considerando la sua fama sinistra e i suoi precedenti inquietanti, appare
quindi quantomeno bizzarro che nessuno abbia partorito l'idea di girare un film horror ambientato fra le misteriose fronde della Foresta prima dell’arrivo di David Goyer, ideatore e produttore di “The
Forest”... eppure, amici miei, in realtà è proprio così che sono andate le
cose.
Goyer, che vanta all'attivo un
curriculum notevole in qualità di produttore, ma semplicemente spettacolare in
veste di sceneggiatore (è stato co-autore, fra gli altri, degli script di “Batman Begins”, “Man of Steel” e “Dark City”...),
ha scelto di affidare il progetto all'esordiente Jason
Zada, un regista che si è fatto per
lo più le ossa, fino a oggi, dirigendo cortometraggi e videoclip musicali.
Una mancanza di esperienza che, purtroppo, durante la visione di “The Forest” si fa acutamente sentire,
secondo me, dal momento che il film risente di un montaggio sincopato che non si addice al contesto. Anche se il più grosso difetto di “The
Forest”, a mio avviso, consiste nella sua sconcertante carenza di momenti
autenticamente spaventosi.
Non che il film di Zada sia da reputarsi un fiasco totale, intendiamoci.
Come thriller psicologico a sfondo
sovrannaturale, per buona parte della sua
durata assolve egregiamente alle sue funzioni: la trama ruota intorno al
viaggio in Giappone di Sarah, una giovane donna
americana interpretata da Natalie Dormer (nota soprattutto per aver
interpretato la parte di Cressida in “Hunger Games” e quella di Margaery Tyrell in “Game of Thrones”), e si lascia seguire senza troppe perplessità o
complicazioni.
La ragazza, accorsa in soccorso
della gemella Jess dopo aver ricevuto una funesta
telefonata da parte della polizia giapponese, scopre che la sorella è scomparsa
e decide di seguirla all’interno di Aokigahara.
Dopo essersi sorbita l’inevitabile
sfilza di ammonimenti e racconti
raccapriccianti da parte degli abitanti locali, Sarah si lascia condurre lungo
i tortuosi sentieri della Foresta, al fianco dell’esperta guida Michi (Yukiyoshi Ozawa) e dell'affascinante sconosciuto Aiden (Taylor Kinney, già intravisto in “Zero Dark
Thirty” e “Rock the Kasbah”).
Da questo momento in avanti, la sceneggiatura si brucia le carte migliori
e si sforza di costruire un clima di tensione che, effettivamente, riesce a
catturare l’attenzione dello spettatore… ma solo in parte.
Le infrequenti (e prevedibili) apparizioni non riscuotono grande
attenzione; la paranoia crescente di Sarah risulta vagamente interessante, ma
va’ per lo più sprecata a causa di una serie di dialoghi abbastanza insulsi.
“The Forest”, come horror, mi è
sembrato un po’ sottotono; banale, in quanto poco originale nelle sue scelte, e
troppo smanioso di attestarsi come il nuovo “The Grudge” del decennio.
C’è da apprezzare tuttavia lo sforzo, secondo me, di costruire un certo
alone di mistero intorno ai personaggi, e di corredare quantomeno le due
sorelle protagoniste di un background un minimo interessante.
Fra la prima parte del film e la seconda, inoltre, ho notato una
certa discontinuità qualitativa. Nel senso che per mezz'ora ho continuato solo
a chiedermi cosa diavolo ronzi nella
testa di certi produttori occidentali, e perché costoro facciano sempre del
loro meglio per fare la figura dei razzistoni arroganti e presuntuosi incapaci
di trattare il tema della differenza culturale con rispetto e senso del decoro.
Questo aspetto si attenua un po', per fortuna, a partire dall'inizio
effettivo dell'avventura di Sarah fra i boschi.
Il finale di “The Forest” mi è
sembrato inoltre abbastanza coinvolgente, tutto considerato, e la prova offerta
dalla Dormer relativamente decente.
Non lo considero un capolavoro, quindi, onestamente; ma confesso anche di
aver trovato le grida di delusione e sconcerto lanciate dai super-critici
spettatori americani leggermente esagerate….
Curiosità:
- Nel 1960, l'autore Seicho Matsumoto pubblicò un libro,
“Kuroi Jukai”, in cui il protagonista decide di suicidarsi nella foresta.
Da allora, il ritmo delle morti autoinflitte a Jukai ha
subito un'incredibile impennata… fino a cento persone all'anno!
- Gli yurei, gli spettrali fantasmi ammantati di bianco che
abbiamo imparato a conoscere tramite il cinema horror orientale, sono anime
infelici e tormentate, che possono essere scacciate solo dopo aver risolto il
conflitto che tiene ancorata la loro essenza al mondo mortale
- Nel film, Natalie Dormer veste i panni di due gemelle dai
caratteri quasi diametralmente opposti. E' stata proprio la possibilità di
interpretare due personaggi così diversi a stimolare l'attrice e a convincerla
ad accettare la parte…
Regia: 5.5/0
Sceneggiatura: 6.5/10
Cast: 5.5/10
Scenografia: 5.5/10
Coinvolgimento emotivo: 6.0/10
Colonna sonora: 5.0/10
Verdetto finale: 5.6/10
Girl Power:
Nel prossimo post, parleremo di:
Doppelganger, chi (o cosa) sono, e dove li abbiamo già incontrati...
Sembra interessante anche se il tuo punteggio è bassino! Forse una possibilità gliela darò comunque ;)
RispondiEliminaNon vedo perché no: c'è decisamente di peggio in giro là fuori e, una volta che si riesce a rassegnarsi al fatto che il film non è poi così spaventoso/inquietante come avrebbe potuto, considerando l'argomento, non è neanche poi così malvagio! ;D
EliminaLo attendo, ma non troppo. Oggi ho visto quello con Hawke e la Watson e mamma mia, che brutto. Lei un cane!
RispondiEliminaMmm... sai che sono poco sorpresa?! Sarò forse una delle due o tre persone nell'universo che non stravedono pazzamente per la Watson! XD
EliminaChe Ethan Hawke abbia preso parte a uno scempio, già mi stupisce un po' di più, invece! :(
Non sono sicura che lo guarderò.... in ogni caso, sarò pronta al peggio! ç_____ç
La regia di Amenabar resta ottima e Hawke non sfigura.
EliminaLa Watson smorfiosissima. Lei, la Kneightley e Barbara D'Urso hanno studiato insieme?
Ahaha probabilmente sì, Mik! :P
EliminaL'unica differenza, è che la Knightley è un po' come Nicholas Cage: se non altro, sa come scegliere i film e i registi giusti! :D
.... sono curioso...
RispondiEliminaAnch'io, di conoscere la vostra opinione! ;D
EliminaNonostante il voto credo che gli darò una possibilità.
RispondiEliminaE Poi la Dorner è brava.
La definirei brava anch'io... anche se non bravissima, almeno in questa occasione.
EliminaTi consiglio anch'io di dare al film una possibilità... l'ambientazione è di quelle intriganti, sul serio! ;D