Titolo originale: The Dark Matter
Autrice: Michelle Paver
Serie: //
Disponibile: anche in italiano, edito da Giano!
Trama: "In un giorno del 1937, in un locale londinese
vicino allo Strand, Jack Miller, giovane fisico, va incontro al suo
destino. Un destino che ha il volto di Algie Carlisle, Hugo
Charteris-Black, Teddy Wintringham e Gus Balfour. Giovani come lui,
eppure totalmente diversi, poiché non indossano come Jack un misero
vestito da sei ghinee, ma pantaloni Oxford e giacca di tweed, e non
hanno studiato a Londra, ma a Oxford e a Cambridge. Spinto da una
cronica mancanza di quattrini e da una ineliminabile irrequietezza, Jack
accetta la proposta dei quattro: fargli da operatore radio in una
spedizione tra i ghiacci dell'Alto Artico che, come tutte le avventure
concepite da ragazzi inglesi della buona società, viene ammantata di
scopi scientifici: studiare la geologia e le condizioni meteorologiche
di quella terra estrema. Provveduto agli approvvigionamenti, consultate
le mappe e fissato il luogo del campo base, la spedizione ha inizio.
Sotto una cattiva stella, tuttavia: il padre di Teddy Wintringham muore e
il giovane erede, "terribilmente sconvolto", prende la decisione di
rinunciare all'avventura. Raggiunta la Norvegia, i quattro ragazzi
rimasti si imbarcano su una nave capitanata dal signor Eriksson che non
esita a mostrare un grave turbamento non appena i giovani inglesi gli
indicano la meta da raggiungere: Gruhuken"
Michelle Paver è
un’autrice britannica, principalmente nota in Italia per le due serie di
romanzi YA “Cronache dell’era oscura”
e “Cronache dell’età del bronzo”.
Non tutti sanno che, nel 2011, il piccolo editore Giano ha deciso di tradurre e portare
nel nostro Paese anche il suo primo romanzo per adulti, “La materia oscura”; un romanzo del “terrore” la cui sinossi mi ha
sempre fatto pensare, chissà perché, al film “La Cosa” di John Carpenter.
Non che ci fosse un motivo particolare per questo felice
accostamento di pensieri: praticamente solo il riferimento a una spedizione nell’Artico, e l’allusione a
un imminente avvenimento di origini
sovrannaturali…
Qualche volta capita a tutti di prendere un granchio,
immagino.
E’ saltato fuori che “La
materia oscura”, alla resa dei conti, ha poco o forse nulla a che spartire
con il genere horror (potremmo definire “gotico” il romanzo della Paver, o
meglio ancora “soft gothic”, ammesso e non concesso che una simile categoria
possa esistere per davvero); più altro, sembra rifarsi infatti a “Le avventure di Gordon Pym”, e a una
lunghissima tradizione di racconti d’avventura/sovrannaturali molto popolari
negli anni in cui scriveva Poe.
Il giovane Jack,
un ragazzo ombroso, cupo, depresso e solitario, è un narratore al tempo stesso
accurato e potenzialmente inaffidabile. All’inizio, confesso di averlo
detestato un pochettino: pedante, pignolo, irascibile, delicato come una
femminuccia e tremendamente ossessionato dal suo astio nei confronti dei cani,
non lo reggevo e lo consideravo poco più di un ingenuo segretariuccio in preda
a impulsi megalomani…
Per fortuna, nel corso del romanzo il giovane va incontro a
tutta una serie di grandi cambiamenti, che sono riusciti a farmi rivalutare la
sua personalità, e verso la fine perfino a farmela apprezzare. Alla fine il suo
personaggio risulta abbastanza interessante e anticonvenzionale da tenere
avvinta l’attenzione del lettore, anche se lo stesso non si può dire dei personaggi
secondari, a mio avviso (il povero Gus,
in particolare, una sorta di controfigura scema del Di Caprio di “Titanic”, fa quasi sospirare per il
senso di pietà che ispira…).
La storia narrata ne “La
materia oscura”, per quanto mi riguarda, era potenzialmente stupenda.
Non credo che l’autrice sia riuscita a svilupparla come
avrebbe voluto o dovuto, purtroppo; il libro è lento, troppo lento, perfino una ghost story di stampo classico che si
propone di incentrare la sua principale ragion d’essere sull’atmosfera,
sull’introspezione psicologica e sulla graduale costruzione di un’aura di
suspense e di tensione.
Gli eventi si contano sulle dita di una mano; quelli interessanti, poi, si riducono a due o
tre in croce.
La Paver riesce a farci entrare gradualmente in sintonia con
le emozioni di Jack in maniera abile e sottile, questo si deve dire, e a trasmettere con
estrema chiarezza al lettore il senso di disagio che comincia a strisciare nel
suo cuore, quando il baldanzoso senso di entusiasmo e di scoperta nei confronti
di quella che sperava fosse un' indimenticabile avventura in
compagnia dei nuovo amici, comincia a degenerare lentamente in terrore e
paranoia.
Inoltre, per quanto mi riguarda, ho trovato lo stile della
Paver un po’ troppo “signorile”, garbato e asettico; non capisco neppure perché
il libro non sia considerabile a sua volta uno YA, dal momento che le tematiche
affrontate sono abbastanza edulcorate da stonare con i toni e le convenzioni
solitamente associate al genere delle ghost-story.
Trama: 6.5/10
Ambientazione: 7.5/10
Personaggi: 5.0/10
Stile: 5.5/10
Coinvolgimento emotivo: 6.0/10
Verdetto finale: 6.0/10
Girl Power:
Complimenti per la recensione! :) Questo libro non lo conoscevo e, se devo essere sincera, non mi ispira particolarmente (ma non sono una fan delle spedizioni nell'Artico) ma la tua recensione mi ha incuriosita :)
RispondiEliminaGrazie, Sian! ^___^
EliminaIo l'avevo inserito in lista un milione di anni fa (okay, magari così è un po' esagerato... diciamo pure nel 2011, quando è uscito! XD), ma mi ero dimenticata della sua esistenza fino a poche settimane fa! :P
Diciamo che è stata una lettura interessante... dal punto di vista emotivo, però, mi aspettavo qualcosa in più! :)