Danielle Cain, Vol. 2
Disponibile in inglese
“Danielle e i suoi
amici aspiranti cacciatori di demoni arrivano in una piccola città che ospita
una biblioteca occulta segreta gestita da un pugno di anarchici, e i cui
residenti affermano di essere tornati indietro dal regno dei morti. Quando la
squadra decide di intervenire e iniziare a indagare, Danielle e gli altri
finiscono per attirarsi le ire di un temibile negromante – un uomo le cui
azioni sconsiderate minacciano di innescare, forse, l’Apocalisse stessa.”
Nel secondo libro dedicato alle avventure dell’impavida
giramondo Danielle Cain (non osate
chiamarla Dani!!!), i nostri cacciatori
di demoni preferiti di sempre si ritrovano alle prese niente meno che con
un inquietante (e strampalato) caso di
negromanzia!
“The Barrow Will Send What it May” riprende a narrare le avventure della nostra protagonista e
dei suoi amici anarchici pressappoco
dallo stesso punto in cui li avevamo lasciati al termine di “The Lamb Will Slaughter The Lion”. In
teoria, le trame di questi volumi risultano talmente semplici e lineari da non
obbligare un eventuale lettore a leggerli nella sequenza prestabilita, ma io vi
consiglierei comunque di cominciare dall’inizio: un po’ perché ne vale la pena,
e un po’ perché il primo libro serve comunque a introdurre i vari personaggi e
lo straordinario spirito anticonformista,
rivoluzionario e “on the road” della serie.
Da un punto di vista personale, comunque, mi sono ritrovata
ad apprezzare “The Barrow Will Send What
It May” un filino più del suo predecessore, che pure era riuscito a
galvanizzarmi alquanto. Probabilmente perché ho finalmente imparato a capire (e
ad amare) gli squinternati e folli personaggi creati dell’iperattiva mente
della Killjoy, una combriccola di “soggettoni” punk dall’aria tosta e dalla
personalità assolutamente irresistibile. A cominciare da Danielle stessa, in
questo volume alle prese con tutta una serie di problemi scottanti: esistenziali,
magici, filosofici e… sentimentali, ovviamente, dal momento che la sua storia
con Bryn sembra destinata a prendere
una piega sempre più seria e inaspettata. Della sfaccettata personalità di Danielle,
in realtà ammiro e rispetto parecchie caratteristiche (la sua fiera e ostinata
indipendenza su tutte), ma alla fine dei giochi sono stati soprattutto il suo piglio ironico e la sua navigata e
trasandata aura da “sono-una-dura-ma-non-troppo”
alla Wynonna Earp, a conquistarmi completamente.
Ad ogni modo, e ovviamente sempre a parer mio, le spumeggianti interazioni fra i
personaggi e i frizzanti dialoghi intrisi
di irresistibile humor nero riescono
a bilanciare perfettamente l’assenza di un intreccio particolarmente stimolante.
Fra l’altro, in “The Barrow Will Send What it May”, sembra proprio che l’autrice abbia raddoppiato gli sforzi per
iniziare a porre le basi di una mitologia
solida e convincente: il ruolo della magia, degli evocatori e degli enigmatici “spiriti
eterni” sta finalmente iniziando ad acquisire un significato chiaro e inequivocabile,
e sinceramente a questo punto non vedo l’ora di scoprire quali altre
incantevoli diavolerie/implacabili creature immortali la Killjoy abbia tenuto in
serbo per le prossime storie di Danielle e compagni.
In estrema sintesi: Una combriccola di anarchici ai margini
della società decide di rimboccarsi le maniche e mettere su un’esuberante
attività di cacciatori di demoni. Nel complesso, la trama di "The Barrow Will Send What it May" si
dimostra, come quella del suo predecessore, estremamente lineare e facile da
seguire, ma altri elementi (fra cui il taglio ironico della narrazione, i
dialoghi brillanti e un variegato cast di adorabili personaggi) si rivelano in
grado di compensare la maggior parte dei difetti.
Nessun commento:
Posta un commento