domenica 22 aprile 2018

Recensione: "The Barrow Will Send What It May", di Margaret Killjoy



Danielle Cain, Vol. 2
Disponibile in inglese

“Danielle e i suoi amici aspiranti cacciatori di demoni arrivano in una piccola città che ospita una biblioteca occulta segreta gestita da un pugno di anarchici, e i cui residenti affermano di essere tornati indietro dal regno dei morti. Quando la squadra decide di intervenire e iniziare a indagare, Danielle e gli altri finiscono per attirarsi le ire di un temibile negromante – un uomo le cui azioni sconsiderate minacciano di innescare, forse, l’Apocalisse stessa.”


Nel secondo libro dedicato alle avventure dell’impavida giramondo Danielle Cain (non osate chiamarla Dani!!!), i nostri cacciatori di demoni preferiti di sempre si ritrovano alle prese niente meno che con un inquietante (e strampalato) caso di negromanzia!

The Barrow Will Send What it May” riprende a narrare le avventure della nostra protagonista e dei suoi amici anarchici pressappoco dallo stesso punto in cui li avevamo lasciati al termine di “The Lamb Will Slaughter The Lion”. In teoria, le trame di questi volumi risultano talmente semplici e lineari da non obbligare un eventuale lettore a leggerli nella sequenza prestabilita, ma io vi consiglierei comunque di cominciare dall’inizio: un po’ perché ne vale la pena, e un po’ perché il primo libro serve comunque a introdurre i vari personaggi e lo straordinario spirito anticonformista, rivoluzionario e “on the road” della serie.

Da un punto di vista personale, comunque, mi sono ritrovata ad apprezzare “The Barrow Will Send What It May” un filino più del suo predecessore, che pure era riuscito a galvanizzarmi alquanto. Probabilmente perché ho finalmente imparato a capire (e ad amare) gli squinternati e folli personaggi creati dell’iperattiva mente della Killjoy, una combriccola di “soggettoni” punk dall’aria tosta e dalla personalità assolutamente irresistibile. A cominciare da Danielle stessa, in questo volume alle prese con tutta una serie di problemi scottanti: esistenziali, magici, filosofici e… sentimentali, ovviamente, dal momento che la sua storia con Bryn sembra destinata a prendere una piega sempre più seria e inaspettata. Della sfaccettata personalità di Danielle, in realtà ammiro e rispetto parecchie caratteristiche (la sua fiera e ostinata indipendenza su tutte), ma alla fine dei giochi sono stati soprattutto il suo piglio ironico e la sua navigata e trasandata aura da “sono-una-dura-ma-non-troppo” alla Wynonna Earp, a conquistarmi completamente.

Ad ogni modo, e ovviamente sempre a parer mio, le spumeggianti interazioni fra i personaggi e i frizzanti dialoghi intrisi di irresistibile humor nero riescono a bilanciare perfettamente l’assenza di un intreccio particolarmente stimolante. Fra l’altro, in “The Barrow Will Send What it May”, sembra proprio che l’autrice abbia raddoppiato gli sforzi per iniziare a porre le basi di una mitologia solida e convincente: il ruolo della magia, degli evocatori e degli enigmatici “spiriti eterni” sta finalmente iniziando ad acquisire un significato chiaro e inequivocabile, e sinceramente a questo punto non vedo l’ora di scoprire quali altre incantevoli diavolerie/implacabili creature immortali la Killjoy abbia tenuto in serbo per le prossime storie di Danielle e compagni.

In estrema sintesi: Una combriccola di anarchici ai margini della società decide di rimboccarsi le maniche e mettere su un’esuberante attività di cacciatori di demoni. Nel complesso, la trama di "The Barrow Will Send What it May" si dimostra, come quella del suo predecessore, estremamente lineare e facile da seguire, ma altri elementi (fra cui il taglio ironico della narrazione, i dialoghi brillanti e un variegato cast di adorabili personaggi) si rivelano in grado di compensare la maggior parte dei difetti.





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