giovedì 20 settembre 2018

Recensione: "Catwoman - Soulstealer", di Sarah J. Maas



DC Icons, Vol. 3
Disponibile in inglese

"Due anni dopo essere sfuggita ai bassifondi di Gotham City, Selina Kyle torna in città nei misteriosi panni della ricca Holly Vanderhees. Qui, apprende rapidamente che Batman è stato costretto ad allontanarsi per portare a termine una missione dall'importanza vitale, e che Batwing è stato lasciato a prendersi cura della città al suo posto.
Il che, dal punto di vista di Selena, significa che Gotham è pronta a essere conquistata.
Nel frattempo, Luke Fox vuole dimostrare di avere ciò che occorre per aiutare la gente nel suo ruolo di Batwing. Prende quindi di mira una nuova ladra, appena emersa sulla scena, che sembra più scaltra e accorta di tanti altri. A quanto pare, la donna ha fatto squadra con Poison Ivy e Harley Quinn e, insieme, le tre giovani stanno seminando nei quartieri una vera e propria ondata di panico..."


Ho letto “Catwoman: Soulstealer” un paio di mesi fa. Non ne conservo un ricordo particolarmente incisivo, per cui non ero sicura al 100% di voler scrivere questa recensione… Sennonché, alla fine dei giochi, mi ritengo una persona abbastanza puntigliosa (anche se in molti non lo indovinerebbero mai…), per cui proprio non riuscivo a sopportare l’idea di non arrischiarmi a spendere qualche parola a proposito di questo terzo volume della serie “DC Icons”… soprattutto dopo avervi diffusamente parlato di “Wonder Woman: Warbringer” (che ho adorato) e di “Batman: Nightwalker” (che mi ha tediato alquanto).

Ad ogni modo… “Soulstealer” è il primo romanzo di Sarah J. Maas che sia riuscito a capitarmi fra le mani. Devo confessare che ero piuttosto curiosa di scoprire cosa questa popolarissima autrice americana sarebbe riuscita a tirare fuori dal cilindro in un’occasione del genere. Mi sono pertanto convinta che questo avventuroso young adult dedicato a una delle più celebri anti-eroine di casa DC avrebbe potuto offrirmi un’ottima occasione per cominciare a valutare le abilità stilistiche della Maas, e – soprattutto – per iniziare a capire se fra il suo modo di scrivere (e di pensare) e il mio modo di leggere (e di concepire la narrativa) potrebbe effettivamente sussistere un certo grado di sintonia.

E… bé, che cosa posso dire?

Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, forse farei meglio ad accantonare subito qualsiasi remota idea di approcciarmi, un giorno, alla famosa serie fantasy inaugurata da “Il Trono di Ghiaccio”.
Perché per me “Soulstealer” si è rivelata – spero che non me ne vogliano le numerose fan della Maas eventualmente in ascolto– una cocente delusione, peraltro praticamente su tutta la linea.

Il prologo, di per sé, ha rappresentato per me una sorta di shock: scritto in una maniera talmente sciatta e indolente da farmi scorrere un autentico brivido di apprensione lungo la schiena, e condito dal maggior numero di cliché possibili nell’arco di venti pagine o giù di lì. Per fortuna, a lungo andare la qualità della prosa ha preso a migliorare (anche se in maniera assai discontinua e irregolare, per cui effettivamente alcuni capitoli reggono molto meglio di altri), e l’intreccio ad acquisire una parvenza di senso.
Pressappoco.
Più o meno.
Per così dire.

Il problema principale (ma non l’unico, e sicuramente nemmeno il più vistoso) di “Soulstealer”, a mio avviso, è che la trama fa semplicemente acqua da tutte le parti. Ammesso che di trama si possa parlare, quando, in realtà, i due terzi del romanzo potrebbero descritti nel modo che segue: “Selena decide di derubare una banca a caso. Le sue amiche Poison Ivy e Harley Queen le danno una mano. Il prode Batwing le insegue… facendo la figura dello scemo una volta dietro l’altra”.

I personaggi descritti dalla Maas, per giunta, non hanno un granché a che fare con quelli “originali” dei fumetti che tutti conosciamo – non che questa sia una grande novità, considerando quanto già avveniva nel caso del quasi-altrettanto-penoso Nightwalker” di Marie Lu.
Ma credo che la Selena Kyle di “Soulstealer” riesca a rappresentare un caso particolarmente eclatante, in questo senso. Tanto per cominciare, ogni parvenza di moralità ambigua relativa alle sue azioni viene giustificata (e, per logica conseguenza, annullata) dal fatto che dietro tutti i suoi crimini si nasconde, in realtà, una motivazione talmente nobile e altruista da renderla praticamente una santa benefattrice patrona di Gotham City. E poi, alla nostra impavida adepta della Setta degli Assassini (qualcuno mi passi subito Sarah Lance al telefono, per favore…), non capita veramente mai – e dico MAI – di sbagliare una mossa, di fare il passo più lungo della gamba, di perdere una schermaglia verbale. Selena non ha mai torto. Non prende mai un granchio, e quando combatte non si accontenta di vincere: a prescindere dalle circostanze avverse (anche quando la ragione suggerirebbe che sarebbe infinitamente più verosimile il contrario), Selena riesce infatti a surclassare le abilità e i poteri di qualsiasi nemico le si pari davanti. Non abbandona mai una conversazione senza prima essersi assicurata di aver avuto l’ultima parola; elabora arzigogolati piani degni di Megamind, solo che i suoi riescono sempre a prevalere, senza mostrare il minimo accenno di sbavatura.

L’unico che riesce a dimostrarsi ancora più irritante e becero di lei, in definitiva, è Luke Fox, alias Nightwing (un personaggio di cui, per amor di onestà, confesserò adesso di non aver mai neanche sospettato l’esistenza, prima della lettura di questo libro). Il Nightwing di Sarah J. Maas è per lo più una versione in copia-carbone del James Olsen che tutti conosciamo (e che nessuno ama) dalla serie “Supergirl”. Il livello di alchimia fra lui e Selena riesce quasi – dico, quasi – a farci rimpiangere quello che lega Guardian a Lena Luther nel medesimo show televisivo. Il che vuol dire che praticamente non esiste, e che la Maas si è presa la briga di inserire una componente “romance” nel suo libro soltanto per motivi di adempienza contrattuale.

Il personaggio di Poison Ivy mi è piaciuto un po’ di più – soprattutto perché mi ha fatto una grande, grandissima tenerezza. Ehm… Il che, considerando di chi stiamo parlando, potrebbe anche non rappresentare un fattore poi tanto positivo.
Il “restyling” forzato di Harley Quinn in chiave YA, viceversa, mi è parso una roba da occhi sbarrati e mani nei capelli: dal rango di icona pop dei giorni nostri, la vediamo qui confinata nel discutibile (e strettissimo) ruolo di “stizzosa bruta armata di mazza da baseball con la passione per il trucco pesante/interesse romantico un po’ indeciso della migliore amica della protagonista”.

E, tanto per concludere, penso che sarebbe bello – ma veramente una gioia, per la mente e per il cuore – se, per una volta, un’autrice intenzionata a scrivere un libro basato, al 70%, su scene di combattimento, scontri e inseguimenti a rotta di collo su per i tetti dei palazzi, si sforzasse di imparare a scrivere una sequenza d’azione degna di questo nome. Così, tanto per cambiare.
So per certo che Leigh Bardugo ci è riuscita (fra gli imprecisati e nebulosi “scivoloni” di “Ghiaccio e Tenebra” agli adrenalici e frizzanti exploit di “Warbringer” passa veramente un abisso, ragazzi…), per cui, forse, non è che stavolta io stia proprio chiedendo l’impossibile, giusto?

In estrema sintesi: Scialbo, ripetitivo e poco ispirato, “Soulstealer” rappresenta un biglietto di sola andato per il più lunatico e impersonale giostrone a tema DC che vi riesca di immaginare.  Leggetelo per completare la serie dedicata alle “DC Icons”, o sfruttatelo per re-immergervi nelle adolescenziali (e pasticciate) atmosfere stile “Arrowverse” durante una pausa dei vostri supereroi preferiti dagli schermi della tv…


8 commenti:

  1. Fan di Sarah Maas presente!
    Però non ti lincio, tranquilla xD Non ho letto il romanzo e sicuramente lo farò in seguito, però devo ammettere che non mi convince, principalmente perché alcuni elementi sono presi dalla sua serie "il trono di ghiaccio" e rielaborati in chiave più o meno diversa O_O la protagonista si chiama Celaena (la pronuncia è più o meno la stessa di Selena) ed è un'assassina (nei racconti prequel fa parte della gilda degli assassini). Ma non solo questo, anche di carattere sembrano abbastanza simili. Insomma, ho come l'impressione che la Maas abbia riciclato una sua idea perché poco ispirata O_O
    però è un peccato che tu abbia deciso di non approcciarti alla serie Il trono di ghiaccio, è molto valida e ben costruita (lo giuro XD)!

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    1. Ahahaah grazie mille per la comprensione, Giusy! ;D
      Urca, però: quanti punti in comune, effettivamente, fra questo libro e i suoi romanzi precedenti. Soprattutto le due protagoniste, sembrano una coppia di sorelle gemelle: probabilmente hai ragione, la Maas potrebbe anche aver accettato di lavorare a questo progetto delle DC Icons solo per motivi economici, o magari di prestigio, o per fare un favore a qualcuno, o chissà che altro. Di sicuro non mi è parsa un granché in forma, o particolarmente ispirata...
      Magari i fumetti originali della DC non le piacciono neanche più di tanto! XD
      Comunque mi fido, quando dici che sicuramente "Soulstealer" non è il suo libro più riuscito. E infatti non si sa mai: sono una lettrice abbastanza lunatica, quindi può ben darsi che presto o tardi decida di buttarmi su "Il Trono di Ghiaccio" in ogni caso... Tanto più che, ormai, ho anche già comprato il primo volume! :D

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    2. Mi fa piacere! Se posso consigliarti, inizia dalle novelle prequel che sono molto ben fatte. A me è piaciuto tantissimo "Il trono di ghiaccio", ma sono consapevole del fatto che i difetti da "primo volume di una saga" non manchino ^_^"

      ps. ho organizzato un gruppo di lettura della serie insieme ad altre blogger. Al momento stiamo leggendo proprio le novelle e siamo quasi arrivati alla terza. Quindi, se vuoi, puoi unirti a noi ^_^

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    3. Grazie, Giusy! Allora seguirò senz'altro il tuo consiglio, e partirò proprio dalle novelle! ^^
      Oh, ma è splendida l'idea della lettura in compagnia... Non sono del tutto sicura di riuscire a unirmi al gruppo (soprattutto considerando il fatto che partirei in ritardo, e che ho accumulato parecchie letture arretrate...), ma se non si tratta di novelle particolarmente lunghe, quasi quasi ci faccio un pensierino! :D Grazie davvero! ^^

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  2. Uno dei problemi della Maas è che le sue eroine tendono ad essere delle Mary Sue galattiche: bellissime, abilissime, intelligentissime, amatissime. Mi pare di capire che non è un difetto che le interessa correggere XD
    Ma questa collana non potevano darla in toto alla Bardugo? Per ora è l’unica che ha tirato fuoro qualcosa di buono.

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    1. Infatti! :(
      Delle tre, finora la Bardugo mi è parsa l'unica vagamente interessata a confezionare un prodotto intelligente e, soprattutto, a non limitarsi a uscirsene fuori con l'ennesima copia carbone di mille YA già letti e riletti in precedenza...

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  3. Su questa serie ho le idee alquanto confuse... non sono una fan dei supereroi, se fosse per me la marvel sarebbe già fallita da un pezzo, ma alcuni degli autori non mi dispiacciono e sarei curiosa di leggere cosa hanno combinato... e continuo ad oscillare tra questi due poli senza mai decidermi. Sicuro è che se dovessi iniziare, non inizierei dalla Maas, perché io con lei ho un rapporto di amore e odio, che è più odio che amore, a dire il vero. Comunque mi spiace che questa lettura si sia rivelata così deludente!

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    1. Grazie, Sian! ^_____^
      Mmm... fammi pensare: secondo me "Warbringer" (il libro della Bardugo dedicato a Wonder Woman) è quello che si avvicina un po' di più allo spirito e al ritmo dei famosi film Marvel. Gli altri tendono a somigliare più che altro a un paio di episodio delle serie televisive DC (Arrow, Flash, Supergirl, eccetera)! :)
      Si tratta comunque di letture abbastanza scorrevoli e "veloci", per cui non si sa mai: magari un giorno potresti farci un pensierino! ^^

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