lunedì 28 marzo 2022

Recensione: "Dead Silence", di S. A. Barnes

Dead Silence” è un elettrizzante libro horror/sci-fi di S.A. Barnes, ambientato nello spazio profondo e ispirato ad alcuni fra i più grandi classici della narrativa e del mondo del cinema: “Shining”, “Titanic”, “Alien”, “Gravity”...

Un survival horror che è praticamente un blockbuster, e che, tuttavia, riesce a elevarsi al di sopra della stragrande maggioranza di titoli affini grazie all’impeccabile uso del suo narratore inaffidabile, alla sua inquietante atmosfera claustrofobica e allo sviluppo di una trama talmente incalzante e coinvolgente da rischiare seriamente di creare dipendenza!


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La trama

Claire Kovalik è a un passo dal ritrovarsi senza lavoro. La sua figura professionale, ormai, è diventata obsoleta: ben presto, la sua squadra di “riparatori” spaziali verrà sostituita da un sistema automatizzato, e a lei non resterà altro da fare se non tornare sulla Terra e rassegnarsi a un impiego d’ufficio dietro una comoda scrivania.

Ma, nel bel mezzo della sua ultima missione fra le stelle, la squadra di Claire intercetta un segnale di soccorso proveniente da una nave sconosciuta.

Claire, che non ha più nulla da perdere (e nessun desiderio di rimettere piede sulla Terra), decide di investigare.

Il team fa quindi una scoperta scioccante, e si imbatte nell’Aurora, una famosa nave spaziale da crociera scomparsa, nel pieno del suo viaggio inaugurale, insieme al suo carico di personalità di spicco, membri dell’alta società e piccole celebrità del mondo dello spettacolo.

Un incidente avvenuto vent’anni prima, e di cui mai nessuno era riuscito a svelare il mistero.

Poiché nello spazio vige una regola su tutte – “chi lo trova, se lo tiene” – Claire e il resto della squadra decidono di sbarcare sul ponte della Aurora e procurarsi le prove necessarie a rendere legale e vincolante il loro ritrovamento.

Ma basta un’occhiata per rendersi conto che, a bordo dell’Aurora, c’è qualcosa che non quadra.

Sussurri nell’oscurità. Ombre in movimento. Messaggi inquietanti scribacchiati con il sangue.

Claire dovrà lottare con le unghie e con i denti per rimanere aggrappata alla propria sanità mentale, ma anche per scoprire cos’è veramente accaduto a bordo dell’Aurora... prima che il suo equipaggio vada incontro allo stesso destino.

 

“Dead Silence”: la recensione

L’immagine che apre il romanzo di S. A. Barnes è talmente primordiale ed espressiva da rendere immediatamente chiaro quale sarà il tema della narrazione: un’istantanea della sua protagonista, Claire, sospesa nello spazio. Un cavo sottilissimo costituisce il suo unico legame con la sua nave e, soprattutto, con le persone che la aspettano a bordo.

Claire tiene molto al suo equipaggio. Li considera quasi una famiglia; l’unica che le sia rimasta, dopo che un’esperienza traumatica della sua infanzia le ha portato via tutto il resto... anche se lei dubita seriamente che i suoi colleghi siano disposti a vederla allo stesso modo.

Ma, ormai, Claire sta per perdere il lavoro, insieme a ogni speranza di continuare a fare quello che ha sempre desiderato, o di vivere come ha sempre sognato. Così, a poco a poco, il suo collegamento con la realtà, comincia a farsi più fragile e intermittente; ed ecco che la mano della donna comincia a spostarsi -  dapprima timidamente, poi sempre con maggior convinzione - verso il cavo che le impedisce di perdersi definitivamente fra le stelle.

Sganciarlo potrebbe rappresentare un piccolo passo per l’umanità, un grande passo per il suo sogno inconfessabile di rinunciare a tutto e lasciarsi scivolare via nell’oscurità una volta per tutte...

Dead Silence” comincia così, all’insegna dell’eterna dicotomia fra l’istinto di sopravvivenza e il desiderio di morte; fra la voglia di lottare e la tentazione di piegare le ginocchia e rimanere a terra.

Un’immagine vividissima, viscerale e universale, che mi ha scaraventato al centro della narrazione con la forza di un motore propulsore, incoraggiandomi a divorare i capitoli del romanzo uno dopo l’altro...

 

In the dark...

Ma sia messo agli atti il fatto che “Dead Silence” si propone di essere, sopra ogni altra cosa, un romanzo deliziosamente terrificante; la storia di una nave spaziale infestata che galleggia a centinaia di milioni di anni luce da tutto ciò che la nostra specie conosce, di cui ha bisogno per sopravvivere e prosperare.

Nel corso del suo romanzo, S. A. Barnes riesce a regalarci parecchi jump scares, quasi tutti efficaci, e lo fa con la grazia consumata di un’autentica maestra del brivido.

Dopotutto, durante la lettura, la suspense comincia ad avvolgersi intorno al petto del lettore come una specie di coperta bagnata; e quel senso di ansiosa aspettativa, di febbrile anticipazione, non fa altro che crescere esponenzialmente con lo scorrere dei capitoli – e, chiaramente, delle scioccanti rivelazioni che attendono l’equipaggio a bordo dell’Aurora.

Claire, dal canto suo, incarna una protagonista al tempo stesso forte e vulnerabile. I suoi punti di debolezza controbilanciano perfettamente le sue qualità, per cui il lettore viene scaraventato in un vortice di dubbio costante: riuscirà la donna a superare le mille (e agghiaccianti) prove che la aspettano fra i tetri corridoi dell’Aurora? Oppure soccomberà alle sue paure, lasciandosi definitivamente consumare dai suoi demoni?

Il suo conflitto interiore è talmente realistico, talmente convincente, da evocare in chi legge uno stato di imprevedibilità assolutamente magnetico.

Per scoprire il finale, puoi soltanto continuare a leggere fino a perdere ogni cognizione del tempo, e rassegnarti all’idea di trascorrere una paio di notti insonni.

Ma ne vale la pena...

Insomma, se vi piace il genere, se pensate che film come “Sunshine” e “Prometheus” siano fin troppo sottovalutati, provate a leggere “Dead Silence”: vi lascerà senza fiato! ;D



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