mercoledì 13 giugno 2012

Recensione: Gli dei delle origini




Dunque... "Gli dei delle origini" è il primo libro della "Saga dei sognatori" di David e Leigh Eddings.
Pur essendo quello di David Eddings  uno dei nomi più noti e amati dal grande pubblico appassionato di fantasy, ammetto molto candidamente che questo è il primo romanzo suo che leggevo: forse perché Eddings, pur avendo uno stile molto particolare, che comunque cerca di fare molta leva sull'ironica sfaccettatura di personaggi eccentrici e un po' bizzarri, resta comunque un autore di fantasy di stampo molto "classico", sotto moltissimi punti di vista...  e decisamente in questo periodo non mi sento molto in vena di libri che ricalchino gli inarrivabili modelli tolkeniani: preferisco di gran lunga romanzi che se ne distacchino, quanto più possibile, per arrivare a percorrere strade un po' più "personali" e innovative.

Ad ogni modo... "Gli dei delle origini" racconta la storia di un'epocale battaglia fra le forze del bene e quelle del male. Non sono riuscita a individuare nessun vero protagonista fra i numerosi personaggi di rilievo, e questo di per sé non sarebbe affatto un male... solo che dopo pochissime pagine mi è stato chiaro di trovarmi al cospetto di un filone molto particolare, che io chiamo (molto generosamente, senz'altro! XD) dei romanzi "coral-pizzosi"!
La tecnica adottata dai libri "coral-pizzosi" è piuttosto elementare, in realtà, ma suppongo che per certi autori, specie quelli un po' vecchio stile, conservi ancora il suo fascino: in pratica consiste nel far succedere quattro eventi, sapientemente dosati col contagocce, in 300 pagine e passa di romanzo, e nel riproporli poi ri-narrandoli in ogni sezione del volume adottando un diverso punto di vista.
Ora... questa tecnica, se messa in atto in un certo modo, può dare anche risultati eccellenti, non lo metto in dubbio.
Ma non è quanto succede in "Gli dei delle origini": perché le ripetizioni si sprecano, la noia cresce come lievito e la banalità regna praticamente sovrana in ogni singolo passo!

Tutta la storia è incentrata su questa epica battaglia che gli eroi buoni (un gruppetto di divinità benevole, un arciere tutto d'un pezzo chiamato Arcolungo, un pirata di nome Sorgan Becco d'Uncino, e tanti altri) devono combattere contro le forze del male (una schiera di scemissimi ibridi per metà umani, metà insetti e metà rettili... sì, lo so: a volte anche la matematica diventa un'opinione! XD) inviate nella terra dei buoni da un'entità oscura chiamata il Vlagh.
Il Vlagh a sua volta è una creatura rivoltante che, naturalmente, non ha niente di meglio da fare che cercare di conquistare il mondo tutte le sere e rompere le scatole agli eroi positivi a più non posso.
Ne consegue che una metà abbondante del romanzo è volta alla descrizione dei preparativi di guerra, e a poco altro: battaglia condotta, si deve aggiungere, con tutta l'esperta professionalità di un generale dell'asilo nido...  una cosa davvero, davvero molto esaltante! XD

Fra i lati positivi del libro, suppongo che dovrei annoverare i personaggi dei quattro dei adulti: è possibile infatti che Zelana, Veltan e i due fratelli sino riusciti a strappare ben più di qualche risata ai lettori americani, grazie alla loro inequivocabile carica comica... peccato solo che io non abbia avuto modo di rendermene conto fino in fondo, perché la presenza di circa un miliardo di errori di stampa e/o di traduzione a pagina mi ha completamente privata del gusto di assaporare qualsivoglia spiritosaggine!
E infatti questo è il consiglio che vi do, dal mio piccolo: se per caso doveste assolutamente aver voglia di leggere "Gli dei delle origini", lasciate perdere l'edizione italiana e buttatevi su quella originale in inglese... Io ormai ho tutta la saga in italiano, e perciò me la leggerò e terrò in questa versione, cercando di godermela il più possibile: ma voi, che siete ancora in tempo, fatevi furbi e non lasciatevi stregare, come ho fatto io, dall'indiscutibile fascino della copertina de "Gli dei delle origini"!

Giudizio personale: 5.0/10

:)




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