venerdì 25 gennaio 2013

Recensione: "Le tredici"


"Un circolo di amiche ti aiuterà nel momento del bisogno.
Un circolo di streghe ti trascinerà all'inferno."





Titolo originale: The Thirteen
Autore: Susie Moloney
Serie: //
Disponibile: anche in italiano, pubblicato dalla Giunti!
Trama:
"Haven Woods è una specie di paradiso fuori città, un luogo ideale dove abitare e crescere una famiglia. Un posto tranquillo con le sue ville lussuose, i giardini curatissimi, i roseti in fiore e le strade pulite, senza neanche una foglia secca. Qui i cani non abbaiano, ma in compenso gironzolano indisturbati tanti, troppi gatti. Il tasso di criminalità è praticamente inesistente. Almeno in apparenza. Sì, perché a Haven Woods vivono tredici signore elegantissime con tailleur firmati e fili di perle al collo. La morte di una di loro risveglia non solo antiche paure ma anche qualcosa di misterioso e innominabile. E quando Paula Wittmore, che ha abbandonato il villaggio molti anni prima, ritorna per prendersi cura della madre improvvisamente ammalata, non sospetta di essere l'ultima possibilità per le dodici amiche di riportare il circolo al numero magico: tredici. E nemmeno può immaginare a quale destino sta andando incontro: sua figlia, giovane e innocente, potrebbe essere in serio pericolo."
Ambientazione: 
Siamo ad Haven Woods, un elegante quartiere residenziale alla periferia di una non meglio identificata grande città. In questo ameno luogo di aiuole ben curate e signore dalle unghie sempre perfettamente laccate, si consumano le ipocrisie di un gruppetto di casalinghe molto, molto benestanti, che per poter conservare il loro sogno incosciente di casine intonacate e di linda, superficiale "perfezione", verranno chiamate a confrontarsi con oscure, insondabili e lorde forze demoniache...
Personaggi principali:
- Paula Wittmore: giovane donna, unica figlia di una delle tredici gran dame di Haven Woods coinvolte nel patto demoniaco, ma del tutto ignara dei pericolosi giochi sovrannaturali in cui la propria madre è invischiata. Paula è una ragazza madre, costretta a ritrasferirsi nel quartiere natale dopo aver perduto il proprio lavoro in città; è un genitore coscienzioso e devotissimo che sogna soltanto il meglio per la propria bambina...
- Rowan Wittmore: è la figlia dodicenne di Paula. Rowan è una ragazzina molto sveglia e dotata di un forte intuito, una qualità che, in più di un'occasione, si rivela decisiva nel salvarle la vita! Giunta a casa della nonna per la prima volta, si affeziona moltissimo al suo vecchio cane Old Tex, e al piccolo beagle Gusto, che diventeranno in breve dei preziosi "guardiani" e fedeli alleati nella pericolosa battaglia in arrivo contro le forze oscure.
- Izzy: indiscussa signora e padrona di Haven Woods, la più potente e temibile della matrone del quartiere. Spregiudicata e temeraria, crudele e spesso vanesia, prova una sorta di piacere perverso nel tenere sotto il suo ferreo giogo la comunità del quartiere, sulla quale detta legge quasi come se ne fosse la regina..
- Marla: una delle "Tredici", unica figlia superstite di Izzy. Marla tiene alla propria famiglia più di qualsiasi altra cosa e nutre del sincero affetto nei confronti di Paula, la sua migliore amica dei tempi delle superiori, ma spesso la sua volontà non è abbastanza forte da permetterle di opporsi a quella della vulcanica (e tirannica) madre. L'ho immaginata, dall'inizio alla fine, come una sorta di Teri Hatcher dai Ray- Ban da sole perennemente sollevati sulla fronte e il foulard firmato annodato stretto intorno al collo! XD
- Sanderson Keyes: brav'uomo, nuovo interesse romantico di Paula, ricco, disponibile, colto, simpatico e piacente. E' in pratica uno stereotipo che cammina, ma molti dei personaggi presentati in questo libro lo sono; non è, per lo meno, una figura negativa oppure sgradevole... diciamo che è più che altro l'incarnazione superficiale di ciò che la maggior parte delle madri medio- borghesi desidererebbe per la propria figlia: un tipo da anello al dito e barbecue nel giardino, insomma, che non si dimenticherebbe mai e poi mai di invitare i suoceri alla crociera di Natale di fine anno! XD
- Audra: madre di Paula e nonnina di Rowan. Un tempo grande amica e "braccio destro" di Izzy, Audra cade preda di una terribile (e di chiara origine sovrannaturale) malattia, e prova, disperatamente, a contrastare i piani malefici delle altre megere di Haven Woods...
Le mie opinioni:
"Le tredici" è uno di quei romanzi di genere fantastico che io definisco "un pochino all'acqua di rose", vale a dire quel genere di lettura che, persino mentre è ancora in corso, si sa già che che cadrà nel dimenticatoio nel giro di sei, sette mesi a dir tanto! XD
Le premesse della storia, c'è da dire, non sono male: una congrega di fattucchiere diabolicamente e tassativamente legate a doppio filo con il numero tredici, una cifra che, da sempre, si è caricata di una fortissima valenza simbolica; quel tredici che pare piacere molto al diavolo e viene spesso associato alla ribellione di Lucifiero; quel tredici che, nelle credenze popolari, è sinonimo di cattiva sorte e sta a indicare il sopravvento della materia sulla purezza della spirito, alla stessa stregua di un pentacolo rovesciato. Poi una delle donne  muore (no, anzi: decide di darsi fuoco, versandosi addosso della benzina nell'intimità della proprio casa...) e le altre cadono nel panico, perché la perdita del numero sacro comporta uno squilibrio, una dissonanza cosmica che andrà assolutamente sanata... pena ripercussioni terribili, che naturalmente andranno a colpire proprio là dove, per ciascuna delle dirette interessate, potranno esser causa di maggior afflizione.
Siamo in un campo in cui entrano in gioco tensioni e conflitti familiari alto-borghesi, quindi, fra peccatucci sapientemente occultati e macchinoni eleganti parcheggiati nei vialetti di ghiaia ben curati; fra rivalità femminili e sogni di lindore spesso tramutati, non appena avverati, in pura, ipocrita fanghiglia; fra "Desperate Housewifes" e "La morte ti fa bella": ecco dove aspirava forse ipoteticamente a collocarsi questo "Le tredici"... e magari ci sarebbe riuscito, se non fosse stato per il suo impianto narrativo traballante e i vistosi, a volte secondo me proprio pacchiani, buchi nella trama!
Per non parlare poi delle inverosimiglianze assurde: voglio dire, sarò anche d'accordo con il buon vecchio Ed Wood, la sospensione dell'incredulità sarà anche un fattore importante quando si assiste ad un'opera di finzione... ma stendere una strega a colpi di Barbie in faccia?! XD L'idea mi ha fatto un po' sorridere, lo devo ammettere! :D
Altra cosa che non va è il ritmo. In pratica tutta l'azione è concentrata nella parte finale del libro, quella più interessante; i primi due terzi del romanzo sono un'alternanza confusa e un po' stucchevole di disordinati quadretti familiari (Rowan con la madre, Izzy con Marla...) e flash-back prolissi e decisamente poco interessanti, dal momento che il passato delle donne di Haven Woods alla fine si rivela prevedibile ed era comunque perfettamente deducibile anche dai dialoghi.
I personaggi sono secondo me abbastanza "legnosi" e rigidi, pur se coerenti e "familiari" quanto i comprimari di un pessimo film d'azione, nei loro tratti macchiettistici ed essenziali; l'unica a porsi sulla linea di confine fra buoni e cattivi è difatti Marla, che mi è sembrata, insieme a Rowan e parzialmente anche a Sanderson, una delle poche figure "sopportabili" del romanzo! XD
Proprio la piccola Rowan costituisce per me una delle note positive del romanzo; insieme ai cagnolini Old Tex e Gusto, suoi inseparabili compagni di avventure, la vispa ragazzina pare infatti l'unica a rendersi conto che qualcosa non va, in quel di Haven Woods, a sentire che il male è in agguato dietro quelle alte palizzate smaltate di bianco... eppure, malgrado la surreale stranezza del posto e delle persone che lo abitano, la madre Paula (che pure dovrebbe essere una tipa sveglia, no, tenuto conto del suo back-ground abbastanza problematico e degli anni di auto-sufficienza in città?) non vuol darle retta, è cieca e ottusa come un vecchio ronzino con i paraocchi! XD
Molto interessante invece mi è parsa la contaminazione e la brusca "incursione" nel dominio dell' horror vero e proprio, la descrizione della malefica casa Chapman, una villetta quasi "senziente" abitata da presenze infernali e da legioni di tormentati, che un po' mi ha ricordato la casa stregata degli Harmon nella prima stagione di "American Horror Story", e in parte anche quella del "Malvagio John" nel recente (e avvincentissimo) "La stella nera di New York" di Libba Bray!
Notevole anche il tentativo di ravvivare la narrazione aggiungendo quegli "inserti di pensieri sub-coscienti fra parentesi" XD, che rivelano, secondo me, l'amore della Moloney per i lavori del Maestro King... Un tentativo che forse solo sporadicamente riesce a centrare nel segno, ma che comunque contribuisce a "umanizzare" i protagonisti, a diminuire quella sorta di distacco che lo stile asettico, vagamente "chirurgico" dell'autrice secondo me fa sì che si venga a creare, emotivamente parlando, fra i personaggi e il lettore!

Giudizio personale: 5.7/10


Letture affini:


Marion Zimmer Bradley - Dark Satanic


Steven King - Cose Preziose


Libba Bray - La stella nera di New York 


Anthony Horowitz - Il varco del corvo



:)

2 commenti:

  1. Oddio, sembra un po' un gran minestrone... soprattutto con la casa demoniaca semisenziente XD

    Cmq la streaga sconfitta a Barbie in faccia a me crea aspettative ALTISSIME U_U

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    Risposte
    1. Ahaha in effetti non posso darti torto, è una scenetta abbastanza buffa! :P Uno stile un po' più frizzante, un guizzo di ironia in più, e la Moloney avrebbe potuto consegnare ai posteri un siparietto destinato a restare negli annali del fantasy hi hi hi! :D

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