mercoledì 14 agosto 2013

Un libro tira l'altro: Trilogia "La Guerra delle Streghe"




"Le cose non sono sempre quel che sembrano. Questa amara verità è ben nota ad Anaïd Tsinoulis, che ha quattordici anni ma è talmente piccola e magra da dimostrarne dieci; e quel che è peggio, sua madre Selene è una vera bellezza, sensuale e provocante. Certo, Anaïd è intelligente, ma a che cosa serve essere intelligenti quando nessuno ti vuole? Ma ecco che all'improvviso Selene scompare. Forse una fuga d'amore? Sconvolta e angosciata, Anaïd si ritrova sola, accudita dalla maldestra zia Criselda, sorella di sua nonna materna. Ancora una volta, le cose non sono quelle che sembrano: zia Criselda e le amiche di Selene - Elena, Gaia e Karen - parlano di cose sinistre e pericolose, di profezie e tradimento, e in una notte indimenticabile rivelano ad Anaïd la verità: che è una strega, come tutte loro; che la stirpe a cui appartengono è in guerra da millenni con una stirpe di streghe malefiche e vampiresche; che Selene era l'eletta, indicata da un'antica profezia come colei che avrebbe deciso le sorti dello scontro; e che avrebbe tradito, mettendo a repentaglio l'esistenza di tutte. Turbata dalla rivelazione, impressionata dai nuovi poteri che emanano da lei con incredibile energia, Anaïd comincia un difficile viaggio dentro se stessa e dentro la magia più oscura, nel tentativo di strappare sua madre alle forze del male e di compiere la propria iniziazione di strega..."


"La guerra delle streghe" di Maite Carranza è stata forse una delle primissime trilogie fantasy per young adults che mi capitò di leggere.
Il primo libro, "Il clan della lupa", mi colpì e folgorò al punto da non lasciarmi altra scelta: dovevo assolutamente proseguire con la lettura del secondo volume, mi ero talmente affezionata ai personaggi, e alla giovane protagonista della serie, Anaid, in modo particolare, da essere stata completamente risucchiata all'interno della magica avventura di formazione ideata da Maite Carranza.
Il suo stile sintetico, leggero, brioso nella maggior parte dei casi, in un primo momento, lo ammetto, mi conquistò: alla popolare autrice spagnola parevano bastare un paio di eleganti frasi ben scritte per dipingere dinnanzi agli occhi spalancati del lettore un'ambientazione dai tratti nitidi e suggestivi, e i suoi dialoghi, vivaci e frizzanti, si rivelarono uno strumento di caratterizzazione più che efficace per la maggior parte dei personaggi.
"Il clan della lupa" narra, essenzialmente, la storia commovente e intrisa di antica magia di questa ragazzina triste, un po' bizzarra, Anaid, che soffre molto di solitudine e che non si sente amata né voluta: da nessuno, e dalla sua estrosa e vitale madre (l'unico aggettivo per definirla in maniera adeguata che mi viene in mente al momento è naif XD), Selene. L'ambientazione mediterranea e in larga parte "familiare" che offre una cornice al tutto non faceva che incoraggiare il mio senso di empatia nei confronti della vicenda; c'è stato un tempo in cui tutti ci siamo sentiti in questo modo, è inutile negarlo, brutti e strani e incompresi e dannatamente privi di qualsivoglia punto di riferimento in questo nostro vasto mondo ignoto... e forse, se alla fine siamo riusciti a venirne fuori, non è stato grazie a una forma di magia del tutto identica a quella di Anaid, certo, ma comunque attraverso un tipo di incantesimo estremamente simile e altrettanto potente: vale a dire, credo, il desiderio di resistere a ogni costo, di crescere e farcela nonostante tutto, fino al doloroso, travagliato, liberatorio, catartico momento della metamorfosi in ciò che poi, nel corso della vita adulta, effettivamente saremmo diventati.
Ricordo che, inoltre, il libro mi piacque molto per la sua semplicità e linearità, e nello stesso tempo mi intenerì in virtù della profondità dei sentimenti e dei temi di cui cantava: il dolore del rifiuto, la consapevolezza di essere diversi, lo spaesamento dell'età adolescenziale, con tutte le sue goffaggini ed enormi tragedie annesse e connesse XD, la paura di non farcela, di non essere abbastanza forti, e il delicatissimo (e davvero dolce) legame madre/figlia.
Il secondo libro, "Il deserto di ghiaccio", mi coinvolse e convinse purtroppo decisamente meno, e mi trasmise piuttosto un lieve senso di incertezza nei confronti degli ultimi sviluppi della trama e delle motivazioni dei personaggi... ma, in ogni caso, lo apprezzai. Si tratta di una sorta di quasi-prequel, un romanzo completamente incentrato sulla love story sbocciata fra Selene e il misterioso padre di Anaid, che tuttavia serve anche ad introdurre alcuni dei personaggi chiave del terzo e conclusivo volume. La storia di un amore tragico e maledetto, sullo sfondo di una guerra fra bande di streghe rivali, le "benigne" Omar e le perfide Odish, seducenti vampire dai poteri oscuri, perennemente affamate del sangue degli innocenti.
E proprio la forte e suggestiva caratterizzazione delle Odish è, a parer mio, l'unico elemento "salvabile" del terzo e ultimo volume della trilogia, una noiosa e cocente delusione chiamata "La maledizione di Odi"! XD
Una conclusione che, senza troppi preamboli, ammetto di aver trovato al di sotto delle mie aspettative sotto ogni punto di vista...
In questo ultimo libro, infatti, la Carranza gioca a tirare le fila del destino dei suo personaggi con una certa deliberatezza e una spregiudicata arbitrarietà, che la porta a forzare gli eventi in più di una palese maniera, secondo me.
La natura "speciale" e il carattere di Anaid, in particolare, vengono bruscamente ridimensionati e, da un certo punto in poi, addirittura stravolti e ribaltati.
La nostra protagonista smette i panni del brutto anatroccolo per trasformarsi in conturbante cigno dai capelli di fiamma; niente di male in questo, per carità, non è certo l'abito a fare il monaco... ma la sua personalità si inasprisce e cambia insieme al suo look e alla misura delle sue curve, a quanto si direbbe, così come si si trasformano radicalmente i suoi atteggiamenti nei confronti degli altri e le sue priorità. Da indomita, impacciata e tenera eroina alla disperata ricerca di affetto, e di un posto da chiamare suo nel mondo, a superficiale e vanesia teenager aggressiva, capricciosa e affamata solo di consensi... con l'ulteriore aggravante di un boyfriend odioso e assolutamente vacuo, lo stesso identico insipido belloccio che da ragazzina la rendeva oggetto di frecciatine crudeli a causa del suo aspetto, perché la considerava brutta, goffa e ridicola, salvo poi cambiare frettolosamente idea sul suo conto e scaricare l'oca che prima lo affascinava così tanto... ma solo DOPO la trasformazione di Anaid in giovane clone di Nicole Kidman, è chiaro, e non un secondo prima! XD
Come se non bastasse, le capacità stilistiche e descrittive della Carranza, secondo me, si abbassano in questo ultimo capitolo delle avventure di Anaid di almeno una tacca e mezza; da conciso ed essenziale, il suo stile si fa vago e inadeguato, del tutto inconsistente, e profondamente irritante.
Tanto per cominciare, il modo di descrivere le scene di battaglia o d'azione mi è parso ridicolo, a dir poco: in pratica l'autrice si limita a scrivere roba del tipo: 'Si svolse uno scontro epocale. La protagonista vinse.' Amen e fine dei giochi.
Per non parlare poi dei personaggi, numerosissimi, che cominciano a saltar fuori da tutte le parti, senza motivo, e che in maniera poi altrettanto insensata prendono e spariscono, lasciando un gran mucchio di buchi vuoti nella tela della trama!
Il finale, di per sé, mi ha quasi provocato un brutto caso di carie ai denti: tanto buonismo, e una dose di miele così esagerata e forzata, sono cosa rara, persino nell'ambito dei libri fantastici per giovani lettori, fidatevi di me... In sottofondo, anziché un senso di tenera e commossa dolcezza, ho potuto percepire solo un'amara e pastosa sensazione di pura insoddisfazione: quella che mi pervade sempre, del resto, al cospetto di una manciata di buone idee sprecate e di personaggi inutilmente storpiati e costretti ad agire come dei meri burattini nelle mani del loro compiaciuto autore.

Giudizio personale complessivo: 6.6/10

Il clan della lupa: 8.0/10
Il deserto di ghiaccio: 7.3/10
La maledizione di Odi: 4.5/10




4 commenti:

  1. mmm... non conoscevo questa serie! Ho capito che, preseguendo, va scadendo parecchio :/

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    1. Purtroppo sì!! :( Un doppio peccato perché, secondo me, almeno il primo libro è davvero stupendo e tenerissimo! *__*

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  2. Non avevo mai sentito parlare di questa serie.. magari ci faccio un pensierino!

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    1. E' piuttosto "vecchiotta" come serie ormai, quindi uno dei lati positivi potrebbe essere la disponibilità di tutti e tre volumi nell'edizione economica Tea! :D E poi il primo libro, "Il clan della lupa", a me personalmente è piaciuto davvero tanto! ^^

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