martedì 7 ottobre 2014

Recensione: "Sette minuti dopo la mezzanotte"


"Le storie sono importanti", disse il mostro.
"Possono essere più importanti di qualsiasi altra cosa. 
Se portano con se' la verità."



Titolo originale: A Monster Calls
Autori: Patrick Ness, Siobhan Dowd
Serie: //
Disponibile: anche in italiano, edito dalla Mondadori!
Trama: "Il mostro si presenta a Conor sette minuti dopo la mezzanotte. Puntuale. Ma non è il mostro che Conor si aspettava, l'orribile incubo fatto quando sua madre ha iniziato le cure mediche.
Questo mostro è diverso. È un albero. Antico come una storia perduta. Selvaggio come una storia indomabile. E vuole da Conor la cosa più pericolosa di tutte. La verità."
Le mie opinioni:
Non sapevo bene cosa aspettarmi da "Sette minuti dopo la mezzanotte".
Cioè, ne ho letto di recente una splendida recensione, opera del mio amico Mr Ink sul suo "Diario di una dipendenza", ed è stato proprio il suo interessante post a spingermi verso questo piccolo, grande libro scritto da Patrick Ness, a partire da una serie di appunti lasciati dalla compianta autrice britannica Siobhan Dowd.
Ma sono stata ugualmente colta alla sprovvista da questa lettura, in un certo senso, probabilmente proprio perché questo breve romanzo si discosta così tanto da ciò che sono abituata a leggere di solito.

"A Monster Calls", questo il bellissimo titolo originale del libro, narra l'odissea di un ragazzino di tredici anni, Conor, alle prese con l'impresa più difficile, spaventosa, dolorosa e terrorizzante che si possa presentare nella vita di un bambino (o di una persona adulta, quanto a questo): vale a dire il compito di imparare ad accettare la fatalità del caso e la possibilità della scomparsa di una persona amata, anzi, della
 persona più cara di tutte, l'incarnazione vivente degli stessi concetti di famiglia, amore, calore e protezione.
Non si tratta di un libro fantasy, né possiede, in alcun modo, quel lieve tocco di retrogusto gotico che mi aspettavo, probabilmente a causa della suggestiva immagine riportata sulla copertina dell'edizione in lingua originale.
Il libro di Ness rappresenta invece una delicata storia per l'infanzia dal sapore agrodolce e fiabesco, un racconto molto, molto intenso e parecchio intimo, percorso da una vena di malinconia e struggimento abbastanza  pulsante e viva, a parer mio, da riuscire a centrare nell'obiettivo di fare veramente male; una storia dai bordi frastagliati, sicuramente sfumati, ma abbastanza affilati e crudeli da indurti a sanguinare, in alcuni momenti.
Se devo essere sincera, ho apprezzato, in modo particolare, le parti dedicate ai vari racconti dell'albero, al punto da desiderare che l'autore ne avesse inseriti ben più di due e un quarto; così come pure ho amato i toni onesti, decisamente poco artefatti, e comunque mai in alcun modo facilmente consolatori, che scandiscono la narrazione.
Non posso invece dire - lo devo ammettere - di essere rimasta pienamente avvinta dalla rete intessuta dal palese e immediato simbolismo di Ness, né da ogni sua singola trovata stilistica.
In realtà, temo che la volontà dell'autore di mantenere la storia su un piano così universale - una sorta di legge non scritta per la quale, ad esempio, Conor rimane per tutto l'arco del libro sempre e soltanto un bambino, in un certo senso, e non arriva mai a diventare ai nostri occhi il bambino - a tratti abbia finito per ritorcersi contro di lui, in un certo senso: malgrado l'altissimo concentrato di emozioni che si riversa sulla pagina, difatti, non posso negare di aver registrato, durante la lettura, l'arrivo di un calo di attenzione piuttosto imprevedibile e repentino.
Ness scrive decisamente bene, e questo suo libro riesce a toccare, con grazia e abilità, diverse tematiche di importanza fondamentale; eppure, nello stesso tempo, ho percepito, da un punto di vista personale, una qual certa mancanza, una sorta di lacuna, l'assenza di quella potenza visionaria (o artistica) assoluta che credo avrebbe consentito alla classica scintilla di scoccare e spingermi ad amare il libro molto, molto di più...

Ciò premesso, confermo che "Sette minuti dopo la mezzanotte" è un libro scritto con passione e con amore, tradotto in italiano da qualcuno che, evidentemente, aveva abbastanza a cuore il proprio lavoro da accingersi a compierlo più che decentemente.
Lo consiglio a tutti voi, e sono contenta di averlo letto: è stato bello affrontare una lettura un po' diversa dai miei soliti canoni, per una volta, e provare a confrontarmi con un romanzo dall'impianto così originale e potenzialmente intrigante! ^____^


Giudizio personale: 6.7/10



4 commenti:

  1. Comprendo il tuo punto di vista, ma personalmente metto questo e The Giver, quasi, sullo stesso piano. Hanno proprio un gusto universale: protagonisti che non spiccano, ma che potremmo essere un po' tutti. Nel caso di The Giver la cosa mi ha infastidito vagamente, qui l'ho adorata. E' una fiaba, alla fine. Biancaneve era il personaggio piatto che mordeva la mela e cadeva in un sonno profondo, qui c'è Conor che sicuramente tanto piatto non sarà :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche secondo me hai ragione, Mik, infatti ci pensavo proprio un paio di giorni fa: al fatto che, come fiaba, il libro ha sicuramente una forte valenza universale, il che come dici può essere un vantaggio, perché aiuta tutti noi a identificarsi meglio nel protagonista, senza tagliar fuori nessuno. Però, nello stesso tempo, a volte può anche essere un limite... alla fine penso sia tutta una questione di gusti personali: difatti "Sette minuti dopo la mezzanotte" secondo me ha davvero pochissimi difetti, e mi è anche piaciuto! Però, nello stesso momento, non riesco a fare a meno di domandarmi cosa avrebbe potuto fare, di un plot del genere, un artista dalla potenza creativa impetuosa quale, ad esempio, Clive Barker, o Tim Burton... *____*

      Elimina
  2. Come sai sto leggendo Il Buco nel Rumore e mi ritrovo molto in quello che hai detto sulla "mancanza" di questo libro e sul calo di attenzione. L'idea è originale e unica, i personaggi anche, ma trovo che avrebbe potuto avere più "potenza visionaria", mi avrebbe potuta toccare di più e sollevare questioni davvero profonde. Il libro mi piace davvero molto, ma ammetto di essermi annoiata un po' in alcune parti lente...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono arrivata a imputare questa cosa, questa specie di "mancata epifania" fra me e il libro XD, potremmo quasi chiamarla, al fatto che io e Patrick Ness, molto semplicemente, magari non abbiamo un tipo di immaginazione o di creatività particolarmente affine.
      Chissà che lo stesso non sia accaduto anche a te, con "ll buco nel rumore"... resto ugualmente mooolto curiosa di leggerlo, nonostante questo, soprattutto considerando che comunque ti sta piacendo tanto! ;D

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...