iZombie - Prima Stagione

"iZombie" è una serie televisiva basata sull'omonimo fumetto di Chris Roberson e Michael Allred.
Il telefilm narra le peripezie di una giovane dottoressa di belle speranze, Olivia Moore (Rose McIver), che nel corso di una festa subisce un'aggressione, viene infettata da un morto che cammina e finisce per tramutarsi a sua volta in zombie, il tutto a pochissimi giorni dalle previste nozze con l'uomo dei suoi sogni.
Costretta a dire addio al fidanzato, per proteggerlo da se stessa e dal pericolo di un eventuale contagio, Liv abbandona il lavoro all'ospedale per accettare un posto da assistente medico legale all'obitorio, in modo tale da potersi procurare i cervelli necessari alla sopravvivenza senza dover ricorrere alla violenza, o rischiare di trasformarsi in un mostro assetato di sangue a causa dell'astinenza da carne umana.
Sul nuovo posto di lavoro, Liv scoprirà di riuscire ad assorbire temporaneamente i tratti della personalità degli ex-proprietari dei cervelli divorati, insieme a a parte delle loro capacità e dei loro ricordi; attraverso una serie di disavventure si ritroverà quindi a collaborare con la polizia per risolvere dei casi di omicidio, rendendosi quindi conto, a poco a poco, di poter ancora aiutare il prossimo, proprio come sognava di fare quand'era una studentessa di medicina...  ma di doverci riuscire attraverso modi e circostanze completamente diversi da come aveva sempre immaginato!

Ho iniziato a seguire ""iZombie", vi dirò, senza sapere praticamente nulla della trama che vi ho appena descritto.
Titolo e locandina mi incuriosivano,certo, e non mi era sfuggito neanche il fatto che la protagonista sarebbe stata una zombie riluttante costretta a convivere (se così si può dire...) con una inattesa non-morte che le avrebbe stravolto il senso dell'esistenza.
Per una volta, tuttavia, sono stata felice di scoprire il resto guardando semplicemente il pilot della serie... anche perché forse, se avessi conosciuto in anticipo troppi dettagli relativi alla sinossi, non mi sarei lasciata convincere e non avrei mai iniziato la visione.
E sarebbe stato un peccato... perché ""iZombie", nonostante le sue svolte inverosimili e i suoi personaggi sempre un po' sopra le righe, in realtà mi ha divertito tantissimo!
Giuro, ci sono stati dei giorni in cui mi sono ritrovata a ridere da sola come una pazza davanti allo schermo, per colpa di Liv e delle sue battute fulminanti, o di qualche assurda piega presa dalla trama di un particolare episodio!

Tengo a precisare che si tratta di una serie molto, molto, pop, in cui i riferimenti al mondo della musica, dell'attualità, dei fumetti o delle serie televisive del momento si sprecano (i personaggi, buoni e cattivi, si ritrovano a citare battute tratte tratte da "A Game of Thrones" o "Orange is the new black", per fare solo due esempi fra quelli a me più familiari...); il ritmo dei singoli episodi è per lo più dinamico e frizzante, leggero, volutamente ironico ed eccentrico.
I più incalliti detrattori di "iZombie" gli rimproverano proprio questo, del resto, e non riescono a concepire il senso di una serie incentrata sugli zombie, che non si proponga di far paura né di sconvolge né di atterrire lo spettatore, ma che si limita piuttosto a far sorridere, intrattenere, divertire.
A parlare di vita quotidiana, sebbene sempre secondo modalità leggere e briose, anziché di morte; di rinascita e seconde occasioni e cambiamento e riscoperta di se stessi, anziché di perdita o lutti insopportabili.
Dal canto mio, posso solo replicare che (sia fatto sempre salvo il rispetto dell'opinione altrui, si intende...) non riesco a comprendere l'esigenza di paragonare sempre qualcosa a qualcos'altro: chiaro che "iZombie" non è "The Walking Dead" (non è neppure "Z Nation", quanto a questo), ma non prova neppure a esserlo, non si pone in quell'ottica neanche per un secondo...
Vi dirò, se proprio fossi costretta ad azzardare un paragone, confesserei che questo telefilm mi ha fatto pensare più che altro a un riuscito e calibrato mix di elementi tratti da "Orphan Black", "Bones" e "New Girl"... con l'aggiunta di virus letali, bevande energetiche in grado di scatenare imprevedibili trasformazioni, e ossigenati zombie letali che se ne vanno a zonzo per la città.

Nell'arco di tredici episodi ho inoltre sviluppato un notevole senso di attaccamento verso Liv, e una piccola
 adorazione nei confronti della brava Rose McIver, un'attrice che mi fa sempre tanto pensare ad Anna Faris e che secondo me riesce a sembrare molto più a suo agio nei momenti "comedy" della serie, forse appena un po' sulle spine nelle scene dal taglio più drammatico o emozionante.
Gli altri personaggi si fanno a loro volta apprezzare, del resto, e, onestamente, bisogna ammettere che ho trovato molto più facile affezionarmi a Clive, Ravi, Peyton e Major (figure semplici, fresche e "leggere") che non ai protagonisti di altre serie tv molto più seriose, ambiziose o "cervellotiche" di questa.