martedì 15 settembre 2015
Recensione: "White Crow"
Titolo: White Crow
Autore: Marcus Sedgwick
Serie: //
Disponibile: in inglese!
Trama: "E' estate. Rebecca non ha alcuna voglia di trascorrere del tempo a Winterfold, ed è contrariata per il fatto di essere stata portata via dalla vitalità di Londra, dai suoi amici, e da quello che crede essere l'inizio di una promettente storia d'amore.
Ferelith vive già a Winterfold - quello è un posto a cui non piace l'idea di lasciarti andare, e lei lo conosce molto bene - la spiaggia, i sentieri pericolanti in cima alla scogliera, le strade del villaggio, i boschi, le chiese deserte e i cimiteri in rovina, ingoiati anno dopo anno dalla forza del mare.
Contro ogni buon senso, Rebecca e Ferelith diventano amiche, e durante quella lunga, torrida, claustrofobica estate scoprono molto di più a proposito di Winterfold - e l'una dell'altra - di quanto entrambe avrebbero mai desiderato, rivelando spaventosi segreti che avrebbero fatto meglio a restarsene nascosti..."
Le mie opinioni:
Angeli e demoni.
Giusto e sbagliato.
Paradiso e inferno.
Rebecca non si è mai fatta troppe domande al riguardo.
Come la maggior parte delle liceali della sua età (e delle persone in generale) si accontenta di credere in Dio e di comportarsi secondo un codice morale quantomeno accettabile.
Ma poi suo papà viene accusato di un crimine tremendo, e la loro minuscola famigliola (composta solo da loro due) è costretta a trasferirsi a Winterfold, suggestivo e malinconico paesino della costa britannica.
L'incontro con Ferelith, la ragazza "stramba", l'orfana ripudiata dal villaggio, che veste sempre di scuro e ha la mente più affilata del paese, rimescolerà le carte in tavola portando a inaspettate rivelazioni, macabre scoperte, folli trovate esoteriche... e alla nascita di un legame assolutamente impossibile da decifrare o spiegare.
O da spezzare, quanto a questo.
"White Crow", dell'autore inglese Marcus Sedgwick, è un romanzo gotico dalle atmosfere oniriche e suggestive; una storia incalzante e dark che si legge d'un fiato e non concede respiro.
La cronaca sofferta di un'amicizia difficile e controversa, sempre sul filo del rasoio, sullo sfondo di uno scenario surreale e inquietante che, secondo me, sarebbe tutt'altro che dispiaciuto a Edgar Allan Poe, ovvio riferimento letterario per Sedgwick durante la stesura del libro.
E proprio a "Il pozzo e il pendolo", o a "Il cuore rivelatore" fa pensare infatti larga parte della narrazione, che si snoda attorno a tre punti di vista, tre fili conduttori principali: quello della tormentata e neo-arrivata Rebecca, espresso attraverso la terza persona, quello di Ferelith, narrato in prima, e quello di un non meglio identificato e morboso uomo del clero vissuto alla fine del Settecento (inserito tramite l'escamotage del diario).
"White Crow" è uno YA, ma di quelli particolari, uno di quelli che (purtroppo) si riescono a trovare solo di rado nel gran mucchio di libri mediocri per ragazzi che affollano gli scaffali delle librerie.
Tanto per cominciare, reca in sé un'impronta stilistica molto particolare, accompagnata da un'ambientazione cupa e da brivido, con l'aggiunta di un paio di personaggi squisitamente indimenticabili.
Ferelith, in modo particolare, è la protagonista che tende a restare impressa nel cuore, oltre che nella mente.
Angelo o demone, (anti-)eroina tragica o perfida manipolatrice, persona in carme e ossa o fantasma della mente, amica devota e forse perfino un po' innamorata... o implacabile aguzzina dai piani perversi?
Ferelith riesce a essere contemporaneamente tutte queste cose per Rebecca, o forse nessuna, o magari qualcosa di diverso ancora.
Il diario del predicatore misterioso contribuisce inoltre a inspessire l'alone di mistero che aleggia intorno a Winterfold, e in modo particolare alla curiosa magione diroccata che costituirà il teatro di gran parte degli eventi principali del romanzo, e a proiettare il lettore in una dimensione emotiva di sottile inquietudine, morbosa ossessione e crescente incredulità.
Non credo che si tratti di una storia adatta al palato di ogni lettore.
Io ne sono rimasta avvinta, incantata dall'abilità di Sedgwick di tessere una trama così sottile, vellutata e potente; altri potrebbero tuttavia giudicare l'intreccio confuso o addirittura sconclusionato, o imputare all'autore un'eccessiva visione finalistica delle cose.
Eppure, vi dico... se amate le storie brevi, intense, bizzarre, macabre, dense di mistero, malinconia, tristezza e terrore... "White Crow" potrebbe essere la lettura che fa al caso vostro!
Io l'ho amato dal profondo del cuore, e spero ardentemente che lo stesso possa rivelarsi vero per molti di voi! *___*
Giudizio personale: 8.5/10
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Ma quando mi deciderò ad imparare l'inglese? :) :) Voglio leggerlo anch'io!!!
RispondiEliminaDevi assolutamente buttarti, Sara: credimi, esiste tutto un vasto mondo di libri non ancora tradotti, là fuori, per cui fare un piccolo sforzo iniziale vale completamente la pena! ^____^
EliminaSembra molto interessante :D
RispondiEliminaIo l'ho trovato magnifico, mi ha completamente spiazzato! ;D
EliminaOk, se ti fa venire in mente Edgar Allan Poe, allora di sicuro mi interessa :D Poi in generale sembra davvero qualcosa di diverso, in senso buono :)
RispondiEliminaInfatti, sono sicura che ti piacerebbe! Stra-sicura, anzi! :D
EliminaQuesto me l'ero completamente perso, ma devo assolutamente rimediare! :) Me lo segno!!!!! :)
RispondiEliminaE' davvero bellino, secondo me, e si legge d'un fiato! ;D
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