Recensioni: "I Origins", "I Segreti di Osage County", "Finders Keepers" (film)

- I Origins

"Ian Gray, dottorando in biologia molecolare specializzato in evoluzione degli occhi, lascia il suo laboratorio per andare ad una festa, dove ha un incontro fugace con una misteriosa modella. Attratti grazie alla vista, i due finiscono per innamorarsi. Anni dopo quella sera, Ian e la partner di laboratorio Karen fanno una scoperta sensazionale, che ha profonde implicazioni esistenziali. Per trovare il vero significato che si cela dietro la nuova scoperta, Ian dovrà rischiare vita e famiglia e viaggiare in tutto il mondo."





Avete presente quel vecchio adagio che recita: "Gli occhi sono lo specchio dell'anima"?
Bé... avete mai provato a chiedervi cosa accadrebbe se un giorno uno scienziato dimostrasse che lo sono per davvero? "I Origins", film di fantascienza di Mike Cahill (alias il regista di "Another Earth", che non ho ancora visto ma intendo assolutamente recuperare...) mi ha sorpreso in cento piccoli modi, rivelandosi emozionante, coinvolgente e commovente, tre aggettivi che, all'inizio della visione, francamente non mi aspettavo di poter usare.
Per qualche misteriosa ragione, prevedevo infatti di ritrovarmi alle prese con una storia cervellotica e inutilmente ingarbugliata; i primi venti minuti del film sono invece bastati a farmi ricredere, anche se stavo quasi cominciando a domandarmi se non si trattasse per caso di una classica love-story con tanto di triangolo fra lui, lei e l'altra, quando il regista è riuscito a spiazzarmi ancora una volta, trascinandomi in tutt'altra direzione.
Il tema del film, il rapporto (apparentemente) inconciliabile fra scienza e spiritualità, è senz'altro affascinante.
Michael Pitt interpreta il protagonista, il biologo Ian, il cinico della situazione, auto-investitosi della sacra missione di dimostrare che non esiste un Creatore. 
Cahill gestisce i pregi e le difficoltà del suo personaggio principale con sensibilità e intelligenza, corredandolo di due co-protagoniste femminili altrettanto complesse e interessanti (con Astrid Bergès-Frisbey nei panni dell'esuberante e misteriosa Sofi e Brit Marling in quelli della posata assistente di laboratorio Karen) e riuscendo a meravigliarci a poco a poco, attraverso una selva di emozioni delicate, ma non per questo meno gradite o potenti.
Devo confessare che forse non avrei mai avuto la possibilità (o il desiderio) di  vedere "I Origins", se non me lo fossi ritrovato davanti per caso sul decoder di sky.
Non riesco a capire come sia possibile che film di questo calibro qui da noi vengano snobbati alla grande, mentre invece della robetta mediocre in stile " Self/less" riesce a ottenere tutta questa gran promozione in pompa magna.
Soprattutto considerando il fatto che "I Origins", a parer mio, vanta una mano vincente da ogni possibile punto di vista. Ha tutto - cuore, mente e anima.
Le uniche cose che gli mancano sono un cast di indiscussi divi hollywoodiani in grado di fare da traino nelle sale, e una caterva di inutili effetti speciali a coprire l'assenza di una sceneggiatura che invece, fortunatamente, in questo caso svolge egregiamente il proprio mestiere di raccontarci una storia e scatenare un vero coacervo di emozioni.

Giudizio personale: 8.0/10


- I Segreti di Osage County

"Beverly Weston e la moglie Violet vivono nella loro casa di Osage County. Poeta con problemi di alcol lui e dipendente dai farmaci per un male alla bocca lei, i due all'apparenza sembrano una coppia tranquilla fino al momento in cui, dopo essere scomparso per qualche giorno, Beverly viene ritrovato morto suicida. Al funerale, oltre alla figlia Ivy, che vive in casa con i genitori, partecipano anche le figlie Barbara e Karen, così come il resto dei parenti. Nei giorni successivi una serie di conflitti riemergono all'interno della famiglia. Il conflitto tra Barbara e Violet, che non sono mai andate d'accordo, si fa sempre più serrato mentre il fidanzato di Karen dimostra la sua vera natura ed Ivy pianifica la fuga d'amore con suo cugino..."


Avete sempre pensato che le vostre cene di famiglia fossero in grado di garantire un piccolo tsunami di imbarazzo, amarezza, bugie, rancore, platealità e altre sgradevolezze varie?
Bé, vi farà senz'altro piacere sapere che c'è chi sta peggio di voi: ne "I segreti di Osage County", di John Wells, la famiglia di Barbara (Julia Roberts) e Violet (Meryl Streep) ce la mette davvero tutta per ergersi al di sopra della massa, ritrovandosi, in occasione di un inaspettato funerale, per dare sfogo a un'impressionante carica di segreti ed emozioni ad alta tasso esplosivo.
Aggressività, recriminazione e cinismo diventano le parole chiave di questo drammone infarcito di alterchi burrascosi che è valso un paio di meritate nomination agli Oscar per le sue due interpreti principali, e che è stato tratto dalla nota piece teatrale di Tracy Letts "Agosto: Foto di Famiglia".
I dialoghi taglienti e la sceneggiatura al vetriolo sono, del resto, completamente al servizio di un cast che vanta parecchi "mostri sacri" del cinema americano al suo interno, sia vecchi che nuovi: oltre alla Streep e alla Roberts possiamo ammirare infatti anche le interpretazioni di Chris Cooper, Juliette Lewis, Sam Shepard, Abigail Breslin, Ewan McGregor e Benedict Cumberbatch.
"I segreti di Osage County" è senz'altro un film molto "carico", dal punto di vista emotivo. 
Implacabile, rabbioso, amaro, eppure interessante proprio per questo, riesce a mettere a nudo il lento disgregarsi di una famiglia attraverso tre generazioni di errori, menzogne, sotterfugi e cattiverie assortite.
I peccati delle madri ricadono sulle figlie, e la sceneggiatura è abbastanza brillante da mostrarci le conseguenze di questo assioma con naturalezza e passione, senza alcuna traccia di artificiosità o compiacimento.
Resta il fatto che sia un film molto "parlato", aspro, pessimista, che trasuda rabbia e solitudine da ogni singolo fotogramma...
Mi è piaciuto, poiché rappresenta una ventata d'aria fresca all'interno del solito panorama hollywoodiano (sempre così incline al buonismo e agli escamotage a buon mercato...), ma devo anche confessare di averlo trovato un po' "esagerato" e un tantino troppo teatrale, per i miei gusti.

Giudizio personale: 7.0/10


- Finders Keepers

"Una madre divorziata viene gettata nello scompiglio quando la sua giovane figlia diventa ossessionata da una bambola malvagia lasciata dai precedenti occupanti della loro nuova casa."









Dimenticate gli exploit di Chucky, e anche la vaga inquietudine suscitata dal ritrovarsi a contemplare una grottesca Annabelle dallo sguardo psicotico e il sogghigno tutto denti.
La bambola assassina protagonista di "Finders Keepers" si chiama Lilith e, naturalmente, non possiede neppure una briciola del carisma dei suoi illustri e pericolosi predecessori.
Dei vari horror visti nel corso di quest'anno, il film di Alexander Yellen (regista di inguardabili tv-movie e di un episodio di "Z- Nation", se mai queste qualifiche dovessero servire ad ammonirvi di qualcosa...) si è confermato, senza grosse sorprese, come uno dei più assurdi e ridicoli b-movie che possiate immaginare: protagonisti decerebrati, bambocci invasati, morti sconclusionate che avvengono del tutto a casaccio, secondo le modalità più disparate e impossibili... la "sceneggiatura" (prendete l'uso di questa parola con le proverbiali pinze, please!) non pare disposta a farsi mancare proprio niente, insomma.
A parte magari un pizzico di intelligenza.
Gli attori che hanno preso parte a questa pagliacciat... ehm, volevo dire, a questo thriller ad altissima tensione sono talmente pessimi da scatenare convulsi attacchi di ridarella e smorfie di pura incredulità in quelli che dovrebbero essere i momenti di massima tensione (o di eccelsa scemenza, fate un po' voi), e la regia è talmente maldestra da risultare praticamente assente.
Tuttavia... bisogna anche ammettere che non mi aspettavo nulla di diverso da "Finders Keepers", e che la sua surreale grossolanità, la sua ingenuità infantile, a modo suo, mi ha pure divertito (anche se, magari, non proprio secondo le modalità che i produttori avrebbero sperato).
È un brutto film, si intende: pacchiano, sciocco, idiota e pieno di contraddizioni. Indifendibile sotto qualsiasi punto di vista.
Non mentirò affermando che mi sia piaciuto, ma ho anche intenzione di comportarmi da spettatrice onesta, e confessare quindi che mi ha fatto ridere a crepapelle dall'inizio alla fine, o quasi.
Magari provate a immaginarlo come un nuovo (e involontario) capitolo della saga di "Scary Movie"...

Giudizio personale: 3.5/10

:)