martedì 15 dicembre 2015

Recensioni: "Carriers" + "Cake" + "Necropolis" + "Io sono tu" (film)


- Carriers 



"Quattro ragazzi cercano di sopravvivere alla fine del mondo... e a loro stessi. Nessuno è al sicuro dalla pandemia virale che minaccia di spazzar via l'intera umanità. I quattro amici attraversano in macchina gli Stati Uniti in direzione sud per mettersi al sicuro, ma si trovano a fare i conti con scelte morali che nessuno dovrebbe mai essere costretto ad affrontare. Scopriranno che il loro più grande nemico non è il virus che sta attaccando l'umanità, ma le tenebre all'interno di loro stessi."





Come l'80% dei film basati sull'idea di una misteriosa epidemia in grado di piagare l'umanità e scatenare l'anarchia assoluta, "Carriers" cerca di giocare con una serie di scenari desolati e di fare leva sulle radicate paure dello spettatore per spingerlo a immedesimarsi nei personaggi protagonisti.
I registi Alex e David Pastor pasticciano abbastanza con la sceneggiatura, nullificando gran parte di questa empatia a favore dei soliti stereotipi ambulanti da b-movie (il gradasso simpaticone, il timido cervellone, la ragazzina smarrita, eccetera...), ma c'è da apprezzare quantomeno il tentativo (non sempre riuscito) di organizzare questi elementi secondo uno schema narrativo coerente. La storia, rigorosamenre on-the-road, si sviluppa intorno alle personalità opposte di due fratelli, l'aggressivo Brian (Chris Pine) e il remissivo Danny (Lou Taylor Pucci - che come nome, è già tutto un programma!), in fuga dalla città con due amiche (alias Piper Perabo e la mia sempre amatissima Emily VanCamp) nella speranza di raggiungere un luogo isolato al riparo dal malefico virus che sta mietendo vittime in tutto il Paese.
Come immaginerete, le figure femminili sono per lo più un contorno all'interno di questo scenario; servono giusto a giusticare le consuete scene in stile "è la fine del mondo, quindi diamo una botta in testa a tutte le donne che riusciamo a racimolare e sbrighiamoci a trascinarle nelle nostre caverne", situazione che film e romanzi appartenenti al filone fantapocalittico a quanto pare non si stacheranno mai di propinarci.
Nel complesso, comunque, a mio avviso il film non è completamente malvagio; risente di una prima parte poco contestualizzata (che mi ha fatto pensare a "Benvenuti a Zombiland", senza l'ironia di Woody Harrelson ad alleggerire il tutto) e di tantissime, fastidiose imprecisioni/forzature; ma riesce alla fin fine a intrattenere senza coinvolgere più di tanto, e vanta per lo meno il buon gusto di introdurci gradualmente alla scoperta dell'ambientazione e dei personaggi.

Giudizio personale: 6.0/10



- Cake


"Claire Simmons (Jennifer Aniston) soffre. Il suo dolore fisico è evidente dalle cicatrici che segnano il suo corpo e dal modo in cui si trascina in giro, sussultando a ogni tentativo di fare un passo. Non è brava nemmeno a nascondere il suo dolore interno, quello che le portano le sue emozioni. Spinta fino al punto dell'insulto violento, la rabbia di Claire ribolle in quasi tutte le sue interazioni con gli altri. E' stata allontanata da suo marito, dai suoi amici; anche il suo gruppo di supporto sul dolore cronico l'ha buttata fuori. L'unica persona rimasta nell'altrimenti solitaria esistenza di Claire è la sua badante e domestica, Silvana (Adriana Barraza), che poco sopporta il bisogno di liquori e pillole del suo capo. Ma il suicidio di Nina (Anna Kendrick), uno dei membri del gruppo di supporto, fa giungere in lei una nuova ossessione. Facendosi continue domande sulla morte di una donna che conosceva a malapena, Claire esplora il confine fra vita e morte, abbandono e cuore spezzato, pericolo e salvezza."


Ricordate quell'eccentrico, originale, rivoluzionario piccolo film di qualche anno fa con Jennifer Aniston nei panni della casalinga apatica e disperata, chiamato "The good girl"?
Ecco, quando ho sentito parlare per la prima volta di "Cake", il mio pensiero è subito corso a quell'ottima interpretazione fornita dall'ex star di "Friends".
Guardando il commovente film di Daniel Barnz, ho scoperto con piacere che la Aniston è stata in grado di superare perfino se stessa: se è vero che il personaggio di Claire Bennett le ha fornito con ogni probabilità il più interessante e complesso materiale della sua carriera (al punto da giustificare anche una spettacolare trasformazione fisica), è altrettanto giusto confermare che l'attrice se l'è cavata alla grande in questa parte, nonostante le ovvie difficoltà insite nel ruolo.
La protagonista di "Cake" è infatti una donna di mezza età alle prese con una gravissima depressione, innescata dalla morte del figlioletto e aggravata dal recente divorzio.
Il film di Barnz parte in sordina per arrivare a raggiungere livelli di profondità davvero toccanti; il mio personaggio preferito, dal punto di vista emozionale, è stato quello dell'affezionata e disperata domestica Silvana (Adriana Barraza), soprattutto perché la sua amicizia con Claire (nata da un istinto di protezione quasi materno da parte della donna più anziana) mi ha suscitato un grandissimo senso di tenerezza.

Giudizio personale: 7.8/10


- Necropolis - La città dei morti 



" Sotto le strade di Parigi si trovano chilometri di tortuose catacombe, eterna dimora di innumerevoli anime. Quando una squadra di esploratori si avventura in quel labirinto di ossa inesplorato, scoprono il segreto di cosa, questa città dei morti, aveva lo scopo di celare. Necropolis – La città dei Morti è un viaggio nella follia e nel terrore, che raggiunge la profondità della psiche umana per portare alla luce i demoni di ciascuno che tornano per perseguitare tutti noi."





 "Necropolis - La città dei morti" è, con ogni probabilità, uno dei film horror meno spaventosi e significativi che abbia mai visto.
Il suo più grande pregio consiste nel non essere particolarmente sgradevole o stupido,  solo vagamente incoerente, e parecchio più confusionario di quanto non mi aspettassi.
È quel classico esempio di film-pretesto, concepito ad hoc dai produttori ansiosi di sfruttare un'intuizione e un'ambientazione potenzialmente interessante (in questo caso, parliamo dell'inquietante reticolato sotterraneo formato dalle catacombe di Parigi), senza lo straccio di una vera trama o di un personaggio credibile a sostegno del progetto.
Il regista John Erick Dowdle (che vanta nel curriculum dei "pezzi da novanta" del genere orrido del calibro di "Quarantena" e "Devil") si limita, in pratica, a confezionare una sfilza interminabile di scene sgranate e inquadrature fuori fuoco, quasi sicuramente per mascherare la povertà dei mezzi a disposizione.
I malcapitati protagonisti continuano ad aggirarsi per un'ora e mezza, da quei perfetti imbecilli che sono, in questa specie di limbo infernale, un complesso di tunnel che, nelle intenzioni del regista, magari doveva pure richiamare alla mente quel piccolo gioiello del genere horror chiamato "The Descent", ma che su di me ha sortito un unico effetto: esasperarmi e tediarmi oltre ogni dire.
Non bastano un paio di scossoni e l'inserimento a casaccio di un paio di tizi di passaggio dall'aria inquietante sullo sfondo a risollevare le sorti di questa pellicola tristemente dozzinale.



Giudizio personale: 5.0/10


- Io sono tu



"Lui è un dirigente che sta per fare un importante passo in avanti sia sul piano professionale sia su quello personale. Lei gli ha rubato l'identità e si diverte a sue spese. Scoperto il "furto" lui ha una settimana di tempo per trovarla, raggiungerla e farle confessare la verità. Il tutto in una rocambolesca lotta contro il tempo e situazioni al limite della fantasia!"







 Il 2015 ha visto nascere e svilupparsi il mio travolgente amore per Melissa McCarthy: spinta dell'entusiasmo provocato dalla visione dell'irresistibile e divertentissimo "Spy", ho recuperato infatti gran parte della filmografia di questa brillante, dinamica ed esilarante attrice comica americana.
Dopo il dolce-amaro "Le amiche della sposa", e il politicamente scorrettissimo "Corpi da reato", è stato quindi il turno di "Io sono tu", commedia diretta da Seth Gordon e interpretata dalla McCarthty in coppia con il simpatico Jason Bateman di "Arrested Development".
Di tutti i titoli citati sino a ora, devo ammettere che quest'ultimo si è rivelato anche, purtroppo, il più deludente.
Intendiamoci, il film è abbastanza folle e un paio di trovate (per quanto triviali e grottesche) riescono a strappare qualche risata; la MaCarthy si esibisce nel suo classico reportorio di gag al limite della demenzialità con la consueta verve e tutta l'eccentrica naturalezza che contraddistingue gran parte dei suoi ruoli.
 Melissa è un ciclone, un autentico uragano di buon umore, vitalità e pazzia, e i suoi personaggi irrompono sempre nella vita di qualche... ehm, chiamiamolo fortunato individuo per stravolgere la sua esistenza e coinvolgerlo in un vortice di avventure e risate senza paragoni.
Bateman, secondo me, si è rivelato da questo punto di vista un compagno molto meno divertente di Sandra Bullock, Jason Statham o Rose Byrne;  il suo personaggio è piatto, passivo, talmente ordinario da sconfinare nel pieno dell'anonimato, e la sua interpretazione alla Adam Sandler non spicca certo per originalità o entusiasmo.
Anche la sceneggiatura, da parte sua, non fa che cercare di esaltare il ruolo della McCarthty, a discapito dei personaggi secondari e della trama vera e propria, rendendo tediosi, melensi e insignificanti i momenti in cui l'attrice non è in scena.

Giudizio personale: 5.5/10

15 commenti:

  1. Vengo da un periodo di filmacci horror, uno peggio dell'altro... probabilmente è per quello che non sono riuscita a essere più severa con "Necropolis"! ;D

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  2. A me, invece, Necropolis aveva divertito: ho adorato la commistione tra le varie mitologie, anche se è il finale è stato troppo buonista. Sugli altri: il primo l'ho visto, ma non rimembro; una grandissima Aniston; la McCarhy è una bomba. ;)

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    1. Pensa che faccio fatica persino io a rimembrarmi di "Carriers", e l'ho visto un paio di settimane fa al massimo... :P
      Sacrosante parole, per quanto riguarda Aniston e McCarthy! ^____^

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  3. Leggere i tuoi pareri è sempre interessante :) ma questa volta non ho trovato nulla che mi ispiri particolarmente (non che me ne lamenti, eh! :) ).

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    1. Ti capisco, Sian: nell'ultima settimana, mi sa che ho scelto maluccio i miei film, ehehe! :P
      "Cake" però è bellino, garantisco! ;D

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  4. ho visto solo necropolis, anche a me non era piaciuto particolarmente ... Cake lo avevo in lista poi l'ho perso..

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    1. "Necropolis", alla fine, è il classico film horror che lascia il tempo che trova...
      "Cake", invece, secondo me è interessante. Se ti capita, buttaci un occhio! ;D

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  5. Peccato, Necropolis mi ispirava! Non che dal trailer sembra chissà che cosa, eh, ma sembrava caruccio :3

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    1. Alla fine c'è anche di peggio, Giusy...
      Non è proprio un filmone, ma si lascia guardare! ;D

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  6. di questi conosco e ho visto solo Cake, la aniston è sempre bravissima, anche in questo ruolo molto drammatico, in cui la sofferenza fisica ed emotiva di questa donna è ben espressa dalle espressioni facciali, dalla postura...

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    1. Infatti: una Aniston spettacolare, trasformata anche nel corpo, che riesce a rendere notevole un film che, senza il suo contributo, non sarebbe stato lo stesso! ^___^

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  7. Necropolis non mi è dispiaciuto, ma è uno di quei film in cui "non è brutto come poteva essere" è la cosa migliore che gli si può dire.
    Gli altri non mi attirano molto :P

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    1. Concordo in pieno, a proposito di "Necropolis"... avrebbe potuto andarci peggio, questo è poco ma sicuro! :P

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  8. Da troppo tempo devo recuperare 'Cake' ma.. qualcosa me lo impedisce sempre.
    Iniziai a guardare Io sono tu in volo tornando da una vacanza studio.. ricordo solo di essermi addormentata nel giro di una decina di minuti! D:

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    1. Tutte le scene senza la McCarthy sono di una noia letale, lo penso anch'io... e, soprattutto all'inizio del film, si parla più del piatto personaggio interpretato da Bateman che del suo, purtroppo! :(

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