lunedì 18 novembre 2019

Recensione: "The Test", di Sylvain Neuvel


migliori libri distopici 2019


Disponibile in inglese

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"Gran Bretagna, in un futuro non troppo distante.
Idir sta per sottoporsi al Test che gli permetterà di ottenere la cittadinanza britannica.
Vuole che la sua famiglia possa finalmente sentirsi a casa.
Venticinque domande basteranno a determinare il loro fato. Venticinque opportunità per impressionare i loro esaminatori. 
Ma poi il Test prende una svolta inaspettata, e di colpo a Idir verrà consegnato il potere di prendere decisioni terribili.
Come potresti riuscire a attribuire il giusto valore a una vita, quando tutto quello che hai dalla tua parte è una serie di risposte multiple?"


"The Test" è un romanzo distopico di Sylvain Neuvel, popolare autore di fantascienza canadese. Personalmente lo considero un autentico "gioiellino" del genere: breve, teso, spietato, crudele... decisamente d'impatto.

La trama di "The Test", con la sua disillusa premessa e il suo scioccante finale, secondo me si presterebbe benissimo a un episodio della serie tv "Black Mirror".
In un futuro-non-troppo-distante, per acquisire l'ambita nazionalità britannica, ogni capofamiglia di ogni nucleo famigliare straniero viene costretto a sottoporsi al "Test", un enigmatico questionario di 25 domande. Nessuno sa esattamente di genere di "esame" si tratti, perché chiunque riesca a passarlo deve firmare una clausola di riservatezza. Mentre chi fallisce... be', diciamo solo che il "test" non concede seconde possibilità.

La voce narrante del protagonista si è rivelata talmente ipnotica e convincente da non lasciarmi alcuna via di scampo.
Vi dico solo che, a un certo punto, mi sono resa del conto del fatto che "The Test", con le sue 110 pagine scarse, mi stava offrendo una delle esperienze di lettura più immersive e travolgenti dell'anno.
Esito molto a soffermarmi sui dettagli; probabilmente perché il libro di Neuvel può essere considerato come un thriller a tutti gli effetti, oltre ad essere un'incalzante indagine psicologica sulle fobie e le idiosincrasie non soltanto di una persona, o di un gruppo di individui, ma addirittura di una nazione intera.
Eventuali spoiler accidentali rischierebbero di compromettere la qualità della vostra lettura, perciò cercherò di restare sul vago e di approcciare il tema da lontano.
Io stessa ho comprato e letto il libro praticamente a scatola chiusa. Sapevo soltanto che mi avrebbe riservato più di un colpo di scena, e che i lettori americani lo stavano adorando: ci sono giorni della settimana in cui questo basta e avanza a spingermi a cliccare sull'opzione "Want-to-read" della App di Goodreads, questo ve lo posso assicurare!

"The Test", come ogni buona distopia che si rispetti, è un libro che fa un po' male, e che a tratti riesce anche a farti decisamente arrabbiare.
È il genere di storia che vorresti far leggere a tutti oggigiorno; perché le tematiche di cui tratta riguardano il futuro prossimo e imminente quanto il presente; perché dubito che provare ad assumere una prospettiva diversa dalla propria, per una volta, farebbe scoppiare la testa a certe persone (ormai così completamente rintronate dal continuo bla, bla, bla televisivo da non riuscire più a partorire un pensiero proprio neanche per sbaglio...), e poi perché, diciamocelo, Sylvain Neuvel è un narratore maledettamente in gamba, uno di quelli che meriterebbero senz'altro una traduzione nella nostra lingua.

Se non avete mai letto nulla in inglese, ma pensate che vi piacerebbe provare, credo che "The Test" potrebbe rappresentare un ottimo punto di partenza per voi.
Difficilmente verrete colti dalla tentazione di mollarlo a metà, perché il ritmo incalzante della storia, unito al vostro desiderio bruciante di scoprire il finale, vi spronerà senz'altro a voltare una pagina dopo l'altra.
Quasi come se si trattasse di un libro di Claire North, insomma, ma dotato di una sintassi più semplice, uno stile scorrevole e una struttura breve, concisa, che tende a trasformarlo in un'opera alla portata di tutti, principianti e non.

Non per niente, Neuvel era stato scelto, insieme alla stessa North e all'esimio collega Cory Doctorow,  per creare il primo volume di un'antologia di racconti commissionata da Charlie Brooker, il creatore di "Black Mirror". Di quel libro, ad oggi, non si è saputo più niente; ma c'è una particina di me che ancora continua ad aggrapparsi alla speranza che avremo effettivamente la possibilità di leggerlo, un giorno o l'altro.
Non so perché, ma sospetto che potrebbe rivelarsi un'esperienza interessante! ;D


Giudizio personale:
8.5/10






2 commenti:

  1. Sembra davvero molto, molto interessante *^* soprattutto mi intriga che sia così immersivo :D

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    1. Per essere così breve, tende davvero a "risucchiarti" in una maniera pazzesca, Kate! :D

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