Disponibile a partire dal 27 febbraio
Potete acquistarlo in italiano QUI
Attenzione: la seguente recensione fa riferimento all'edizione originale americana del libro!
"Kihrin, l'apprendista di un bardo, è cresciuto ascoltando storie di gesta leggendarie. Costretto a rubare alla disperata ricerca di una via d'uscita dalla povertà dei bassifondi di Quur, una sera fa irruzione nella casa sbagliata: marchiato da un demone, da lì in avanti la sua vita non sarà più la stessa. La difficile situazione di Kihrin lo porta al cospetto dei reali, che lo rivendicano come il figlio perduto del loro principe immorale. Ma lungi dal vivere il sogno, Kihrin è in balìa delle spietate ambizioni della sua nuova famiglia. Tuttavia, tentare la fuga dalla sua gabbia dorata non fa che peggiorare le cose. Kihrin è inorridito nel sapere che egli è al centro di un'antica profezia. E ogni fazione - dèi, demoni, draghi e maghi - lo rivendicano come propria pedina. Quelle vecchie storie che aveva ascoltato sin da piccolo, in cui l'eroe vince sempre, erano piene di menzogne. O forse no... Forse Kihrin non è un eroe, e il suo destino non è di salvare l'impero. Forse il disegno che il fato ha per lui è quello di distruggerlo."
"La Caduta dei Re" è il primo libro della serie "Il Coro dei Draghi" di Jenn Lyons.
La saga, che potremmo tranquillamente classificare come high fantasy, sarà composta in totale da cinque volumi.
Non posso esimermi dal sottolineare che "La Caduta dei Re" è un romanzo d'esordio; probabilmente l'informazione non servirà a cambiare la vostra percezione dell'opera, ma sappiate che ha influito sulla mia valutazione complessiva: alla Lyons ho infatti deciso di perdonare parecchi difetti, piccoli ma "micidiali" errori strutturali che da parte di un autore più esperto sarebbero stati semplicemente intollerabili.
Cercare di riassumere la trama di questo libro in poche parole sarebbe una "mission impossible" che probabilmente neanche la Lyons stessa sarebbe in grado di assolvere. Perciò mi limiterò a dire che la storia è molto "protagonista-centrica" e narra le peripezie di un orfano quindicenne chiamato Kihrin; il ragazzo, affascinante e smaliziato come un novello James Bond, scemarello e tontolone come uno scafato Austin Powers, scoprirà di essere l'erede perduto di un'antica casata nobiliare e verrà suo malgrado coinvolto all'interno di un losco intrigo per il controllo dell'Impero.
Una premessa che, purtroppo, sa molto di "già visto, già letto, già sentito", e che l'autrice secondo me non è stata in grado di declinare in maniera particolarmente innovativa.
La Lyons ha cercato infatti di compensare a questa palese mancanza di originalità ingarbugliando la trama e infarcendola di complicazioni; una decisione che, a mio avviso, è servita soprattutto ad appesantire la narrazione e a rendere le ultime 200/300 pagine del libro vagamente insopportabili.
Adoro la casa editrice Tor, e la linea editoriale che ha deciso di adottare in questi ultimi anni incontra decisamente tutta la mia approvazione, ma ho notato che alcuni dei loro editor tendono a battere un po' la fiacca: "The Ruin of Kings" non è il primo dei loro romanzi che avrebbe avuto bisogno di un intervento più massiccio, e di sicuro il ritmo del libro avrebbe solo potuto trarre beneficio da qualche "piccolo" taglio qua e là.
Ciò premesso, non credo ci fosse assolutamente bisogno di presentare un miliardo di personaggi e cinquecentomila cavilli relativi al sistema magico per capitolo, soprattutto considerando il fatto che, praticamente fino alla fine, la trama rimane un ammasso nebuloso e informe di nozioni ed eventi, in cui restano ancora da chiarificare gli obiettivi del protagonista e il tema portante del romanzo.
Una qualità de "La Caduta dei Re" che è riuscita a colpirmi in maniera positiva, viceversa, è la cura maniacale che è stata riservata alla costruzione dell'ambientazione.
La Lyons ha riservato senz'altro una grande attenzione al suo word building e alla definizione di un complesso pantheon di divinità e personaggi mitologici; se soltanto fosse stata in grado di dosare un po' meglio il modo in cui queste informazioni ci vengono comunicate, probabilmente alla fine del libro mi sarei ritrovata sopraffatta dalla meraviglia e dalla soggezione, anziché dalla confusione e dalla pura frustrazione.
Le numerose note aggiunte a pie' di capitolo non fanno altro che peggiorare queste sensazioni, dal momento che sono composte al 99,9% di infodump e precisazioni che non hanno assolutamente alcuna ricaduta sul resto della trama.
Se "La Caduta dei Re" fosse un anime o un manga, non avremmo nessuna difficoltà ad affermare che si tratta di un "harem".
Personalmente non sono una fan del genere; ma se apprezzate questo genere di scenario, probabilmente non vi disturberà sapere che il pre-adolescente protagonista di questo libro finisce a letto con il 95% dei personaggi femminili (respingendo il restante 5% con tutte le sue forze...), a prescindere dal fatto che le suddette donne possano essere giovani o vecchie, belle o brutte, buone o cattive. Il suo migliore amico ha una cotta per lui, i cattivi vorrebbero adottarlo e gli dei stessi dei si dimostrano pronti a porre il destino del cosmo nelle sue mani, per nessuna ragione migliore del fatto che Kihrin è in realtà un bel ragazzo alto, biondo e con gli occhi azzurri in un mondo composto soprattutto da gente bassa, bruna e tarchiata.
Il livello di introspezione psicologica (va da sé...) è abbastanza scarsino e alcune scelte narrative sembrano ispirarsi palesemente ad opere già affermate.
Ma l'autrice può vantare una potente immaginazione e un discreto senso dell'umorismo, oltre a una considerevole abilità nell'arte della descrizione, per cui le prime 300 pagine del romanzo si rivelano scorrevoli, intriganti e piacevolmente misteriose.
Purtroppo la pesantezza del ritmo e l'assenza quasi costante di tensione drammatica hanno smorzato una buona parte del mio entusiasmo nei confronti di questa serie... Non so ancora se leggerò i prossimi volumi, ma penso che terrò d'occhio i progetti futuri dell'autrice con un certo grado di curiosità.
Giudizio personale:
5.0/10
Mi sa tanto che, al massimo, terrò d'occhio l'autrice per vedere se migliora con l'esperienza... ma da quello che hai scritto questo libro in particolare mi farebbe venire l'orticaria anche se è un'opera prima 😅
RispondiEliminaSpero anch'io che migliori con l'esperienza, anche perché alla fine ha delle belle idee!
EliminaMa è una di quelle saghe che mi pento quasi di avere iniziato: perché una parte di me sarà sempre tentata di scoprire il finale, mentre l'altra parte... diciamo solo che ho quasi dato un party, il giorno in cui sono finalmente riuscita a finire questo primo, interminabile volumone! XD
uhmmm già non mi convinceva, ma adesso ho le idee chiare: penso proprio che lo snobberò ^^"
RispondiEliminaNon lo considero esattamente "imperdibile", Giusy... Per usare un eufemismo, ehehe! ;D
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