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E poi la ragazza si considera un’improbabile soccorritrice: in fondo lei è una debuttante molto glamour, con i suoi abiti chic e l'impeccabile rossetto rosso, più adatta ai party della vivace vita sociale di Città del Messico che alle brumose atmosfere della campagna rurale.
Ma al tempo stesso Noemí è molto forte e intelligente, dotata di una volontà incrollabile, e non si lascerà certo spaventare facilmente: né dal nuovo marito di sua cugina, che l’attrae e la terrorizza al tempo stesso; né dal padre di lui, un anziano patriarca che sembra molto affascinato da Noemi; e tantomeno dalla casa stessa, che comincia a invadere i sogni della giovane con visioni di sangue e catastrofi..."
“Mexican Gothic" è il secondo libro di Silvia Moreno-Garcia che leggo. Il primo, un retelling ispirato al folclore maya chiamato "Gods of Jade and Shadow", a dire il vero non era riuscito a
impressionarmi in maniera particolare. Ma è bastata un'occhiata alla trama di questa sua nuova uscita per
incendiare la mia immaginazione in una salva di fuochi d'artificio
scoppiettanti, per cui... be', ormai lo sapete come sono fatta, no? Ho pochi vizi,
ma in materia di libri e tè freddo zuccherato resterò sempre un’irrecuperabile
peccatrice.
E poi, ammettiamolo... "Mexican Gothic" promette fin dai suoi primi capitoli una casa infestata, oscuri misteri
familiari, inquietanti episodi di cannibalismo,
rapimenti, morti, resurrezioni e chi
più ne ha, più ne metta.
Considerando gli ingredienti, stavolta cosa sarebbe potuto
andare storto, secondo voi?
Almeno un paio di cosette, è saltato fuori alla fine.
Da un punto di vista meramente oggettivo, credo che "Mexican Gothic" sia un ottimo
libro. Un'opera per cui Silvia Moreno-Garcia sembra essersi preparata
accuratamente e a lungo, leggendo ogni singolo romanzo gotico su cui le sia capitato di mettere le mani. La sua
padronanza dell'immaginario dell'epoca
(e del genere) mi ha lasciato a bocca aperta. La premessa iniziale ("Crimson Peak" sullo sfondo di una
lussureggiante ambientazione messicana...) da questo punto di vista ha
pienamente soddisfatto le mie aspettative.
Lo stile sensuale
e allusivo dell'autrice, peraltro, si sposa bene con il tema e soprattutto con
le atmosfere di "Mexican Gothic":
un romanzo dalle tonalità
sorprendentemente calde, sinuose, molto più esplicito e diretto nel suo
complesso apparato allegorico di qualsiasi banale racconto di fantasmi
ambientato in una gelida e tempestosa brughiera inglese.
L’eroina della storia, Noemi,
è una vivace giovane donna dell'alta società messicana. Una ragazza avida di
vita sociale e di bei vestiti, di stimoli intellettuali e di sfide ancora da
tutte da esplorare. Lontanissima da ogni stereotipo di genere, Naomi viene
costretta ad abbandonare la sua interminabile schiera di toy-boys e la sua carriera universitaria per improvvisarsi
salvatrice e correre in soccorso dell'amata cugina Catalina, vittima di un ambiguo matrimonio.
Ad aspettarla in fondo al viaggio, una lugubre magione piena
di regole incomprensibili, una losca famiglia di slavati britannici con la
fissa della purezza razziale e intere alcove cariche di arcani orrori...
Purtroppo devo ammettere che, al di là di questi risvolti
intriganti e delle effettive virtù stilistiche dell'autrice, per me portare a
termine la lettura di "Mexican Gothic"
si è rivelato un processo lungo e laborioso.
Il carico di "morbosità
applicata" riservata ai personaggi a un certo punto ha cominciato a
farsi un tantino eccessivo, per i miei gusti personali. O forse è stata colpa
del love interest della protagonista,
che francamente ho cominciato a disprezzare dopo poche pagine. O della
prevedibilità dell'intreccio, che a furia di giocare con i tropes e con le atmosfere a un certo punto ha preso a sembrarmi
banale.
Potrei anche essere rimasta leggermente infastidita della tendenza dell'autrice a far pendere
sulla protagonista la minaccia di un’atroce violenza sessuale una pagina sì e l’altra
pure.
Potrei, eh?
Usiamo il condizionale, in uno slancio di generosità da
blogger della domenica, ma la verità è che mi aspettavo ci fosse una differenza
sostanziale fra la trama di "Mexican
Gothic" e quella di "Girls of Paper and Fire", da questo punto di vista.
Ma ribadisco: se amate le storie un po' sordide, piene di
cripte scricchiolanti, ripugnanti giggioni dal sorriso lascivo e fosche visioni
ectoplasmiche intraviste con la coda dell'occhio, prendete in considerazione
questo libro.
Sono convinta che lo amerete.
Anzi, meglio ancora: sono convinta che vi farà rabbrividire
fin nel midollo delle ossa.
Giudizio personale:
7.0/10
Queste atmosfere mi fanno impazzire!
RispondiEliminaAnche a me, Mik! Anche a me! *_____*
EliminaPotrebbe fare per me, ed entrare nella mia ormai infinita WL.
RispondiEliminaIo spero che ci riesca, Kate: è un libro che merita! ^____^
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