A mo’ di buon augurio, cominciamo il nuovo anno con la recensione di “One Last Stop” di Casey McQuiston, alias uno dei libri più vivaci, gioiosi e colorati che abbia letto nel 2021!
Una scoppiettante commedia
romantica in salsa fantastica,
che ruota intorno all’incontro fra una cinica ragazza amareggiata dalla vita e
una combattiva punk ribelle, rimasta intrappolata in una sorta di loop temporale fin dai ruggenti anni ’70...
La trama
August si è
appena trasferita a New York.
In realtà, parlare di “trasferimento” non è proprio
corretto, dal momento che la sua è stata più che altro una fuga: un piano scaturito
dalla necessità di allontanarsi da sua madre, sempre più consumata dai denti
acuminati di un’ossessione
impossibile.
L’idea, adesso, è quella di terminare gli studi, trovare un
lavoro, magari riuscire finalmente a stringere un’amicizia o due... Nulla di
complicato: tutto quello che ci vuole, pensa August, è continuare a tenere la testa bassa e la guardia alta; perché, si sa, il mondo è pieno di insidie, e la
possibilità di ritrovarsi con una testa rotta (o un cuore spezzato) si annida
dietro ogni angolo.
Si dà il caso che i nuovi coinquilini e vicini di
casa di August siano di tutt’altra opinione: un’eccentrica e allegra combriccola di artisti che include, fra
gli altri, un medium transessuale, una drag queen che, di giorno, si trasforma
in un affabilissimo contabile, e una brillante ragazza in grado di trasformare
un tostapane in una navicella spaziale.
August è incuriosita dal loro stile di vita alternativo e dalla loro capacità di affrontare ogni
problema con l’impeto di un uragano; ma, soprattutto, è attratta dal loro calore, dal loro cameratismo,
dalle incredibili avventure che sente raccontare ogni giorno fra le pareti del
suo nuovo appartamento.
Eppure, la magia –
quella vera – non entra a far
parte della sua vita fino al giorno in cui, alzando lo sguardo nel
vagone di un treno della metropolitana affollato,
non ha finalmente l’opportunità di notare una giovane donna avvolta in un’iconica
giacchetta di pelle.
Jane, la ragazza impossibile: legata a doppio
filo con quella particolare linea della metropolitana da oltre trent’anni,
sbalzata da un punto della linea
temporale all’altro senza possibilità di appello.
August è stregata. Ma riuscirà a strappare Jane dalle
grinfie di quel perfido “incantesimo” sotterraneo, o la loro tragica storia si
concluderà ancora prima di cominciare?
La magia della Grande Mela
Non leggo molti new
adult, ormai lo sapete.
Fantasy per adulti e YA, in quantità industriale; una mezza
dozzina di thriller all’anno e un paio di romance f/f rivolti al pubblico delle
lettrici un po’ più grandicelle: la mia “dieta” libresca, di solito, si compone
in questo modo.
Ma di “One Last Stop”
avevo sentito parlare così tanto (l’autrice è la stessa di “Rosso,
Bianco e Sangue Blu”, tradotto di recente dalla Hope...), che, fra una
cosa e l’altra, alla fine non sono proprio riuscita a resistere!
Alla resa dei conti, devo ammettere che Casey McQuiston è
riuscita a stupirmi.
Il suo, tanto per cominciare, è un romanzo che risponde
perfettamente alla definizione di “feel-good
books”; 400 pagine di puro ottimismo,
energia, passione e voglia di cambiare il mondo.
Ma “One Last Stop”
non si sottrae alla responsabilità di raccontare anche i lati oscuri della nostra epoca (che poi sembrano gli stessi in ogni epoca, in realtà...), con il suo
carico di pregiudizi, alienazione e crudeltà gratuita.
Semplicemente, l’autrice sceglie – in modo del tutto
deliberato – di porre l’accento soprattutto sul ruolo svolto da tutti
quegli emarginati “metropolitani” che,
posti al cospetto un mondo freddo, oppressivo e bellicoso, decidono di armarsi
di un sorriso e reagire con coraggio,
speranza e umanità.
Sognatori, intellettuali, romantici nell’anima... Persone straordinarie, che, contro ogni
aspettativa, riescono a ritagliarsi il proprio posto e a diventare forti; a
unirsi in un’indomabile comunità
improntata sull’amicizia, sulla compassione, sul cambiamento e sulla capacità
di amare il prossimo.
È facile capire, quindi, come di “One Last Stop” io abbia amato moltissimo le numerose sottotrame; sia per il modo in cui ciascun
arco narrativo riesce a legarsi agli altri, amplificando magistralmente le
tematiche affrontate dalla trama principale, sia per lo splendido cast di personaggi secondari che si rivelano in
grado di regalarci.
August e Jane
Anche se le tonalità del
romanzo restano leggere dall’inizio alla fine, credo che “One Last Stop” sia in grado di offrire ai suoi lettori, fra le
altre cose, una credibilissima rappresentazione
di una tematica che a me è sempre stata a cuore: vale a dire l’ansia, e i mille modi in cui questo
piccolo, grande mostro tende a influenzare
le scelte quotidiane delle persone che avvertono il suo influsso in modo
particolare.
Identificarsi nelle gioie e nei dolori di August, anche per
questo motivo, si rivela davvero semplicissimo. Nella sua ricerca di un posto,
di una “casa” (e una famiglia) a cui appartenere, di un
motivo per cui continuare a esistere e lottare... nel suo bisogno
incontrollabile di tornare a credere
in qualcosa,
nell’ambito di una società che, nel corso degli ultimi cento anni, ha fatto di
tutto (ma veramente, veramente di tutto...) per assicurarsi che
sulle nostre vite non aleggiasse più neanche un soffio di misticismo o magia.
Jane, invece, è un personaggio che, secondo me, matura con
lo scorrere delle pagine.
Una delle poche cose di “One
Last Stop” che non sono stata in grado di apprezzare (insieme all’eccessiva
lunghezza), in effetti ha a che fare proprio con la sorta di insta-love che si viene a creare fra
le due protagoniste.
Un difetto che, a
poco a poco, l’autrice cerca di riscattare, facendo del suo meglio per
trasformare Jane in una co-protagonista credibile; da manic pixie dream girl a giovane donna di carne, sangue e ossa,
perfino problematica a suo modo, anche se non tutte le sue reazioni mi sono
parse convincenti allo stesso modo.
Un romanzo gioioso, vivace e colorato sembra proprio ciò di cui tutti abbiamo bisogno dal 2020 a questa parte :D
RispondiEliminaEsatto, Kate... Hai detto benissimo! :D
Elimina