martedì 9 ottobre 2012

Recensione: Il manichino





Titolo originale: The Mall
Autore: S. L Grey
Serie: //
La trama: "Dan è un ragazzo inquieto e poco socievole che lavora in uno squallido, enorme centro commerciale. Odia il suo lavoro. Rhoda è una giovane freak nera, sfregiata da una cicatrice che tutti guardano con orrore, e ha qualcosa in comune con Dan: odia la propria vita. Un giorno Rhoda, per procurarsi la cocaina, trascina al centro commerciale il bambino a cui fa da baby sitter ma, in un momento di disattenzione, il ragazzino sparisce e lei va nel panico. Poi vede Dan e lo costringe ad aiutarla. Mentre esplorano corridoi illuminati dai neon sulle tracce del piccolo, inquietanti SMS li attirano nelle viscere dell’edificio, dove sono accatastati mucchi di vecchi manichini e dal soffitto gocciola uno strano liquame. Tentando di fuggire da quel macabro spettacolo, si rendono conto di essere rimasti invischiati in un allucinante gioco a quiz gestito da qualcuno che rimane sempre nell’ombra e che dall’ombra osserva e ascolta ogni loro minimo gesto, ogni sillaba, ogni brivido d’orrore. Inseguiti da esseri informi, precipitano in un inquietante e mostruoso mondo parallelo, dove i commessi sono incatenati ai banconi, dove nessuno è normale, dove l’universo intero sembra popolato da manichini e freak che ai tavolini del bar si cibano di poltiglie sanguinolente. Riusciranno mai Dan e Rhoda a ritornare alla loro realtà? A sfuggire alla mente mostruosa che li vuole persi per sempre nei labirinti infernali dell’enorme, disumano centro commerciale?"
Ambientazioni: la storia si svolge in Sud Africa, in un vastissimo centro commerciale che si rivela la via d'accesso ad un'inquietante e davvero sinistra dimensione parallela. In questo "secondo" centro commerciale, tutti gli abitanti si rivelano succubi dei desideri di una fantomatica (nonché psicopatica) Direzione Generale, che si occupa, dal canto suo, di dividere i bizzarri membri della "comunità" in 3 gruppi: Addetti al Servizio Clienti (alias zombie-commessi dal sorriso sempre pronto), Compratori (maniaci dello shopping), e sbandati (che vivono nei sotterranei, intrecciando collanine fatte di code di topo...)
Personaggi principali:
- Rhoda: una giovane dalla parolaccia facile e dal temperamento piuttosto aggressivo, con dei problemi di dipendenza da cocaina sulle spalle e in fuga dalla propria casa. Rhoda rappresenta essenzialmente tutto ciò che le eroine nei libri fantasy o horror non sono mai: non è bella ( ha il corpo che pare un ceppo secco e una vistosa cicatrice che le solca una guancia), non è altruista, non è responsabile, non ha un buon odore alla frutta, non è educata, non è pulita, non è (nel modo più assoluto) una persona affidabile... Proprio per questo, forse, la sua carica vitale da ragazzaccia da strada metropolitana risulta per larga parte del romanzo assolutamente irresistibile.
- Dan: è a sua volta l'anti-eroe meno "virile" e "belluccio" che si possa immaginare! XD Fa il commesso in una libreria, viene sempre ignorato oppure preso in giro da tutti, è palliduccio, ha la pancetta e viene pestato da Rhoda in almeno una mezza dozzina di occasioni. Rhoda lo descrive spesso come una sorta di "emo senza speranza". Ma Dan è anche un bravo ragazzo, a modo suo, con delle qualità molto più importanti dei muscoli, della spavalderia da due soldi o dell'aspetto da star delle soap opera...
- Colt: commessa-zombie del negozio di telefonia presso l' "altro" centro commerciale. Ha qualche problemino di peso... anche se non del tipo che voi o io potremmo immaginare, vi assicuro! XD
- Rose: madre di Dan, apprensiva e benestante. Vorrebbe fingere di vivere in un piccolo mondo ordinato e perfetto; ma anche nel suo passato si nasconde ben più di un semplice scheletruccio nell'armadio.
- Freak del Centro Commerciale: ce ne sono tantissimi XD, e per ciascuno bisognerebbe aprire una voce a parte, se si avesse intenzione di descriverne l'aspetto. Hanno comunque tutti in comune almeno due cose: sono fisicamente mutilati, e mentalmente privi di qualsivoglia forma di volontà propria.
Le mie opinioni:
"Il manichino" potrebbe in apparenza sembrare un romanzo piuttosto bizzarro, dal momento che non si può facilmente inscrivere in nessuna categoria di genere particolare. Si pone infatti al confine fra la letteratura dell'orrore e il thriller, sfiora svariate tematiche legate al mondo del fantasy (il percorso di crescita personale compiuto dai due protagonisti, la convivenza fra più piani di realtà alternativa, le rocambolesche fughe per sfuggire ad agghiaccianti creature, eccetera) nonché dello sci-fi.
Deve senz'altro moltissimo a numerosi romanzi, film o persino videogiochi horror usciti nel corso degli ultimi anni: la memoria corre immediatamente a "Silent Hill", ad esempio, dal momento che il binomio "personaggi ignari persi in un mondo parallelo infestato dai mostri + inquietanti manichini" non è affatto nuovo a noi fan di vecchia data della silente città avvolta dalle nebbie più famosa che ci sia, ma anche a "La città incantata" di Myazaki! :)
D'altra parte, il libro d'esordio di S.L. Gray (pseudonimo dietro il quale si nasconde un'accoppiata di autori, Sarah Lotz e Louis Greenberg ) è anche e forse soprattutto un romanzo con fortissime connotazioni parodico-satiriche, che solleva, seppur in modo senz'altro "brioso" ed umoristico, diverse questioni legate al tema del consumismo più assurdo e sfrenato. Non vi anticipo nulla di particolare per non rovinarvi il gusto della lettura, ma, credetemi... alcune trovate dei due autori in questo senso sono veramente spassose: nell' "altro centro commerciale" si può, ad esempio, tranquillamente consumare un gigantesco panino alla carne grondante sangue da "MacColons", divorare cartocci di patatine grandi come scatole da scarpe, e poi fiondarsi in sala a guardare il nuovo cartone animato più atteso da grandi e piccini: "Cenerentola 2 - Il Divorzio"! XD
I protagonisti della storia, due giovani emarginati fra loro molto diversi, che non hanno mai potuto veramente inserirsi nella società a causa della loro originalità e innata vena ribelle, si ritrovano catapultati loro malgrado in questo folle, sopraffacente meccanismo amplificato e straniante, che cercherà in ogni modo di risucchiarli, di "corromperli", di trasformare l'originale in copia, di disumanizzare e catalogare, spingendo il vacuo, sciocco culto dell'estetismo e dell'apparenza fisica a tutti i costi fino ai suoi margini più estremi, con effetti senz'altro grotteschi ma, c'è da dirlo, per noi che leggiamo, decisamente divertenti! XD
Questo è probabilmente il maggior pregio de "Il manichino", dopo tutto: il fatto di rappresentare una lettura intellettualmente stimolante e, nello stesso tempo, oltremodo divertente! Le sparate folli di Rhoda, le paranoie di Dan... sono cose di cui sorridiamo, ma contemporaneamente, forse, riescono anche a solleticarci un angolino del cervello: perché alzi la mano chi, dopotutto, non si è mai soffermato a riflettere per davvero su quello a cui, socialmente parlando, stiamo correndo gioiosamente incontro? Alla perdita della nostra identità? Al fatto che ormai nove persone su dieci non riescono più a desiderare di ottenere o costruire nulla di diverso da quanto suggerito loro da qualche patinatissimo spot pubblicitario visto in tivù o sui cartelloni pubblicitari che incombono su di noi per la strada? A quanto tutto ciò stia diventando normale, proprio come se le nostre menti non fossero capaci di immaginare in alcun modo un mondo diverso?
Ideali di perfetta bellezza, calchi presi in prestito dai manichini e dalla plastica; ideali di vita perfetta, quattro persone abbronzate sedute intorno al tavolo della colazione, nemmeno una briciola sui loro menti o un minuscolo granello di forfora sulle loro spalle; ideali di felicità perfetta... che passano per l'acquisto di roba, come se la roba potesse tenere lontani gli spettri, le delusioni, le mortificazioni, le inevitabili sconfitte quotidiane.
Un universo parallelo, fatto di fantocci e di oppressive, fameliche allucinazioni a occhi aperti...
Parallelo, dunque, sì, provano ad azzardare i due autori... ma fino a che punto?
Fra i difetti più vistosi de "Il manichino", direi che spiccano senz'altro invece una certa discontinuità narrativa e un cattivo "dosaggio" del ritmo. La parte centrale del libro è senz'altro la più avvincente e interessante; mentre il viaggio attraverso i tunnel, nella parte iniziale, viene in qualche modo "oscurato" dall'uso di un pessimo apparato descrittivo, che trasforma la situazione, di per sé potenzialmente intrigante, in una nebulosa e incerta discesa in un inferno dai contorni molto, molto sfocati.
Poco credibile, ai miei occhi, è inoltre risultata l'evoluzione di Dan; mentre Rhoda mi è parsa, pur nei suoi (frequenti) momenti di fastidiosa ed eccessiva aggressività, un personaggio tutto considerato molto più sfumato e convincente.

Giudizio personale: 7.2/10


Le letture che accosterei a "Il manichino":


Lewis Carroll - Alice in Wonderland


Stephen King - Quattro dopo Mezzanotte


Douglas Preston e Lincoln Child  - Relic



:)

8 commenti:

  1. Risposte
    1. Ora infatti ho messo nella mia lista dei libri ambiti anche il secondo di S. L. Grey, "The Ward": sembra quasi un sequel, anche se ha dei personaggi diversi ed è ambientato fra le corsie di un ospedale, invece che di un centro commerciale! :D

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    2. Wow! :D Nulla in comune col film di Carpenter? :)

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    3. No no, solo il titolo è uguale, credo!! :) E meno male, perché, a dire la verità, il "The Ward" cinematografico non mi ha convinto per nulla! Il libro di S.L Grey invece ha, almeno apparentemente, qualcosa di interessante: di nuovo mondi paralleli nella trama, e ancora una volta personaggi fuori dalle righe come protagonisti! :D

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  2. Mi ha fatto molto piacere leggere i tuoi commenti positivi.

    Per chi fosse indeciso, lo consiglio anche io. È un romanzo assurdo e divertente, pieno di freak e di situazioni fuori di testa. Ma al tempo stesso è un'interessante riflessione sulla società contemporanea.

    Buona lettura!

    Marco Ceragioli (il traduttore...).

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    1. Grazie mille, Marco! Approvo e condivido ogni parola che hai scritto! ^^

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  3. personalmente i risvolti psicologici di Dan li ho ritrovati pertinenti. sarà che da maschietto in alcuni aspetti post-adolescenziali mi ci sono rivisto :-)
    Di sicuro poter trovare tutte queste sfaccettature in un libro prettamente horror/fantastico è tanta roba di questo periodo.
    Bella recensione, complimenti

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    1. Grazie mille! ^^ Sono d'accordo, purtroppo non è facilissimo riuscire a trovare altrettanti spunti e sfaccettature nei romanzi horror e fantastici attuali... anche senza tener conto del paranormal romance che su tutto incombe e su ogni opera che aspiri a pubblicazione e successo aleggia minacciosa XD, intendo dire naturalmente! XD :)

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