"Faeries of Dreamdark: Blackbringer":
l'esordio letterario dell'autrice de "La Chimera di Praga"!
"Quando l'antico male rappresentato dal Blakcbringer risorge per disfare il mondo, soltanto i determinati fairy si stagliano sulla sua strada! In ogni caso, Magpie Windwitch, nipote del vento dell'Ovest, non è come gli altri faery. Mentre la sua specie vive reclusa nelle profondità delle foreste di Dreamdark, lei dedica la sua vita a dare la caccia e a ricatturare i demoni fuggiti dalle loro antiche bottiglie, proprio come la sua eroina, la leggendaria Bellatrix, fece 25000 anni prima. Con la sua fedele gang di corvi, viaggia attraverso il mondo, combattendo ciò da cui gli altri scelgono di scappare. Ma quando un demone fugge da una bottiglia sigillata dallo stesso antico Re dei Jin - il creatore del mondo - Magpie potrebbe essere nei guai...
Come può una singola fatina, persino con l'aiuto dei suoi amici, sperare di sconfiggere l'impenetrabile oscurità del Blackbringer?"
Comincia bene questa avventura per ragazzi, che secondo me richiama molto da vicino la tipologia di racconto de 'Le cronache di Spiderwick', sebbene sia destinata ad un pubblico probabilmente più adolescenziale che infantile.
Si tratta del racconto delle gesta di una giovanissima eroina, tale Magpie Windwitch, 'fatina' cacciatrice di diavoli, un po' combattente, un po' maga, nipote di un Vento Elementale e Prescelta designata dalla classica profezia di turno.
Magpie si muove, insieme al suo fedelissimo stormo di corvi (i suoi tutori, il suo clan, una compagnia di attori itineranti; i corvi sono questo e ben altro ancora, per Magpie: sono una parte importantissima della sua famiglia!) in un mondo che sta letteralmente 'cadendo in pezzi' davanti ai suoi occhi: l'Arazzo del creato, il tessuto che sostiene la Creazione, sta infatti logorandosi ogni giorno sempre di più, e non c'è nulla, a quanto pare, che le incaute e 'smemorate' creature fatate possano fare per cercare di modificare questa disastrosa situazione.
Ai giorni di Magpie, infatti, il popolo fatato si è ormai tramutato nella triste e sbiadita ombra di se stesso: l'antica magia scorre potente nel sangue di Magpie e di pochi altri compagni, ma per il resto della loro gente i ricordi dei giorni degli albori, dell'età d'oro e della grande magia, appartiene soltanto al mito, alla leggenda...
Gli umani, come se non bastasse, hanno massacrato i nobili draghi senza lo straccio di un motivo, condannandoli all'estinzione, e sparso solo miseria e inquinamento ovunque siano riusciti a posare le mani.
In questo contesto, cupo e quantomai disperato, sorge la nuova minaccia che Magpie dovrà affrontare: il Blackbringer, il portatore dell'ombra, la tenebra incarnata, è infatti tornato dal passato in cerca della sua vendetta, della sua libertà e mirando, forse, alla fine della vita stessa!
A catturare subito il mio entusiasmo in questo romanzo, è stata in un primo momento l'aura di eccentricità iniziale che molti dei personaggi si portano appresso: corvi che fumano il sigaro e che recitano su un palcoscenico; una fatina selvaggia e scapestrata, cresciuta dai corvi; un 'fatino' dalle ali inservibili, più bravo a cucire con ago e filo incantati, che a combattere servendosi di un pugnale; una bellissima ma parecchio bislacca fata dai capelli rossi che parla di continuo con alberi e piante; una falsa regina che pretende di essere qualcosa di impossibile...
Insomma, le premesse iniziali per creare qualcosa di intrigante c'erano tutte; peccato che, ad un'analisi solo un tantino più attenta, salta fuori che tale accattivante patina di originalità è un rivestimento soltanto superficiale: sotto a questo 'involucro' patinato si nascondono infatti, come al solito, i classici stereotipi cari ai racconti di questo tipo!
E così, ecco che abbiamo la classica eroina tutta d'un pezzo, l'eletta destinata a salvare il mondo, che si innamora dell'orgoglioso e un pò triste principino incapace di volare e dai classici, sdolcinati occhioni blu; la migliore amica dai capelli rossi, Poppy (la mia preferita, comunque, malgrado il nome orribile! XD) che altro non è se non la classica fanciulla dal cuore nobile e lo sguardo dolce; i corvi affettuosi e iper-protettivi che farebbero qualsiasi cosa per la loro adorata Magpie; una regina cattiva la cui figura serve a trasmettere un importante insegnamento morale ('non è una corona a fare una regina'), ma che sinceramente, a parte questo, non ho ancora ben capito cosa ci stesse a fare... eccetera, eccetera...
Tutto quanto in questo romanzo ruota intorno al personaggio di Magpie, gli altri personaggi, tutti quanti, sembrano vivere esclusivamente in funzione di lei, e questo, alla lunga, tende a risultare parecchio snervante.
Il difetto, per quanto grande, viene tuttavia compensato da un discreto intreccio e da un'ottima capacità di descrivere i poteri magici di Magpie, basati sull'uso di particolari "glifi" e sulla manipolazione (all'inizio più che altro involontaria) del fondamentale Arazzo.
Bella è anche l'idea della 'serendipity', la facoltà speciale che consente ad uno dei personaggi secondari di trovare sempre, a prescindere dalle circostanze, l'esatta cosa di cui ha bisogno, nel preciso istante in cui ne ha bisogno.
Anche la componente avventurosa contribuisce a tenere alto il livello d'attenzione generale, così come un paio di colpi di scena abbastanza ispirati.
Il finale sarebbe stato carino... bé, se non fosse stato per un paio di risvolti veramente troooppo prevedibili, almeno! XD
Giudizio personale. 7.2/10
:)
Adoro questa autrice :D
RispondiEliminaIo ho senz'altro amato molto l'originalità e i tratti eccentrici di alcuni dei personaggi! Ho "La Chimera di Praga" pronto per essere letto non appena avrò terminato "Le tredici" di Susie Moloney! :D
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