"Una stanza buia. Un registratore acceso. Un giornalista. E un vampiro. Da quasi due secoli, ormai, Louis de Pointe du Lac non è più un uomo: è una creatura della notte, e ha tutta la notte a disposizione per convincere Daniel, il giornalista, che la storia che gli sta raccontando è vera. Così come è vero il suo volto, tanto pallido ed esangue da sembrare trasparente, di una bellezza soprannaturale e per sempre cristallizzata. Louis racconta di come abbia ricevuto il dono (o forse la maledizione?) della vita eterna proprio quando non desiderava altro che la morte. È il 1791, è un'altra New Orleans, e Louis, in seguito al suicidio dell'amatissimo fratello, vorrebbe soltanto seguirne il destino. Ma la seduzione del dono oscuro è potente, specialmente se ha i modi, la voce e l'aspetto di Lestat. Sensuale e affascinante, crudele e allo stesso tempo capace di profonda commozione, Lestat ha bisogno di Louis tanto quanto Louis ha bisogno di lui. Quando infine, dopo anni di scorribande notturne, Louis sta per decidersi ad abbandonare Lestat, questi gli fa il regalo più grande: Claudia. Una bambina di appena cinque anni, in fin di vita, che solo il dono oscuro può salvare. L"unico peccato che il sacrilego e irriverente Lestat non si può permettere: creare una vampira di soli cinque anni. Una vampira bambina, che non crescerà mai. E sarà l'inizio della fine."
Era il "lontano" 1976 quando una giovane scrittrice esordiente di nome Anne Rice dava alle stampe il suo primo romanzo, "Intervista col vampiro", un'originalissima reinterpretazione, in chiave moderna, del mito, ormai ultracentenario e inflazionatissimo, del vampiro.
Un libro destinato in breve a diventare non soltanto un amatissimo best-seller capace di imporsi all'attenzione degli appassionati di mezzo mondo, ma anche una pietra miliare nell'intera storia del genere gotico e horror, e a inaugurare la felice e fortunata serie de "Le Cronache dei vampiri", ormai giunte anche in Italia al loro decimo capitolo.
In quanto a me, inutile stare a girarci troppo intorno: considero "Intervista col vampiro" semplicemente il miglior libro sui "figli della notte" che mi sia mai capitato di leggere dopo "Dracula", "Carmilla" e "La regina dei dannati", firmato sempre dalla stessa Rice.
La storia di Louis, Lestat e Claudia mi ha stupito, commosso e affascinato; riempito di meraviglia e di sottile, strisciante, martellante inquietudine; di orrore, di incanto, di repulsione e di ammutolito stupore.
Dagli Stati Uniti alla vecchia Europa, si snoda l'odissea di un giovane uomo tormentato e irrequieto alla ricerca di se stesso e del senso della propria esistenza; una vita eterna e maledetta fatta di dolore e dannazione, di continui interrogativi e di smania autodistruttiva; ma anche, nello stesso tempo, di vorace fame insaziabile e di indomabile spirito di sopravvivenza. I suoi due comprimari, l'ormai leggendario, contraddittorio e perverso vampiro Lestat, promosso al rango di protagonista assoluto in molti dei successivi romanzi della Rice, e la piccola Claudia, la vampira dal dolce viso di bambola costretta a dimorare, prigioniera delle sue stesse fattezze acerbe, nel corpo delicato di una bambina per il resto dell'eternità, completano un tris di personaggi assolutamente indimenticabili, tratteggiati con sfaccettata premura e incomparabile grazia dall'abile penna della Rice.
"Intervista col vampiro" è inoltre forse l'unico libro che conosco in grado di conciliare momenti di horror puro (alcune scene sono, visivamente parlando, di sicuro e forte impatto emotivo) a profonde riflessioni di carattere etico, morale, esistenziale, filosofico; una lettura coinvolgente e appassionante sotto ogni punto di vista, in grado di colpire, sconvolgere e scardinare tutti i punti saldi del lettore, tutto ciò che quest'ultimo credeva di conoscere, e che invece la Rice riesce a presentare sotto una luce completamente nuova, viva, pulsante di calore, particolari, colori ed emozioni.
Certo, lo stile di questa sorprendente autrice è molto, molto particolare; per chi ancora non avesse mai avuto la possibilità di leggere niente di suo, basti dire che sono in parecchi a considerare il suo modo di scrivere eccessivamente prolisso e ampolloso, e a trovare che alcuni dei suoi passaggi più "sofferti", colmi magari fino allo stremo di riflessioni metafisiche e di un pessimismo cosmico talvolta alquanto esagerato (sono la prima a riconoscerlo XD) possono risultare abbastanza "indigesti" e pesanti.
Eppure, secondo me lo stile della Rice è un qualcosa di unico e di portentoso; un incantesimo sensuale e lussureggiante, denso di passione, di simbolismo e di potere, in grado di trascinare verso mondi - e zone del cuore umano - sconosciuti e avvolti dalle ombre più fitte. Lo si ama, perdutamente; oppure lo si detesta, con altrettanto, inevitabile accanimento: e non ci sono mezze misure! XD
Insomma, per concludere... un'affascinante ambientazione "urbana", ma non per questo meno esotica (né lontana, nel tempo e nello spazio...); personaggio misteriosi, intriganti e complessi; un intreccio sofisticato, elegante, secondo me in grado di soddisfare persino il palato di molti fra i lettori più esigenti... Un romanzo da non perdere, nella maniera più assoluta e per nessun motivo al mondo!
E voi, amici, fatemi sapere... Lo avete già letto? ;D
Giudizio personale: 9.2/10
Concordo su tutto: Intervista col Vampiro è stupendo, ma la Rice ha uno stile pesante. Imho va letta per forza in pillole... già due libri di fila è dura.
RispondiEliminaMa ne vale la pena *-*
Assolutamente sì!! *__* Peccato che la serie sulle streghe di Mayfair non mi sia piaciuta altrettanto :(... prima o poi mi deciderò a riprendere anche quella, però! ^^
EliminaLetto e piaciuto! Essendo troppo piccolo, all'epoca della lettura, avevo trovato lenti alcuni passaggi, molto densi anche a livello filosofico, a dire la verità, ma nulla toglie che sia un romanzo grande grande. Devo rileggerlo.
RispondiEliminaAnche a me piacerebbe molto rileggerlo! ^^ Tant'è che dovrei anche finire alcuni dei romanzi più recenti, sono rimasta indietro con la serie, come mio solito! :P
EliminaIo Anne Rice non riesco proprio a leggerla, mi viene sonno >.<
RispondiEliminaTi capisco... Nel senso che a me piace moltissimo, ma mi rendo conto alla grande di come possa possa tranquillamente risultare soporifera XD: anche per me digerire alcuni dei suoi passaggi più "sofferti" è stata dura, e pensare che io la adoro! :P
Elimina9.2??? Caspita! Mi sa che sarebbe il caso di rileggerlo perché sono passati talmente tanti anni che ricordo giusto il nome dei personaggi e il fatto che mi lo avevo trovato mortalmente noioso!!! Forse ero troppo piccola e ora saprei apprezzarlo di più: lo metto nella lista dei "da rileggere" ^^
RispondiEliminaBé, sì sì, a me era piaciuto veramente tanto, anzi, tantissimo!! ^^ Oltretutto, malgrado i passaggi un po' pesanti, ricordo che questo è stato uno dei pochissimi libri che non potevo assolutamente leggere la sera, prima di spegnere la luce e andare a dormire: è talmente cupo, inquietante e ombroso, che sprofondavo inevitabilmente in tutto un lungo vortice di incubi agghiaccianti, se solo ci provavo! XD
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