giovedì 29 agosto 2013

Un libro tira l'altro: Trilogia "Queste oscure materie"


"Tutti siamo soggetti al fato. 
Però tutti dobbiamo agire come se non lo fossimo. 
O morire di disperazione."



"Lyra vive al Jordan College di Oxford. Ma il mondo di Lyra è ben diverso dal nostro. Oltre l'Oceano c'è l'America, ma lo stato più importante di quel continente si chiama Nuova Francia; giganteschi orsi corazzati regnano sull'Artico; lo studio della natura viene chiamato "teologia sperimentale". E soprattutto ogni essere umano ha il suo daimon: un compagno, una parte di sé, di sesso opposto al proprio, grazie al quale nessuno deve temere la solitudine. Ma questo mondo sta per attraversare un periodo critico... "


Nell'ormai distante 2007,  Chris Weitz trasse un film dall'acclamato primo volume della trilogia fantasy che ha reso celebre - in maniera oltremodo controversa, bisogna ammetterlo - il nome di Philip Pullman, straordinario autore britannico.
"La bussola d'oro", primo atto cinematografico della serie "Queste oscure materie", si rivelò (senza nessuna sorpresa, per quanto mi riguarda: il lancio pubblicitario fu un vero e proprio casino...) un flop di proporzioni abbastanza significative, tali da far raggelare all'istante il sangue nelle vene dei produttori e fare abortire seduta stante il progetto di altre due pellicole a venire, le quali, nelle intenzioni originarie, avrebbero dovuto portare a termine le sconclusionate - letteralmente - vicende narrate nel primo film.
A mio personale avviso, il più grande merito del lavoro di Weitz è stato forse quello di aver riportato l'attenzione generale del grande pubblico sui tre libri di Pullman, soprattutto considerando il fatto che, in Italia, "La bussola d'oro", "La lama sottile" e "Il cannocchiale d'ambra", pubblicati dalla Salani, erano ormai diventati volumi praticamente introvabili!
Il primo libro della trilogia introduce il personaggio di Lyra, indomita e un po' altera orfana di una Londra fuligginosa e "alternativa", un universo parallelo in cui la gente cammina per strada accompagnata dalla propria anima, proiettata verso l'esterno e resa visibile, un corpo separato, unito a quello del "proprietario" da un sottilissimo e invincibile filo.
Un daimon, insomma, un demone, lo spirito vitale che, al raggiungimento dell'età adulta, assume le forme di un inseparabile e irrinunciabile compagno, dalle forme animalesche.
L'ambientazione, curatissima, e gli sviluppi della storia mi lasciarono a bocca aperta; così come mi colpì il simbolismo, il macchinoso (e non sempre semplicissimo da interpretare) sistema di allegorie celato dietro ogni piccolo evento, gesto, personaggio o situazione.
La profondità del messaggio, la radicalità delle convinzioni dell'autore, testimoniate dalle azioni intraprese dai suoi personaggi, mi si svelarono innanzi agli occhi come una sorta di "piccolo miracolo": ad oggi, il libro di Pullman rimane forse il più criptico, affascinante e stratificato romanzo fantasy che mi sia mai capitato per le mani...
L' "anti-Narnia", così è stato definito il libro, più e più volte: e, lasciatevelo dire, sotto tantissimi punti di vista, non potrebbe davvero esistere definizione più calzante per descrivere il totale, appassionato e rivoluzionario (nel contesto di un libro che si suppone destinato ai lettori più giovani) materialismo anticlericale di Pullman! XD
Nel successivo romanzo, "La lama sottile", le implicazioni filosofiche e religiose si approfondiscono e passano ad un ulteriore livello: il capovolgimento del mito di Eva, intesa non più come figura nociva e traditrice che causò un gravissimo danno all'umanità, ma come liberatrice, colei che donò, per la prima volta, agli uomini e alle donne del mondo la possibilità di scegliere, invece che di limitarsi a seguire...
L'interpretazione di Pullman risultò, ai miei occhi di giovane lettrice, talmente rivoluzionaria e affascinante, complessa e sovversiva al tempo stesso, da strabiliarmi e conquistare completamente la mia immaginazione!
Peccato solo che, tutto preso dalle proprie argomentazioni dimostrative, Pullman cominciò anche, secondo me, a perdere diversi colpi a livello narrativo: il personaggio di Will, tanto per cominciare, promosso qui al rango di nuovo co-protagonista insieme a Lyra, non mi ha convinto neanche un po'; mi è parsa, più che altro, una forzata e inutile caricatura di ragazzino, un "piccolo adulto" serioso e rompiscatole che, diciamocelo pure... neanche una nonna ansiosa in preda alle paturnie sarebbe in grado di eguagliare, in termini di pizzosità congenita! XD
"Il cannocchiale d'ambra" mi piacque ancor meno, pur riservandomi parecchie, gradevoli piccole soprese, e alcuni momenti di piacevolissima lettura... Ma l'incanto, quello vero, per me comincia e finisce con "La bussola d'oro": personaggi come l'orso-guerriero Iorek Byrnison,  la strega Serafina Pekkala, il grandioso avventuriero Lee Scoresby, conoscono un modo tutto loro per imprimersi nella memoria, secondo me, e alla lunga risultano semplicemente irresistitibili, nella loro vitalità e potenza espressiva!
Se non vi siete ancora mai accostati a questa trilogia, insomma, non lasciatevi sfuggire l'occasione, mi raccomando: fra le pagine della serie vi aspetta un intero universo di avventure da evocare, e di suggestive ipotesi e significati nascosti tutti da scoprire...
Da leggere e rileggere, più e più volte: un autentico, grande "classico" della letteratura fantasy per l'infanzia... e non solo, decisamente non solo! ;D

Giudizio personale complessivo: 
7.3/10

La bussola d'oro: 8.0/10
La lama sottile: 7.3/10
Il cannocchiale d'ambra: 6.8/10


NB: Potete leggere QUI la mia recensione della prima stagione di "His Dark Materials", la serie tv tratta dai libri di Philip Pullman! 

:)

7 commenti:

  1. che bella questa serie!

    Pullman ha 1 stile molto particolare... i suoi libri dal mio punto di vista non sono x ragazzi, anzi! :-D

    mi fa tornare a quando ero ragazzina. A differenza tua xò l'ultimo mi era piaciuto alla pari del primo (SPOILER escludendo la fine che mi ha lasciato con 1 senso di vuoto e di malinconia x 1 bel po? XD)

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    1. Penso anch'io che i romanzi di Pullman siano rivolti più agli adulti che ai ragazzi o (peggio ancora! XD) ai bambini. In molti siti invece classificano "La bussola d'oro" e sequel come romanzi adatti ad una fascia di lettori dagli 8 anni in su, pensa... 8 anni?! Mi viene da sorridere a pensarci... chissà cosa potrebbe mai capirne della storia di Lyra un bimbo di soli 8 anni, probabilmente si annoierebbe da matti! :P Il finale, effettivamente, è piaciuto un sacco anche a me: ed è vero che lascia con un gran senso di malinconia nel petto, una sorta di struggimento che ha reso la fine della serie davvero indimenticabile! *__* :D

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  2. XD esatto: x me è uno di quei libri ke tra 1 secolo saranno considerati dei classici (speriamo non lo diventino ank vampire diaries & Co. :-D).
    Tu per caso hai letto "Lyra's Oxford"??? Da quello ke ho capito è 1 racconto ambientato dp le vicende della trilogia... ma dai commenti molti ne sn rimanti delusi...

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    1. Purtroppo no, ero curiosissima di leggerlo anch'io, ma non mi è mai capitato sotto agli occhi in libreria, e da allora poi mi è completamente sfuggito di mente! :( Però sarebbe interessante cercare di recuperarlo, hai proprio ragione... tanto più che dovrebbe essere una lettura assai veloce, considerando il numero ridotto delle pagine! Mmm... ora mi hai dato un'idea! ;D

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  3. Io sono uno di quelli che li ha amati tutti e tre allo stesso modo. Trilogia immensa!

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    1. Una lettura tutto considerato imperdibile, non potrei essere più d'accordo!! ^^

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