lunedì 27 ottobre 2014
Recensione: "L'estate segreta di Babe Hardy"
Titolo: L'estate segreta di Babe Hardy
Autore: Fabio Lastrucci
Serie: //
Disponibile: in italiano, edito dalla Dunwich!
Trama: "La favolosa Hollywood degli anni ’30 si tinge di horror per un contagio ripugnante che si propaga grazie alla promiscuità dell’ambiente cinematografico. Le vittime mostrano un crescente bisogno di sangue, insieme a disturbi della personalità e bizzarri effetti collaterali.
Potrebbe mai trattarsi di vampirismo?
Lo sperimenteranno loro malgrado Oliver Hardy e Stan Laurel, trascinati in un incubo che coinvolge illustri colleghi – la “fidanzata d’America” Mary Pickford, l’atletico Douglas Fairbanks Sr. e Bela Lugosi – in una doppia vita da tenere nascosta alla legge, ai giornali e soprattutto al sinistro dottor Rainer Von Herb.
Tra pedinamenti notturni, profanazioni di tombe, sparizioni e ricatti sventati, le disavventure di Laurel e Hardy attireranno le indagini di un cocciuto tenente di polizia. Il duo incrocerà occultisti dispeptici e truffaldini, criminali di mezza tacca, cacciatori di vampiri e il terribile patriarca Arthur Jefferson, venuto dall’Inghilterra per restituire Stan Laurel al teatro.
L’azione si mescola all’umorismo nero in una black comedy che omaggia i miti del cinema attraverso una narrazione rapida e vivida.
Come la finzione del grande schermo, tutto si rivelerà molto diverso da ciò che appare. La spiegazione di ogni cosa giungerà in un convulso faccia a faccia con l’unico uomo a Los Angeles che conosce la vera natura del clan dei “notturni”. "
Le mie opinioni:
Se c'è una cosa che si deve assolutamente rimarcare è che Fabio Lastrucci, nello stendere il suo "L'Estate Segreta di Babe Hardy", ha sicuramente dimostrato di avere del fegato da vendere.
In primo luogo, a causa di tutte le complicazioni insite nell'ambientazione che ci si proponeva di riesumare - vale a dire la gloriosa Hollywood dell'era in bianco e nero, subito dopo l'avvento del sonoro e ancora quasi agli albori della storia del cinema.
In seconda istanza, per la palese assurdità della trama: in varie altre occasioni ci siamo infatti trovati ad assistere alle prodezze mirabolanti della regina Elisabetta I o del Presidente Lincoln nei panni degli spericolati cacciatori di succhiasangue; in questo romanzo, invece, incontriamo niente meno che... i leggendari comici Stanlio e Ollio in versione vampira, proprio loro, ebbene sì, signore e signori! XD
Voglio essere estremamente sincera, a proposito di questo romanzo.
Lo stile di Lastrucci, fluido e spontaneo, forse un po' grezzo, ma anche di sicuro impatto, è molto interessante.
L'idea di base mi è parsa sicuramente bizzarra ma anche intrigante, e certamente l'autore è riuscito a lavorare in maniera encomiabile con l'ambientazione, ricostruendo fin nel dettaglio gli scenari e, soprattutto, le fumose atmosfere legate al nostro immaginario collettivo in relazione a quel particolare periodo storico.
Leggendo il romanzo, si ha per l'appunto l'impressione di guardare le immagini sfarfallanti di una vecchia pellicola dei bei tempi andati; ho apprezzato del resto anche l'ironia e il senso dello humor insito nei personaggi e nelle situazioni presentate, e in più di un'occasione le varie gag descritte fra le pagine mi hanno strappato un sincero sorriso.
"L'Estate di Babe Hardy", però, secondo me è anche un libro che presenta dei difetti; alcuni di essi, per come la vedo io, purtroppo anche abbastanza gravi.
Il peggiore di tutti, se lo chiedete a me, è la plateale assenza di una vera e propria trama, di un intreccio coerente e ben delineato, che riesca in qualche modo a soddisfare le esigenze del lettore - un lettore, difatti, molto difficilmente si accontenterà di ritrovarsi per le mani una sorta di trasposizione su carta di qualche vecchia comica, con l'aggiunta di uno o due elementi di taglio prettamente moderno.
Un lettore odierno, al contrario, pretenderà spessore, coerenza, profondità, psicologia, climax... in una parola, pretenderà struttura.
E quando dico "lettore", immagino si sia intuito... quello che intendo in realtà è che tutte queste cose le pretendo io! :P
I personaggi che entrano in scena, per quanto gradevoli, per quanto sicuramente ben caratterizzati (i miei preferiti? Ma sicuramente l'arcigno Bela Lugosi e il pazzesco "Gran Mago" Crapley, che domande! :D) sono tanti, tantissimi; troppi, nell'ambito di un romanzo che non sfiora neppure le trecento pagine.
Non che non abbia afferrato l'intento dell'autore, beninteso: cercare di sposare, sulla pagina stampata, i tempi, i modi e l'elaborato "caos" tipico della farsa vecchio stile con alcune componenti ispirate dal genere gotico.
Credo che Lastrucci abbia svolto un ottimo lavoro, per quanto riguarda la parte "comica" della faccenda.
E' il lato "gotico" del canovaccio, purtroppo, a confermarsi come il tasto dolente.
Perché nessuna fulminante battuta al mondo, nessuna gag o astuto giochino di parole potrà mai nascondere il fatto che questo libro non racchiude in se' alcuna storia particolarmente interessante o sentita da raccontare, e che rappresenta in ultima analisi poco più di una parata di figure buffe ed eccentriche, ispirate a personaggi del mondo dello spettacolo realmente esistite, che sfilano davanti agli occhi del lettore senza riuscire a lasciare il segno e senza riuscire a suscitare, in fondo, niente più che un vago sorrisetto nostalgico.
Non sta sicuramente a me disquisire, inoltre, di alcuni problemi legati alla natura un po' più "tecnica" del romanzo.
Però non ho davvero potuto fare a meno di rilevare parecchie sviste legate all'ambito della focalizzazione (imprecisa, confusa, stordente...), e delle aperture e chiusure di capitolo che a me sono sembrate deboli ed estremamente ripetitive: aprire un capitolo (alias il momento in cui l'esigenza di ri-catturare nuovamente l'attenzione de lettore per spingerlo a leggere ancora un po', anziché limitarsi a mettere da parte il libro e andarsene a nanna) ogni santissima volta con la descrizione del tempo meteorologico o, al più, con un minuzioso elenco di strade e locali tipici di Los Angeles, molto difficilmente potrebbe rivelarsi un'idea vincente...
Per quanto riguarda le metafore, le iperboli e le similitudini, bé... le ho trovate un po' troppo numerose, un po' troppo sopra le righe: sì, capisco bene che sono state messe lì a bella posta per far ridere ed evidenziare il lato ridicolo delle varie situazioni, nella maggior parte dei casi... però credo anche fermamente nella regola che sancisce che "il troppo stroppia" XD, e l'impressione generale che ho avuto a questo riguardo purtroppo non è stata positiva.
Qualcuno potrà forse pensare che, in questa mia improvvisata analisi del libro, io sia stata eccessivamente pedante, oppure, peggio ancora, volutamente spietata.
Spero che la maggior parte di voi si renda conto invece che, se mi sono presa la briga di esporre le mie considerazioni personali in maniera così elaborata e minuziosa, l'ho fatto per una sola ragione, e cioè perché, stando a quel che ho letto fino a qui, credo davvero che Lastrucci abbia del potenziale, e tutte le carte in regola per migliorarsi e per poter fare delle ottime cose, un po' più ardite, un po' più "incisive", in futuro.
Fatemi sapere anche voi cosa ne pensate, amici...
Queste sono le mie opinioni; adesso sono, come sempre, molto curiosa di ascoltare anche le vostre! ^____^
Giudizio personale: 6.2/10
Etichette:
Dunwich Edizioni,
Fantasy,
Gothic,
Libri,
Recensioni,
Vampiri
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Mah, sembra abbastanza carino :)
RispondiEliminaLo è, Mik! ^____^
EliminaL'idea di base sembra abbastanza assurda da essere interessante ^-^
RispondiEliminaOh sì... sono rimasta di stucco, quando ho realizzato, ehehe! ;D
EliminaLa trama è assolutamente intrigante e originale, certo l'assenza di un intreccio coerente direi che è un problemino da non sottovalutare... che sia meglio come monografia che come romanzo?
RispondiEliminaProbabilmente sì, Jerry, almeno secondo me! XD
EliminaEsprimere un giudizio sintetico sul libro è stato difficile proprio per questo: da una parte, ho apprezzato l'ironia e la minuziosa ricostruzione storica delle ambientazioni e delle atmosfere; dall'altra, non sono proprio riuscita a lasciarmi convincere dallo sviluppo della trama e dall'intreccio... ;(
Ho trovato l'idea veramente brillante, ma tutto sommato il romanzo, per come è strutturato e per la piattezza dello stile, non mi è piaciuto un gran che. E dire che io sono un fan di Laurel & Hardy e un amante del cinema anni 30...
RispondiEliminaPurtroppo neppure io posso affermare di averlo pienamente adorato: l'idea di partenza è indubbiamente eccentrica e interessante, ma confesso di essere rimasta anch'io un po' delusa dagli sviluppi e dal finale... peccato, ma confido che in futuro l'autore - di per se' molto in gamba - saprà venire a capo di questi problemi e regalarci un libro più coinvolgente! ^___^
Elimina