giovedì 8 gennaio 2015

Mini-recensioni: "Dream House" + "Gran Torino" (film)

Dream House

"Will e sua moglie Libby si trasferiscono assieme alle figlie in quella che sembra essere la casa dei loro sogni. Intorno all'edificio iniziano però a rivelarsi inquietanti movimenti e le indagini di Will portano alla scoperta di un tragico delitto. Nella stessa casa, cinque anni prima, un padre uccise la moglie e le figlie e nonostante si fosse confessato innocente fu rinchiuso in un manicomio."

Se fosse uscito nove, dieci anni fa, "Dream House" avrebbe forse fruttato ai suoi produttori un discreto successo.
In fondo vanta un bel cast, capitanato dal carismatico Daniel Greg, che comprende nomi illustri del calibro di Naomi Watts e Rachel Weizt (*____*); una sceneggiatura discretamente elaborata; un ritmo serrato che riesce ad alternare momenti di tensione a sequenze più rilassate, dedicate al ritratto di un'idilliaca vita familiare.
Peccato che la storia e la situazione, da un certo punto in poi, comincino a sapere un po' troppo di già visto, e che alla resa dei conti gli sviluppi non siano riusciti a sorprendermi neppure la metà di quanto mi aspettavo.
Per quanto mi riguarda, il primo film a sfondo sovrannaturale di Jim Sheridan (regista, fra i tanti suoi film, dei bellissimi "In America"e "Nel nome del padre") non è comunque un disastro completo.
La pellicola presenta senz'altro diversi elementi interessanti, e riesce a intrattenere e affascinare quanto basta.
Peccato per due o tre ingenuità narrative, che permettono allo spettatore di intuire dove la storia e i personaggi andranno a parare con un margine di anticipo un po' troppo largo, e per una serie di svolte della trama decisamente troppo scontate e prevedibili.
Ho predetto il finale con un'accuratezza sconcertante, quando non mi trovavo ancora neppure a metà della visione, e di rado questo è un buon segno... peccato: con un diverso scioglimento, e un pizzico di approfondimento psicologico in più, questo film avrebbe potuto sperare in un indice di gradimento generale mooolto più ampio, secondo me.

Giudizio personale: 7.0/10


Gran Torino


"Veterano della guerra in Corea e operaio in pensione di una fabbrica di automobili, Walt Kowalski è uno a cui non piace molto il modo in cui la sua vita e il suo quartiere si sono trasformati. Soprattutto non gli piacciono i suoi vicini, immigrati Hmong dal Sud-est asiatico. Ma gli eventi costringeranno Walt a difendere proprio quei vicini dalla locale gang che semina violenza e paura."

Per Natale ho ricevuto, da parte di mia sorella, uno splendido cofanetto contenente ben tre film di Clint Eastwood, edizione bluray.
La raccolta comprende "Hereafter", "Invictus" e questo "Gran Torino"...  e io naturalmente ho deciso di cominciare a recuperare l'opera del grande Clint proprio dal punto in cui mi ero interrotta, vale a dire dal 2008, anno in cui uscì il suo "Changeling".
"Gran Torino" venne subito dopo il film con la Jolie, se non sbaglio; e... bé, cosa posso dire?
Sapevo già che vederlo mi avrebbe commosso e spezzato un poco il cuore; lo sapevo anche se in realtà avevo un'idea soltanto vaga di quelli che sarebbero stati tema e ambientazione del film, perché amo "Million Dollar Baby", "Flags of Our Fathers" e "Letters from Iwo Jima" con tutta l'anima, e ormai mi sembra di aver iniziato a capire molto bene cosa aspettarmi, di volta in volta, dall'estro di questo grandissimo artista dagli occhi di ghiaccio.
Eastwood è un cowboy anche quando siede dietro la macchina da presa, questo ormai si era capito... ma un cowboy dotato di un enorme senso dello stile, di intelligenza (sia emotiva che razionale), e coraggioso abbastanza da non chiudere indiscriminatamente gli occhi di fronte ai mille difetti della sua patria, nonostante il suo cuore sia completamente avvolto dalle stelle e dalle strisce.
"Gran Torino" è un film straordinario, in cui il regista/attore protagonista mette in scena il dramma personale di un personaggio che, per essere un gran brontolone antipatico e rompiscatole, alla fine riesce a vincere i nostri cuori senza nessunissimo sforzo.
Le atmosfere dolenti, la musica, la fotografica patinata... tutto concorre ad accentuare quel persistente, struggente senso di malinconia che ormai siamo arrivati ad associare così spontaneamente ai più bei film di Eastwood.
L'unico appunto contrariato, lo muovo nei confronti del giovane Bee Vang, secondo me non all'altezza del ruolo di Tao; Ahney Her invece l'ho trovata fantastica, e spero con tutto il cuore di ritrovarla presto in qualche altro film, possibilmente di successo... se lo meriterebbe senz'altro!

Giudizio personale: 8.5/10

8 commenti:

  1. Il primo lo avevo trovato abbastanza bruttino, nonostante la copertina, ripensandoci, sì che è bella; il secondo, invece, è bellissimo, sì, anche se Eastwood mi piace molto più alla regia :)

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    1. Ti dirò, a me "Dream House" non è dispiaciuto così tanto... finale a parte, che è stato una bella delusione! :(
      Oh, Eastwood regista... è semplicemente magnifico! *___*

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  2. Il secondo l'ho visto, mentre del primo mi piace solo la cover della locandina. Anche se è un pochino inquietante... :)

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    1. Il film, purtroppo, invece non riesce a inquietare altrettanto... alla fine non l'ho detestato, ma "Dream House" avrebbe potuto essere decisamente un film migliore! ;D

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  3. Visti entrambi! Dream house all'inizio mi ha preso, stavo facendo mille ipotesi e poi... una delusione per me U.U Gran Torino è molto molto bello, mi piacque tantissimo! Vorrei recuperarmi Invictus invece...

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    1. Anch'io ho "Invictus" in programma! *___*
      Oh, sono pienamente d'accordo con te sul finale di "Dream House"... una conclusione più scontata e deludente, credo proprio che non avrebbero mai potuto trovarla! ;(

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  4. Gran Torino è un capolavoro assoluto, per me il migliore di Eastwood regista *-*

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    1. É piaciuto tantissimo anche a me... bello e struggente, non c'è dubbio! *___*

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