- Air: I Custodi del Sonno
"Due custodi tentano di mantenere salda la loro salute mentale mentre vivono in un bunker sotterraneo che ospita persone criogenicamente congelate, destinate a ripopolare il mondo…"
Come quasi tutti i film a sfondo post-apocalittico girati disponendo di un budget risicato, "Air - I Custodi del Sonno" cerca di giustificare la comprensibile assenza di effetti speciali limitando il set a disposizione dei personaggi e il loro conseguente raggio d'azione.
Nel caso in questione, i due protagonisti, i tecnici Cartwright (Djimon Hounsou) e Baur (il "veterano" dell'Armageddon Norman Reedus, alias il mitico Daryl della serie tv "The Waling Dead") sono confinati all'interno di un claustrofobico bunker sotterraneo in compagnia dei "dormienti", un gruppo di luminari selezionati dal governo per ripopolare la Terra alla fine dell'olocausto nucleare.
Un'ottima trovata, questa, poiché consente allo spettatore di beneficiare dei risvolti più interessanti della sceneggiatura senza correre il rischio di ritrovarsi ad aggrottare la fronte ogni due o tre minuti, a causa di qualche orribile effettaccio realizzato in pessima computer grafica.
C'è da aggiungere che, purtroppo, la trama di "Air - I Custodi del Sonno" tende secondo me a perdersi un po' per strada, giocando a creare un senso di aspettativa spropositata che che viene malamente ripagato.
Il conflitto fra Bauer e Cartwright, ad esempio, appare inevitabile fin dal principio, e non solo a causa delle ovvie avvisaglie di disturbo mentale che infestano la psiche di entrambi.
Perché allora tirarla tanto per le lunghe, e farlo esplodere con tanto ritardo?
Ma soprattutto... per quale diavolo di motivo Hounsou, che è alto una spanna più di Reedus e pesa parecchi chili in più, dovrebbe correre a nascondersi in un angolo buio del bunker come una donnetta isterica ogni volta che il personaggio dell'altro fa cenno di alzare la voce?
Confesso di aver trovato alcune di queste scene "ad alta tensione" abbastanza forzate... così come pure ritengo che il regista, Christian Cantamessa (che si è fatto le ossa dirigendo e scrivendo per il mondo dei videogiochi), abbia abbondantemente sopravvalutato la capacità media di uno spettatore di apprezzare una quantità spropositata di sequenze in cui un uomo in tuta avanza lungo un corridoio, senza vedere un tubo a un palmo dal naso.
Giudizio personale: 6.0/10
- Un disastro di ragazza
"Sin da quando era una bambina, Amy ha appreso dal padre quanto la monogamia non fosse realistica. Scrittrice per una rivista, Amy ha fatto suo quel credo godendosi una vita disinibita e libera da ogni soffocante e noioso impegno romantico. Tuttavia, le sue convinzioni vengono rimesse in discussione quando inizia a innamorarsi del soggetto di un suo nuovo articolo: Aaron Conners, un medico sportivo affascinante e di successo."
Forte di un premio Emmy vinto giusto un paio di giorni fa, l'"Inside Amy Schumer", spettacolo di varietà incentrato sulle doti comiche dell'attrice americana, sta godendo di un periodo di popolarità abbastanza vivace negli USA.
Per il pubblico italiano, invece, Amy Schumer è semplicemente la sboccata e sgraziata protagonista di "Un disastro di ragazza", una commedia dolce-amara dai toni anticonvenzionali approdata di recente sui nostri schermi.
Lasciate che premetta una cosa: non troverete molte lodi in questa mini-recensione, perché, personalmente, mi sono ritrovata a detestare ogni singolo fotogramma della commedia diretta da Judd Apatow, o quasi.
"Un disastro di ragazza" è un film sui generis, questo devo riconoscerglielo; un curioso ibrido fra una commedia romantica, con più volgarità e battutacce spinte di quanto si potrebbe inizialmente pensare, e un drammone sul concetto di disfunzionalità che cerca di interrogarsi sulla realtà di certe dinamiche familiari complesse, degeneranti in situazioni personali ai confini della realtà.
Un pizzico di umorismo alla Bridget Jones, reinterpretando però il personaggio in puro stile "Sex and the City", e un'inutilissima Tilda Swinton intenta a fare il verso alla Meryl Streep de "Il diavolo veste Prada" completaano il quadro.
Non ho capito bene quale esito la sceneggiatrice Schumer e il regista Apatow si proponessero di raggiungere.
"Un disastro di ragazza" si trascina sullo schermo per più di due ore; le poche battute o gag in grado di suscitarmi un sorriso sono concentrate nei primi trenta minuti, il resto del film l'ho trovato di un tedio letale.
Si cerca, a un certo punto, di giocare la carta dell'introspezione, dell'arguzia e della malinconia; i toni finto-goliardici del resto della pellicola pregiudicano qualsiasi risultato in tal senso, però.
Ho trovato impossibile, ad esempio, giunti all'ultima scena di ridicola e patetica seduzione da parte della protagonista, arrivare a sentirmi dispiaciuta per lei, o trovare tanta assurda sgradevolezza divertente o ironica in qualche senso.
Ridere con la protagonista Amy per la maggior parte del tempo risulta impossibile, perché talvolta si comporta da tale st*** ** da far cascare le braccia.
Non si può neppure ridere di lei, perché, conoscendo i suoi trascorsi semi-traumatici, e considerando il padre decerebrato che si ritrova, ci si sorprenderebbe subito a provare un forte senso di colpa.
Il personaggio della Schumer, beninteso, è costruito bene, e lei se lo è cucito addosso alla perfezione; non sarò certo io a negarlo. Di tanto in tanto, la regia riesce persino a regalare qualche guizzo di acume inaspettato.
Ma ho fatto comunque una fatica immensa per riuscire a tenere gli occhi aperti fino alla fine, ragazzi!
I titoli di coda avrebbero dovuto essere annunciati con una fanfara.
Giudizio personale: 4.5/10
- Mad Max - Fury Road
"Ossessionato dal suo turbolento passato, Mad Max crede che il modo migliore per sopravvivere sia muoversi da solo, ma si ritrova coinvolto con un gruppo in fuga attraverso la Terra Desolata su un blindato da combattimento, guidato dall’imperatrice Furiosa. Il gruppo è sfuggito alla tirannide di Immortan Joe, cui è stato sottratto qualcosa di insostituibile. Furibondo, l’uomo ha sguinzagliato tutti i suoi uomini sulle tracce dei ribelli e così ha inizio una guerra spietata."
Osannato dai più come "uno dei migliori film dell'anno", "Mad Max - Fury Road" era indubbiamente in cima alla mia lista delle visioni da recuperare il prima possibile.
Ho aspettato l'uscita del bluray apposta, dal momento che desideravo fruire della storia nella sua massima espressione qualitativa, e non mi sono lasciata persuadere a vederlo in nessun'altra maniera.
Vi dirò: la curiosità nei confronti di questo film era tanta, addirittura rovente. Bruciava quasi come l'asfalto sotto le ruote, o i raggi del deserto che ti incendiano la nuca.
Eppure credo di aver fatto la cosa giusta, decidendo di pazientare, perché le mie alte aspettative si sono rivelate ampiamente giustificate.
Il lavoro di George Miller è incredibile!
"Fury Road" è un road-movie, una pellicola d'azione, d'avventura, fantascientifica e fantastica, con qualche contaminazione proveniente addirittura dal genere horror, tutto combinato assieme.
Una sfrenata, lunga e velocissima corsa contro il tempo e contro una massa di vendicativi fantocci psicopatici al servizio di una creatura oscura e lasciva, un tiranno deforme tanto nell'aspetto quanto nella psiche.
Il lupo solitario Max (Tom Hardy) è costretto a fare squadra con la combattiva Imperatrice Furiosa (Charlize Theron, calatasi per l'occasione nei panni di uno dei suoi personaggi più incisivi e azzeccati dai tempi di "Monster" o giù di lì...) per scortare un pugno di ragazzine incinte, innocenti e bellissime lontano dalle grinfie del vecchio che, con la sua avidità e i suoi istinti bestiali, ha contribuito a "uccidere il mondo".
Il simbolismo è lampante, ma anche, a mio modo di vedere, perfettamente calzante.
Considerando che i primi film di Mad Max hanno contribuito a formare la nostra stessa idea di "immaginario post-apocalittico", non vi sorprenderà neppure sapere che atmosfera, ambientazione e personaggi secondari rispondono alle descrizioni di "folli, dark, rock e completamente deliranti"; sono brutti, sporchi, e cattivi, come deve essere, insomma, ma anche perfetti e curati in ogni minimo dettaglio.
Giudizio personale: 8.5/10
- Jenny's Wedding
"Jenny Farrell (Katherine Heigl) decide di sposare Kitty (Alexis Bledel), l'amore della sua vita. La decisione fa sì che il suo piccolo e rassicurante mondo familiare cambi completamente e la lasci in balia di una sofferta scelta: cambiarlo completamente o lasciarsi travolgere."
Avete presente quel genere di film, così divertente/sovversivo/originale a giudicare dalla trama, di cui vorreste disperatamente poter dire solo cose buone, ma che alla fin fine sortisce un po' l'effetto di una brusca caduta dalle nuvole?
Bè... temo che questa descrizione si adatti perfettamente a riassumere ciò che ho provato guardando "Jenny's Wedding", film diretto da Mary Agnes Donoghue e uscito nelle sale statunitensi nel corso di questa torrida e implacabile estate.
Lo spunto per una commedia originale, intelligente e fuori dal coro, secondo me, era già sul piatto.
I produttori avevano dalla loro l'esplosivo potenziale di un tema attuale e importante quale quello del matrimonio fra persone dello stesso sesso.
L'idea di affidare il ruolo della protagonista a Katherine Heigl, poi, alias la bionda fidanzatina d'America, volto noto di così tante commedie romantiche degli ultimi anni, mi è parsa particolarmente ispirata.
E invece "Jenny's Wedding" si è rivelato purtroppo, a mio avviso, un film abbastanza fiacco e sottotono, le cui buone intenzioni vengono ripetutamente vanificate dalla presenza di una storia d'amore centrale debole (inesistente?) e da un apparato di battute troppo "politicamente corretto" per riuscire a strappare un sorriso.
Non fraintendetemi: ho apprezzato molto la decisione di concentrare l'attenzione sulla famiglia di Jenny, e sull'evoluzione dei rapporti fra i vari parenti dopo l'annuncio "scioccante" dell'imminente matrimonio della protagonista con la maestra di scuola Kitty (Alexis Bledel), anziché focalizzare l'attenzione esclusivamente sul rapporto fra le due future spose.
Non posso negare però che mi sarebbe piaciuto assistere a un po' più di interazione fra la Heigl e la Bledel, non fosse altro che per conferire un tocco di credibilità al tutto.
Di certo non aiuta neanche il fatto che la Bledel, in questa occasione, abbia fornito una delle prove più deboli e inconsistenti della sua carriera.
Questi, invece, gli elementi che mi hanno colpito in positivo:
1. l'intenzione di mostrare allo spettatore, nello specifico, il senso di shock, di tradimento e dolore che le bugie sono in grado di arrecare alle persone che ci vogliono bene... ma anche (e forse soprattutto) il peso tremendo che quelle bugie rappresentano per chi si sente messo con le spalle al muro dalle pressioni sociali e quindi costretto a mentire.
2 Il personaggio di Anne, la sorella di Jenny, e i suoi deliranti sproloqui a proposito del prato di casa!
A Grace Gummer si devono infatti gli unici momenti autenticamente divertenti del film; fra i membri del cast, sembra la Gummer l'unica consapevole di recitare in una commedia, infatti, e non in un film drammatico dai toni esistenziali;
3. Il messaggio positivo e ottimista lanciato dalla sceneggiatura, e un finale che invita ad abbracciare e lasciarsi coinvolgere dal cambiamento sociale, piuttosto che osteggiarlo o lasciarsene terrorizzare.
:)
All'ultimo voglio dare un'occhiata, bellissimo Mad Max, piaciucchiato Un disastro di ragazza - personalmente ho adorato i cameo sparsi - anche se non comprendo come la critica ufficialmente possa averlo tanto incensato. Mah. :)
RispondiEliminaEffettivamente, sai qual è la cosa che mi è piaciuta di più di "Un disastro di ragazza"? Lo pseudo-film in bianco e nero con Daniel Radcliffe e Marisa Tomei... quello sì, mi ha fatto sbellicare! :P
Eliminaair lo avevo adocchiato ma mi aveva dato la sensazione di serietv, trainwreck lo sai nonostante i difetti mi sono divertito e sono d'accordo con te per il finale brutto...per quanto riguarda mad max per me non è assolutamente un capolavoro, buon film ma siamo lontani da quella parola.. e l'ho visto pure al cinema quindi ho goduto dell'esperienza immersiva ma ahimè l'ho trovato troppo ripetitivo...
RispondiElimina"Air" secondo me non è malissimo: il budget risicato lo penalizza un po', ma in fondo neanche tanto...
EliminaPer me i primi venti minuti di "Mad Max" sono stati un mezzo shock, nel senso che cominciavo a temere il peggio (ossia che mi sarei annoiata alla follia! XD). Dopo un po', invece, mi sono ritrovata completamente ipnotizzata dai personaggi, dalle atmosfere e, soprattutto, dalla curatissime e magnifiche ambientazioni! ^____^
Air mi incuriosisce quindi penso che un'opportunità gliela darò. Un disastro di ragazza e Jenny's Wedding proprio non mi convincono invece!
RispondiEliminaRecupera "Air", se riesci, ma soprattutto... non lasciarti scappare "Mad Max", mi raccomando! ;D
Eliminanon ho visto nessuno di essi, forse se dovessi scegliere propenderei per Mad Max ^_-
RispondiEliminadetto questo, preferisco il buon cinema italiano e conto di "buttarmi" su qualcosa tipo Per amor vostro, nel week end :=)
Oh, pensa che io invece sono un po' l'opposto di te: io e il cinema italiano andiamo poco d'accordo, difatti penso che l'ultimo che ho visto sia stato.... mmm, forse "La grande bellezza", addirittura?! XD
EliminaDovrei recuperare le mie lacune in merito... intanto, vado a cercare qualche info su "Per amor vostro"! ;D
La serie di Mad Max ce l'ho in programma recupero da una vita e mezzo, ma gli altri mi interessano proprio pochino :P
RispondiEliminaIo devo vedere i vecchi, su Mad Max...
EliminaTi dirò, Kate: non vedo l'ora... "Fury Road" è un vero spettacolo! *____*
Troppo vero, adesso devo assolutamente recuperarmi anche i "Mad Max" un po' più datati... sto giusto facendo un pensierino su un certo cofanetto! :P
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