venerdì 27 novembre 2015

Recensione: "L'incubo di Hill House"




Titolo originale: The Haunting of Hill House
Autrice: Shirley Jackson
Serie: //
Disponibile: anche in italiano, edito dalla Adelphi!
Trama: "Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice - e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, Eleanor Vance"
Le mie opinioni
Percorrere gli strani, inquietanti corridoi di Hill House insieme a Eleanor, Theo, Luke e il dottor Montague può rappresentare un'esperienza assai peculiare e interessante.
Dal punto di vista psicologico (e anche stilistico, a dire il vero), non ho mai letto un romanzo di fantasmi più complesso e sofisticato di questo.
Ritengo che Stephen King avesse pienamente ragione nel definire Shirley Jackson una maestra assoluta nel genere della ghost story, e di certo "L'incubo di Hill House" ha influenzato la sua produzione in cento mille piccoli modi diversi: basti pensare ad alcune sequenze particolari di "Shining", e al fatto che i migliori elementi utilizzati per caratterizzare l'Overlock Hotel sembrano essere una chiara rielaborazione dei tratti salienti presentati durante la descrizione di Hill House.
Certo, la Jackson è una scrittrice molto più "cerebrale", molto più elegante e sottile del Re dei primi tempi (ritengo che persino lui sarebbe d'accordo con me); l'orrore che regna nella sua casa infestata è infatti di natura molto più ambigua e terrena che diabolica, secondo me, e deve tantissimo alla collaborazione dell'immaginazione sfrenata e piena di spine della sua protagonista.

Ecco, il legame implicito e misterioso che si viene a creare fra Eleanor (trentaduenne infelice che non ha passato, detesta il presente e non riesce a sognare alcun futuro in questa nostra realtà arida e soffocante...) è un vincolo potente ed esplosivo, che si presta per noi lettori ad almeno dieci o quindici chiavi di interpretazione diverse.

Fra gli altri personaggi presenti nel libro, ho  preso sicuramente in simpatia Theo, la vivace e briosa "sensitiva" convocata assieme a Eleanor per provocare la casa e cercare di trarre un significato scientifico dalle sue bizzose e ricorrenti manifestazioni.
Vi dirò anche che i dialoghi scritti dalla Jackson sono spesso brillanti al limite della genialità più assoluta (quando non apertamente incomprensibili, si intende...), e che il sottilissimo senso dell'ironia che si manifesta attraverso di essi rappresenta una barriera (volontariamente) fragile, ma decisamente suggestiva, fra l'ilarità scomposta degli abitanti della casa e la follia più assoluta.

Ciò che invece non sono riuscita ad apprezzare in questo libro, temo sia di difficile definizione e ha forse a che fare con questioni puramente soggettive, legate a un fattore di gusti personali.
Emotivamente parlando, l'ordalia del gruppo capeggiato dal dottor Montague non mi ha coinvolto tanto quanto mi sarei aspettata.
Credo di essermi fatta un'idea della personalità di Eleanor (per quanto sfumata e complessa), ma tramite il suo punto di vista deformato e alterato dall'influsso della casa, è stato praticamente impossibile comprendere appieno anche quelle degli altri.
Un cambio di prospettiva avrebbe forse potuto condurre a esiti interessanti.
O magari no, una scelta del genere avrebbe soltanto infranto l'incantesimo intessuto dalla Jackson e spezzato la concentrazione del lettore...
Al cospetto del mostruoso talento della compianta Shirley, voglio essere sincera, mi sento così piccola e insignificante che ogni mio eventuale suggerimento mi farebbe solo fare la parte dell'acida  insegnante di matematica tutta ringalluzzita che, petto in fuori e bocca corrucciata, prova a spiegare a un giovane Albert Einstein come si fa a risolvere un'equazione particolarmente complicata! XD



7 commenti:

  1. Ho presente il remake recente, ma soprattutto Gli Invasati. Un classicone imperdibile.
    Il romanzo devo recuperarlo da un po', mi tocca. ;)

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    1. Uh, allora io prendo nota de "Gli invasati", invece...
      Mi sa che me lo sono perso, anche se ne ho letto una bella analisi scritta da Stephen King, credo in "Danse Macabre"! ^___^

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  2. No va bè...mi hai conquistata! Devo leggerlo!

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  3. Proprio in questi giorni sto leggendo la raccolta La Lotteria di Shirley Jackson, un autrice dalla prosa elegante ma allo stesso tempo in grado di regalare delle opere gotiche davvero sorprendenti.
    Non ringrazierò mai abbastanza Stephen King per avermela fatta scoprire. :-)

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    1. Oh, spero proprio di riuscire a prendere anch'io quella raccolta, in pratica ormai mi manca solo quella!
      Il Maestro ci ha fatto l'ennesimo grande regalo, la Jackson è una maestra assoluta! :D

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  4. Questo me l'ero completamente perso, ma dopo aver letto la tua recensione è finito dritto dritto in wish list! *__*

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