martedì 29 dicembre 2015

Recensione: "The Dome"


 "Chiudi gli occhi e batti i tacchi tre volte, pensò Julia.
 Perché non c'è posto come la Cupola."


Titolo originale: Under the Dome
Autore: Stephen King
Serie: //
Disponibile: anche in italiano, edito dalla Sperling and Kupfer!
Trama: "È una tiepida mattina d'autunno a Chester's Mill, nel Maine, una mattina come tante altre. All'improvviso, una specie di cilindro trasparente cala sulla cittadina, tranciando in due tutto quello che si trova lungo il suo perimetro: cose, animali, persone. Come se dal cielo fosse scesa la lama di una ghigliottina invisibile. Gli aerei si schiantano contro la misteriosa, impenetrabile lastra di vetro ed esplodono in mille pezzi, l'intera area - con i suoi duemila abitanti - resta intrappolata all'interno, isolata dal resto del mondo. L'ex marine Dale Barbara, soprannominato Barbie, fa parte dell'intrepido gruppo di cittadini che vuole trovare una via di scampo prima che quella cosa che hanno chiamato la Cupola faccia fare a tutti loro una morte orribile. Al suo fianco, la proprietaria del giornale locale, un paramedico, una consigliera comunale e tre ragazzi coraggiosi. Nessuno all'esterno può aiutarli, la barriera è inaccessibile. Ma un'altra separazione, altrettanto invisibile e letale, si insinua come un gas velenoso nel microcosmo che la Cupola ha isolato: quella fra gli onesti e i malvagi. Tutti loro, buoni e cattivi, dovranno fare i conti con la Cupola stessa, un incubo da cui sembra impossibile salvarsi. Ormai il tempo rimasto è poco, anzi sta proprio finendo, come l'aria..."
Le mie opinioni:
Finire di leggere un libro, si sa, sortisce sempre un effetto un po' strano... un dolce-amaro senso di appagamento, se vogliamo, unito a un retrogusto vagamente struggente, leggermente apocalittico.
Quando poi il romanzo è di una lunghezza monumentale, come nel caso di "The Dome", è chiaro che il senso di spaesamento/sollievo/malinconia di fine lettura viene avvertito in maniera ancora più acuta.

Le prime due o trecento pagine dell'atipico distopico firmato Stephen King, lo ammetto, mi hanno fatto abbastanza dannare.
Come a volte succede, il Maestro pare inizialmente lasciarsi prendere un po' troppo la mano: l'introduzione dei numerosi personaggi sembra protrarsi per un'infinità di capitoli, passando a elencare in maniera pedante e dettagliosa nomi, fatti e luoghi di cui, in un primo momento, non potrebbe fregarci meno neanche se fuori piovesse e la connessione internet ci avesse mollato a piedi per il resto della giornata.

Superato questo scoglio cominciamo a entrare, finalmente, nel vivo dell'atmosfera del romanzo: a Chester's Mill, sonnacchioso borgo del Maine rurale (popolazione: un migliaio di anime scarse), sta succedendo qualcosa di molto, molto strano.
Una cupola invisibile (ma decisamente palpabile) scende dal nulla a circoscrivere la giurisdizione cittadina, isolando gli sventurati abitanti e seminando il panico.
Da questo momento in poi, la narrazione si concentra sulla minuziosa cronaca della creazione di un'inquietante società distopica in miniatura; una genesi che si svolge a una velocità spaventosa (meno di una settimana, una degenerazione incredibile e agghiacciante...) e che si trasforma in un incubo a occhi aperti, dal momento che, venuta meno la paura di dover rispondere a una forma di autorità più grande, le persone iniziano presto a dare sfogo ai loro istinti più violenti e bestiali.

Dovete sapere che il principale "villain" del libro, tale Big Jim Rennie, è semplicemente il bastardo più ipocrita, avido e spregevole di cui abbia mai letto in un libro; lode al Maestro per la caratterizzazione perfetta e a modo sua complessa di questo odioso, rivoltante personaggio, anche se a lungo andare continuare a seguire il suo punto di vista malato e distorto si è dimostrato per me un'autentica agonia.
Non che Rennie sia l'unico «pezzo da novanta» in questo campo; molti dei suoi tirapiedi sono altrettanto violenti e nauseanti, e in un paio di occasioni essere costretta a seguire le loro bravate (i loro abusi fisici, verbali e sessuali...) e il loro punto di vista da perversi figli di buona donna mi ha profondamente sconvolto.
Altrettanto maligno e "disturbante" il giovane Junior, il figlio di Big Jim; un genere di mostro che non sfigurerebbe affatto all'interno di un thriller di Thomas Harris o Lee Child.

Per fortuna, non viene a mancare nel corso delle mille e più pagine che compongono la storia una solida dose di ironia, in grado di ammortizzare il contraccolpo delle sequenze più dure e delle descrizioni relative alle brutalità più efferrate, né un cospicuo gruppetto di personaggi "positivi" (per quanto imperfetti) che riescono a controbilanciare il pessimismo sociale ed esistenziale in cui la parabola di Chester's Mill sarebbe altrimenti forse bastata a scagliarmi.
Oltre ai protagonisti Barbie e Julia, infatti, ho amato molto Joe (il classico "ragazzo sveglio spielberghiano", come si definisce lui stesso), il dottor Rusty, la poliziotta Jackie, la grintosa reverenda Libby, il coraggioso Ollie, il delirante Chef e la povera, sbandata, persa Sammy con il suo adorabile Little Walter.
Tutti personaggi "kinghiani" fin nel midollo, che mi sono entrati nel cuore e per i quali ho parteggiato fino alla fine.

I toni brillanti della narrazione, c'è da aggiungere, contribuiscono ad allegerire l'atmosfera e a rendere la lettura scorrevole, incisiva e graffiante.
Da un punto di vista tecnico, non ho assolutamente nulla a che ridire, si capisce: lo stile di King si rivela unico, inconfondibile e potente come al solito, oltre che perfettamente in grado di suscitare emozioni forti.
L'unica cosa che mi sento di rimproverare al Maestro, semmai, è l'abuso smodato di prolessi: a un certo punto i flashforward diventano infatti così frequenti da diventare fastidiosi, un po' perchè spezzano la concentrazione e un po' perchè sortiscono un bizzarro effetto di auto-spoiler, guastando irrimediabilmente la sorpresa.

Giudizio personale: 7.7/10 

 

13 commenti:

  1. Ce l'ho in wishlist da un po'! Spero di leggerlo presto, anche se la mole mi spaventa non poco XD

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    1. Anch'io ne ero intimorita: pensa che ho acquistato il libro nel 2009 o 2010, e ho trovato il coraggio di leggerlo solo adesso! :P
      Però alla resa dei conti è una lettura molto scorrevole, Aenor, questo bisogna dirlo! ^____^

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  2. Mi hai ricordato che devo riprendere quella palla mortale della serei: ho visto le prime due, tanto. Lo sforzo maggiore è fatto. ;) Sul libro: uno dei pochi del Re a non avermi mai ispirato - colpa anche del telefilm - ma prima o poi...

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    1. Sai che io invece non ho (ancora) visto neppure un episodio? Contavo per l'appunto di leggere prima il romanzo... mi spiace sentire che sia così noioso, però! ç____ç

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  3. L'ambientazione di questo film mi ricorda tanto il film dei Simpson ahahahah chi si è ispirato a chi? XD
    Comunque mi ispira molto anche se mille pagine mi preoccupano..meglio iniziare da qualcos'altro ^^"

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    1. Ahaha sai che hai ragione, quella scena del film dei Simpson è il massimo!!!! :D
      Se non hai mai letto nulla di King, sì, ti consiglio anch'io di cominciare prima da qualcos'altro... magari uno dei suoi romanzi più "classici" tipo Misery o Carrie, o anche da una raccolta di racconti (alcune delle sue antologie sono splendide! <3)

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  4. ecco, dovrei colmare le mie lacne king-hiane :)
    magari il 2016 sarà l'anno buono :P

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    1. Sìììì...
      Hai formulato uno splendido proposito per l'anno nuovo, Angela! :D

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  5. Letto sulla scia dell'entusiasmo per 22/11/'63 che ho amato moltissimo, l'ho trovato noiosissimo non solo, come a ragione scrivi, per le prime 300 pagine ma anche per tutto il resto, forse perché la marea di personaggi mi ha disorientata parecchio. Va da sé che l'intenzione di iniziare la serie è andata a farsi benedire.

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    1. Io la serie tv devo ancora iniziarla, anche se, a giudicare dalla media dei commenti generali, ho paura di che cosa aspettarmi! XD
      22/11/'63, invece, mi manca... Lo inserisco nella lista del 2016, quale occasione migliore?! ;D

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  6. Questo è uno dei libri del maestro che mi ispira di meno, sarà la mole che in questo caso mi intimidisce, sarà che ho visto un paio di episodi del telefilm e mi hanno praticamente fatta dormire... mi sa che lo salto.

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    1. La settimana prossima mi ripropongo di cominciare la serie: a visione ultimata ti saprò dire se secondo me rispecchia il romanzo oppure ci azzecca poco! ;D
      Comunque sì, se non ti attira tanto, ti consiglio pure io di saltarlo: è veramente lunghissimo, e in alcuni punti particolari continuare la lettura diventa un vero esercizio di pazienza! XD

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  7. Ahaha su questo hai proprio ragione, sai?! :D
    A me invece il finale non è dispiaciuto; dopo tanta disperazione e angoscia, una nota di speranza e calore umano ci stava bene, secondo me! Però credo di capire che cosa intendi! ^____^

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