Titolo: A Wicked Thing
Autrice: Rhiannon Thomas
Serie: A Wicked Thing, Vol. 1
Disponibile: in inglese!
Trama:
"Un secolo dopo essere piombata nel sonno più profondo, la Principessa Aurora apre gli occhi per trovarsi al cospetto di un affascinante principe, e di un regno dilaniato che non ha fatto altro che sognare il suo ritorno.
Tutti i libri dicono che dovrebbe essere in grado di trovare il suo lieto fine, a questo punto.
Ma come Aurora comprende fin troppo bene, la verità non assomiglia affatto alla fiaba.
Il suo "Vero Amore" non è altro che un premuroso sconosciuto.
E la sua vita intera è stata programmata dai suoi nemici politici, mentre dormiva del sonno incantato.
Mentre Aurora lotta per estrapolare un senso da questo suo mondo nuovo, comincia a temere che la maledizione abbia lasciato il suo marchio su di lei, una cosa pericolosa e selvaggia che potrebbe essere malvagia tanto quanto la strega che un tempo l'avvolse nel suo incantesimo.
Il giorno del suo matrimonio si avvicina sempre più di più, e Aurora dovrà prendere la decisione definitiva su come salvare il suo regno: sposando il principe, oppure scappando via..."
Mi sono imbattuta in questo libro per la prima volta
leggendo la notizia della sua imminente trasposizione
televisiva: “A Wicked Thing”
diventerà infatti una serie tv
chiamata “After”, se tutto andrà
bene, con lo zampino della Disney e dell’emittente televisiva Freeform.
Non ho idea di cosa aspettarmi da un progetto del genere,
perché, onestamente, non mi è parso di intravedere grandissimi potenzialità dal
punto di vista della "spettacolarità" della storia; in compenso,
posso quantomeno affermare di essere rimasta piacevolmente colpita dal romanzo
della Thomas: “Wicked” non sarà un
capolavoro, non sarà il retelling
più audace e anticonformista che io abbia mai letto… ma mi ha preso abbastanza
da non farmi rimpiangere il tempo perduto, questo è certo.
La storia inizia esattamente là dove la fiaba originale si
interrompeva: la principessa Aurora,
un tempo maledetta dalla perfida (e misteriosa) strega Celestine, riceve il suo fantomatico bacio del Vero Amore (o così
sembrerebbe…) dal Principe Roderic, primo
rampollo della nuova casa reale, svariate decadi dopo essersi punta il
polpastrello sul fuso del magico arcolaio.
Quando Aurora apre gli occhi, è convinta che siano trascorsi
a malapena pochi istanti dal suo ultimo ricordo (i preparativi per l’imminente
ballo organizzato in onore del suo diciottesimo compleanno…); subisce quindi un
notevole shock nello scoprire che i suoi genitori sono morti e sepolti da un
pezzo, insieme a tutto il resto del mondo che ha sempre conosciuto, e che il
suo regno è profondamente cambiato.
Il tempo delle fiabe è terminato da un pezzo, infatti: il
regno natale di Aurora è dilaniato da costanti tensioni interne, rivolte,
complotti, guerre civili.
L’attuale re, il padre di Roderic, è una versione un po’ meno
lasciva e un po’ più cattiva del Re Robert de “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”; il promesso sposo di Aurora
è un fantoccio, la futura suocera un’ambigua quanto pericolosa matriarca.
Nel contesto di “A
Wicked Thing”, Aurora diviene quindi, per buona parte del libro, una sorta
di riluttante Sansa Stark (un
personaggio al quale l’autrice stessa ha dichiarato di essere molto legata);
costantemente manovrata dai potenti, esibita a corte come un trofeo e tenuta al
guinzaglio, viene costretta ad assistere alle numerose atrocità perpetrate dal
sovrano e a prendere atto del mortale pericolo affrontato dal suo regno.
Fino a quando, un bel giorno, non deciderà di ribellarsi e provare
a prendere in mano le redini del proprio destino…
Il problema, secondo me, è che questo catartico momento di
illuminazione viene posticipato dall’autrice ben oltre il punto necessario.
Da una parte, si tratta di un limite auto-imposto; un
tratto ineluttabile della personalità di Aurora, la quale non brilla certo per
acume e spirito di indipendenza.
Dall’altra, non sono mai stata una grande fan dei romanzi che si svolgono a corte, e in alcuni momenti ammetto di aver trovato l’ambientazione
di “A Wicked Thing” leggermente
claustrofobica.
Questo fattore, combinato alle atroci tendenze passivo-aggressive
di Aurora (secondo il classico schema che prevede un passo avanti, due passi
indietro…), ha fatto sì che mi annoiassi un po’ durante alcune parti della
lettura.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa, tuttavia, dall’assenza
di una “love story” totalizzante e
univalente, incapace di lasciare spazio ad altro, e dalle tematiche introdotte
dall’autrice, sicuramente moderne e attuali come non mai.
La “strega cattiva” del romanzo, inoltre, svolge un ruolo
abbastanza complesso e misterioso da risultare autenticamente interessante… non
so quali siano i piani di Celestine per Aurora, non riesco neppure a
immaginarlo, ma una cosa è certa: voglio assolutamente scoprirlo…
Un romanzo gradevole, insomma, secondo me, anche se tutt’altro
che imprescindibile.
Facile immaginare che, se la serie tv riuscirà a guadagnarsi
un ordine completo da parte di Freeform, vedremo comparire una traduzione italiana
di “A Wicked Thing” nel giro di un
anno o giù di lì…
Ai fan dei romanzi fantasy più “leggeri”, lo consiglio volentieri:
la Thomas, se non altro, dimostra di saper concedere una lodevole attenzione al
tema dei rapporti umani, e di conoscere l’importanza fondamentale dei
cosiddetti personaggi secondari all’interno dell’economia di un racconto.
Trama: 6.0/10
Ambientazione: 6.0/10
Personaggi: 7.0/10
Stile: 6./0
Coinvolgimento emotivo: 7.0/10
Verdetto finale: 6.4/10
Girl Power:
Nel prossimo post, parleremo di:
American Horror Story Hotel
Carino questo libro! Mi piacciono quelli a tema fiabesco!😊
RispondiEliminaAnche a me, ne vado matta! ^____^
EliminaSembra damolto bellino, e adatto ai periodi in cui si cerca una lettura senza impegno ^-^
RispondiEliminaInfatti, Kate! Non il miglior retelling di sempre, ma carino quanto basta, insomma! ^____^
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