Dopo lo straordinario best-seller “La Ragazza che Sapeva Troppo”, l’autore ci propone un originale, emozionante e terrificante giro turistico all’interno del penitenziario femminile Fellside: una sinistra prigione ricca di sorprese, intrighi, violenza, omicidi e peccati mai del tutto dimenticati…
Titolo originale: Fellside
Casa editrice italiana: Newton Compton
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Girl Power:
La Trama di “Fellside – La Prigioniera”:
“Jess si sveglia in ospedale. Non ricorda niente, neanche il proprio nome, ma sa che quella che vede allo specchio non è la sua faccia. È stata ricoverata per le ustioni che ha su gran parte del corpo e del viso. A poco a poco, frammenti di ricordi le ritornano in mente. Le dicono che ha appiccato il fuoco alla sua casa sotto effetto della droga e che, nell'incendio, è morto un ragazzino di dieci anni che abitava nell'appartamento sopra di lei. Il suo ragazzo, John, conferma questa versione dei fatti e lei si convince di essere davvero una piromane assassina. Durante il processo accetta passivamente ogni accusa e viene, perciò, condannata e rinchiusa nel carcere femminile di massima sicurezza di Fellside, la più grande prigione femminile d'Europa, nella contea inglese dello Yorkshire. La prigione è sotto il controllo di una certa Grace che detiene, con la complicità della guardia Devlin, il traffico della droga. Grace ha due guardaspalle, Lizzie e Big Carol, con le quali è meglio non avere a che fare. Salazar, il medico del carcere, è costretto a fare il corriere per Grace, e l'infermiera Stock non ha tutte le rotelle a posto. Ma c'è di più: con il favore delle tenebre a Jess appare il fantasma del bambino morto nell'incendio. Le dice che ha bisogno del suo aiuto e che non accetterà un no come risposta...”
Se Carey dichiarasse di non essere un grande fan della serie, rischierei di restare completamente a corto di parole. Le cupe ambientazioni e le dolceamare atmosfere del libro sembrano scaturire direttamente fuori da un episodio dell’irresistibile show di Jenji Kohan.
L’incursione dell’elemento sovrannaturale e il ritmo serrato, incalzante e implacabile della narrazione, invece, rappresentano senz’altro una gradevole prerogativa del romanzo.
E’ importante tenere in considerazione il fatto che “Fellside – La Prigioniera” è in grado di vantare una trama particolarmente articolata, oltre che ad ampio respiro; i personaggi e le prospettive sono innumerevoli, una caratteristica che tende ad appesantire un po’ la prima parte del romanzo, dedicata alla presentazione della situazione e dei vari comprimari. Per fortuna lo stile ironico, concitato e (si potrebbe quasi dire) dall’impronta fortemente “cinematografica” di Carey aiuta a superare questo momento di breve disorientamento iniziale senza incorrere in grossi traumi.
La protagonista è una giovane donna di nome Jess Moulson, un’ex tossicodipendente dal viso sfregiato. Dopo essere stata accusata di un crimine gravissimo, la nostra eroina finisce in prigione e rimane invischiata in una doppia ragnatela di corruzione e misteri: da una parte, infatti, Jess viene presa di mira dagli scagnozzi della perfida Harriet Grace, nota trafficante di droga e insindacabile “pezzo grosso” del Blocco G di Fellside; dall’altra, finisce per entrare in contatto con un’impalpabile entità ultraterrena in grado di aiutarla a sfidare le leggi fisiche e a camminare indisturbata attraverso i desolati paesaggi onirici del sonno e della morte.
Quello di Jess è un personaggio abbastanza difficile da interpretare, a dire il vero. Immagino di non averla trovata particolarmente credibile, soprattutto perché alcune delle sue scelte mi sono sembrate dettate da una volontà di auto-martirio abbastanza ferrea e sviluppata da fare invidia anche ai più rigorosi masochisti del mondo.
Eppure il suo valore simbolico è sicuramente interessante… per non parlare di quanto abbia apprezzato la sua vena ribelle e le sue continue sfide all’intoccabile autorità di Grace, uno dei peggiori pendagli da forca di cui il mondo della narrativa internazionale abbia memoria.
I “villains” che Carey riesce a schierare all’interno delle sue storie, d’altro canto, si rivelano quasi sempre orribili, paradossali e indimenticabili; una grottesca parata di mostri dalle sembianze umane, diaboliche incarnazione di tutti i peggiori istinti che la nostra specie abbia mai conosciuto, a cominciare da ottusità, egoismo e faciloneria.
A questo proposito, è giusto sottolineare come, nonostante il contesto “quotidiano”, squallido e deprimente che caratterizza la sua ambientazione, “Fellside - La Prigioniera” tenda ad assumere, con lo scorrere dei numerosi capitoli, una sorta di surreale e coinvolgente tonalità epica.
Nella visione universale di Carey, infatti, è come se il Bene e il Male si dessero continuamente battaglia: fra le spoglie mura di una prigione, in una soffocante aula di tribunale, nell’intimità dei nostri cuori e ancora oltre, all’altro capo di quell’effimero confine che separa questa vita da ciò che ci aspetta appena un passo al di là della soglia.
Ogni giorno la nostra fragile natura – e il caso – ci inducono a commettere una quantità incredibile di errori madornali… eppure, alla fine dei giochi, tutti quanti dovremo operare una scelta, e decidere da che parte stare.
Giudizio personale: 8.0/10
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