Titolo in inglese: Memory Of Water
Autrice: Emmi Itaranta
Disponibile: anche in italiano, edito dalla Frassinelli
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Girl Power:
La trama de “La Memoria dell’Acqua”:
“Ci sono segreti che
vanno trasmessi di generazione in generazione, come una ricchezza. Questo
romanzo comincia così, con un antico segreto che un padre consegna nella mani
della fi glia diciassettenne. Noria è nata in una famiglia di maestri del tè, e
sa che è giunto il momento di apprenderne i riti e le tradizioni. Sa anche che
nel mondo in cui l'umanità si è costretta a vivere – un futuro non lontano in
cui la terra non è che un arido paesaggio bruciato dal sole – il segreto che la
sua famiglia custodisce è ancora più prezioso. Perché solo i maestri del tè
conoscono l'ubicazione di sorgenti segrete d'acqua, un bene ormai ridottissimo.
Sorgenti sconosciute perfi no al regime del Nuovo Qian, che domina l'Unione
Scandinava e ne amministra con la violenza le poche risorse rimaste. Ma i
segreti, specie in un mondo disperato, non restano tali a lungo. E Noria, dopo
la morte del padre, quando ormai il regime sospetta di lei e dei suoi, si
troverà costretta a scegliere se conservare quel segreto, o tradire la sua famiglia
e perdere tutto ciò che le generazioni passate le hanno trasmesso. Un racconto
potentissimo e immaginifico, un'autrice in grado, come Margaret Atwood o David
Mitchell, di ricreare sulla pagina noi stessi
e le nostre più grandi paure, e raccontarci mondi tanto distanti e irreali,
quanto vicinissimi a noi.”
“La Memoria dell'Acqua” è un libro di genere fantastico/distopico scritto dall’autrice
finlandese Emmi Itaranta.
In Italia, il romanzo è stato pubblicato dalla casa editrice
Frassinelli ed è uscito nel 2015. Non ho idea di quanto successo
sia riuscita a riscontrare un’opera come questa, all’interno di un mercato
tutto sommato risicato, prevedibile e soffocante come il nostro, ma so che negli
USA il libro d’esordio della Itaranta è stato candidato a due premi abbastanza
prestigiosi: il Philip K. Dick Award
e l’Arthur C. Clarke Award.
La verità, amici, è che “La Memoria dell'Acqua” potrebbe tranquillamente essere definito
come un romanzo YA di ultimissima
generazione, ma straordinariamente atipico,
oltre che intenso e vibrante di suggestioni assolutamente indimenticabili.
La trama, di per
sé, sembra ricollegarsi alla lunghissima tradizione della narrativa
post-disastro mondiale, a quel particolare genere della letteratura di
fantascienza che prende il nome di “Terra
morente” (o “dying Earth”, come la
chiamano i critici americani…), e che si richiama direttamente ad alcuni lavori
firmati da grandi autori di fama internazionale, come ad esempio Philip
Jose Farmer o Gene Wolfe. Ma la Itaranta si rivela anche (fortunatamente) abbastanza
in gamba da riuscire a infondere nelle sue pagine un’impronta di chiara matrice
attuale e personale; una sorta di marchio
stilistico unico e inequivocabile, una caratteristica che mi ha permesso di
superare alcuni passaggi particolarmente “ostici” de “La Memoria dell'Acqua”, nonché di arrivare ad affezionarmi visceralmente
alla sua introversa e pacata protagonista, Noria.
Il linguaggio lirico,
delicato e profondamente evocativo dell’autrice rappresenta, a mio avviso, una
delle caratteristiche più notevoli di questo romanzo, seconda solo (in ordine
di importanza) alla struggente e disperata urgenza
del messaggio ambientalista di
cui la storia narrata all’interno del testo si fa portavoce.
Sotto alcuni punti di vista, del resto, la lettura de “La Memoria dell'Acqua” si è rivelata
sorprendentemente faticosa da portare a termine. Non soltanto a causa dell’estrema
lentezza del ritmo, o della quasi totale assenza di avvenimenti degni di questo
nome; mi riferisco anche (e forse soprattutto) al profondo senso di angoscia suscitato dalle decadenti atmosfere descritte
dalla prosa limpida e poetica della Itaranta, all’afflizione indescrivibile che sentivo strisciarmi in gola mentre
leggevo, a tarda notte, con le pupille dilatate e il petto stretto in una morsa
di nostalgia senza confini.
Nostalgia nei confronti di un mondo (il nostro mondo) che un
domani potrebbe anche non esistere più, almeno non nel modo in cui siamo sempre
stati abituati a conoscerlo. Un senso di
colpa, opprimente e scomodo, che mi pesava nelle viscere come un macigno;
perché alcune delle accuse che la voce
narrante de “La Memoria dell’Acqua”
muove alla nostra generazione (e a quella immediatamente precedente, nonché
alla successiva….) riescono a colpire dolorosamente nel segno: perché è vero che siamo diventati troppo avidi,
viziati, incauti, sconsiderati, ed è sempre più evidente che, per assecondare i
nostri capricci (e il nostro bisogno smodato di plasmare il pianeta a nostra
immagine…) stiamo rischiando seriamente di arrivare trasformare la nostra terra
in un arido deserto incolto di sterpaglia e sabbia bruciata dal sole. Raramente
ci soffermiamo a dedicare un pensiero, in questa nostra corsa sfrenata, a chi
verrà dopo di noi; a chi sarà chiamato a pagare il prezzo di questa assurda e
smodata dissolutezza. Il nostro egoismo,
a lungo andare, si ritorcerà contro i nostri figli e i nostri nipoti; e la cosa
peggiore, forse, è che la maggior parte di noi ne è fin troppo consapevole… ma
finché così tanti di noi continueranno a distogliere lo sguardo, e a lasciarsi
distrarre da altre beghe, non saremo in grado di fermarci.
Per quanto riguarda, invece, i personaggi e la storia
de “La Memoria dell'Acqua”, posso
solo dire di essere rimasta sopraffatta da uno stranissimo genere di
incantesimo. All’inizio, avevo quasi l’impressione di percepire Noria, i suoi
genitori, l’amatissima amica Sanja e
il resto degli abitanti del villaggio, come una sorta di remota e un po’
anonima parata di ombre in movimento. Nel corso del libro, a poco a poco, credo
tuttavia di essere arrivata ad affezionarmi veramente molto ad alcuni di loro,
quasi senza accorgermene: che ci crediate oppure no, infatti, il finale de “La Memoria dell'Acqua” è riuscito veramente a farmi sciogliere il
cuore…
Adesso, insomma, voglio assolutamente provare a leggere il
libro successivo della Itaranta, “The Weaver”, per il momento disponibile soltanto in lingua inglese. Vi terrò
aggiornati!
Giudizio personale: 7.5/10
Lo conoscevo di nome ma non avevo mai nemmeno letto la trama. XD Devo dire che mi ispira molto, soprattutto per le tematiche ambientaliste!
RispondiEliminaDa quel punto di vista, è sicuramente un romanzo mooooolto valido, Aenor! E anche da altri, in realtà! ;D
EliminaCiao! Bellissima recensione. Devo ammettere che non ne avevo mai sentito parlare, però sembra interessante, non come i soliti YA che circolano!
RispondiEliminaCiao, Gaia, grazie mille! ^_____^
EliminaSecondo me, è un libro che merita parecchio... e l'autrice è senz'altro da tenere d'occhio! :)
Ciao! Ho nominato il tuo blog qui per il Blogger Recognition Award! 😀
RispondiEliminaCiao a te!
EliminaOh, wow, ti ringrazio immensamente! *____*
Corro subito a dare un'occhiata! <3
Non l'avevo mai sentito nominare, ma sembra davvero imperdibile *^*
RispondiEliminaSu di me ha sortito sicuramente un certo effetto, Kate... anzi, a dire il vero, mi ha commosso moltissimo! *_____*
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