martedì 24 ottobre 2017

Recensione: "La Memoria dell'Acqua", di Emmi Itaranta



Titolo in inglese: Memory Of Water
Autrice: Emmi Itaranta
Disponibile: anche in italiano, edito dalla Frassinelli
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Girl Power:

La trama de “La Memoria dell’Acqua”:

“Ci sono segreti che vanno trasmessi di generazione in generazione, come una ricchezza. Questo romanzo comincia così, con un antico segreto che un padre consegna nella mani della fi glia diciassettenne. Noria è nata in una famiglia di maestri del tè, e sa che è giunto il momento di apprenderne i riti e le tradizioni. Sa anche che nel mondo in cui l'umanità si è costretta a vivere – un futuro non lontano in cui la terra non è che un arido paesaggio bruciato dal sole – il segreto che la sua famiglia custodisce è ancora più prezioso. Perché solo i maestri del tè conoscono l'ubicazione di sorgenti segrete d'acqua, un bene ormai ridottissimo. Sorgenti sconosciute perfi no al regime del Nuovo Qian, che domina l'Unione Scandinava e ne amministra con la violenza le poche risorse rimaste. Ma i segreti, specie in un mondo disperato, non restano tali a lungo. E Noria, dopo la morte del padre, quando ormai il regime sospetta di lei e dei suoi, si troverà costretta a scegliere se conservare quel segreto, o tradire la sua famiglia e perdere tutto ciò che le generazioni passate le hanno trasmesso. Un racconto potentissimo e immaginifico, un'autrice in grado, come Margaret Atwood o David Mitchell, di ricreare sulla pagina noi stessi e le nostre più grandi paure, e raccontarci mondi tanto distanti e irreali, quanto vicinissimi a noi.”



La Memoria dell'Acqua è un libro di genere fantastico/distopico scritto dall’autrice finlandese Emmi Itaranta.
In Italia, il romanzo è stato pubblicato dalla casa editrice Frassinelli ed è uscito nel 2015. Non ho idea di quanto successo sia riuscita a riscontrare un’opera come questa, all’interno di un mercato tutto sommato risicato, prevedibile e soffocante come il nostro, ma so che negli USA il libro d’esordio della Itaranta è stato candidato a due premi abbastanza prestigiosi: il Philip K. Dick Award e l’Arthur C. Clarke Award.

La verità, amici, è che “La Memoria dell'Acqua” potrebbe tranquillamente essere definito come un romanzo YA di ultimissima generazione, ma straordinariamente atipico, oltre che intenso e vibrante di suggestioni assolutamente indimenticabili.
La trama, di per sé, sembra ricollegarsi alla lunghissima tradizione della narrativa post-disastro mondiale, a quel particolare genere della letteratura di fantascienza che prende il nome di “Terra morente” (o “dying Earth”, come la chiamano i critici americani…), e che si richiama direttamente ad alcuni lavori firmati da grandi autori di fama internazionale, come ad esempio Philip Jose Farmer o Gene Wolfe. Ma la Itaranta si rivela anche (fortunatamente) abbastanza in gamba da riuscire a infondere nelle sue pagine un’impronta di chiara matrice attuale e personale; una sorta di marchio stilistico unico e inequivocabile, una caratteristica che mi ha permesso di superare alcuni passaggi particolarmente “ostici” de “La Memoria dell'Acqua”, nonché di arrivare ad affezionarmi visceralmente alla sua introversa e pacata protagonista, Noria.

Il linguaggio lirico, delicato e profondamente evocativo dell’autrice rappresenta, a mio avviso, una delle caratteristiche più notevoli di questo romanzo, seconda solo (in ordine di importanza) alla struggente e disperata urgenza del messaggio ambientalista di cui la storia narrata all’interno del testo si fa portavoce.
Sotto alcuni punti di vista, del resto, la lettura de “La Memoria dell'Acqua” si è rivelata sorprendentemente faticosa da portare a termine. Non soltanto a causa dell’estrema lentezza del ritmo, o della quasi totale assenza di avvenimenti degni di questo nome; mi riferisco anche (e forse soprattutto) al profondo senso di angoscia suscitato dalle decadenti atmosfere descritte dalla prosa limpida e poetica della Itaranta, all’afflizione indescrivibile che sentivo strisciarmi in gola mentre leggevo, a tarda notte, con le pupille dilatate e il petto stretto in una morsa di nostalgia senza confini.

Nostalgia nei confronti di un mondo (il nostro mondo) che un domani potrebbe anche non esistere più, almeno non nel modo in cui siamo sempre stati abituati a conoscerlo. Un senso di colpa, opprimente e scomodo, che mi pesava nelle viscere come un macigno; perché alcune delle accuse che la voce narrante de “La Memoria dell’Acqua” muove alla nostra generazione (e a quella immediatamente precedente, nonché alla successiva….) riescono a colpire dolorosamente nel segno: perché è vero che siamo diventati troppo avidi, viziati, incauti, sconsiderati, ed è sempre più evidente che, per assecondare i nostri capricci (e il nostro bisogno smodato di plasmare il pianeta a nostra immagine…) stiamo rischiando seriamente di arrivare trasformare la nostra terra in un arido deserto incolto di sterpaglia e sabbia bruciata dal sole. Raramente ci soffermiamo a dedicare un pensiero, in questa nostra corsa sfrenata, a chi verrà dopo di noi; a chi sarà chiamato a pagare il prezzo di questa assurda e smodata dissolutezza. Il nostro egoismo, a lungo andare, si ritorcerà contro i nostri figli e i nostri nipoti; e la cosa peggiore, forse, è che la maggior parte di noi ne è fin troppo consapevole… ma finché così tanti di noi continueranno a distogliere lo sguardo, e a lasciarsi distrarre da altre beghe, non saremo in grado di fermarci.

Per quanto riguarda, invece, i personaggi e la storia de “La Memoria dell'Acqua”, posso solo dire di essere rimasta sopraffatta da uno stranissimo genere di incantesimo. All’inizio, avevo quasi l’impressione di percepire Noria, i suoi genitori, l’amatissima amica Sanja e il resto degli abitanti del villaggio, come una sorta di remota e un po’ anonima parata di ombre in movimento. Nel corso del libro, a poco a poco, credo tuttavia di essere arrivata ad affezionarmi veramente molto ad alcuni di loro, quasi senza accorgermene: che ci crediate oppure no, infatti, il finale de “La Memoria dell'Acqua” è riuscito veramente a farmi sciogliere il cuore…

Adesso, insomma, voglio assolutamente provare a leggere il libro successivo della Itaranta, “The Weaver”, per il momento disponibile soltanto in lingua inglese. Vi terrò aggiornati!

Giudizio personale: 7.5/10



8 commenti:

  1. Lo conoscevo di nome ma non avevo mai nemmeno letto la trama. XD Devo dire che mi ispira molto, soprattutto per le tematiche ambientaliste!

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    1. Da quel punto di vista, è sicuramente un romanzo mooooolto valido, Aenor! E anche da altri, in realtà! ;D

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  2. Ciao! Bellissima recensione. Devo ammettere che non ne avevo mai sentito parlare, però sembra interessante, non come i soliti YA che circolano!

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    1. Ciao, Gaia, grazie mille! ^_____^
      Secondo me, è un libro che merita parecchio... e l'autrice è senz'altro da tenere d'occhio! :)

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  3. Ciao! Ho nominato il tuo blog qui per il Blogger Recognition Award! 😀

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    1. Ciao a te!
      Oh, wow, ti ringrazio immensamente! *____*
      Corro subito a dare un'occhiata! <3

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  4. Non l'avevo mai sentito nominare, ma sembra davvero imperdibile *^*

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    1. Su di me ha sortito sicuramente un certo effetto, Kate... anzi, a dire il vero, mi ha commosso moltissimo! *_____*

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