Romanzo (apparentemente) autoconclusivo
Disponibile in inglese
“Sette anni fa, la nave Atargatis è partita per un viaggio
destinata a condurla presso le famigerate Fosse delle Marianne, con l’obiettivo
di girare un “mockumentary” intenzionato a riportare in auge le antiche
creature marine della leggenda. L’Atargatis è finito disperso in mare, assieme
a tutto il suo equipaggio. Alcuni credono che si sia trattato di un imbroglio,
di una presa in giro volta a far tremare i più creduloni; altri, l’hanno
semplicemente etichettata come un’inevitabile tragedia marina.
Adesso, una nuova squadra è stata assemblata, con lo
specifico incarico di scoprire cosa accadde, esattamente, quel terribile giorno
di sette anni addietro. Ma, stavolta, nessuno di loro è lì per intrattenersi o
intrattenere. Alcuni cercano di convalidare il lavoro di una vita. Altri
inseguono la possibilità di prender parte alla più grande battuta di caccia del
mondo. Altri cercano semplicemente la verità. Eppure, per l’ambiziosa, giovane
scienziata Victoria Stewart, questo rappresenterà soprattutto il viaggio che le
permetterà di scoprire il destino della sorella che ha perso in mare…”
Fan di “Alien” e “La Cosa”, drizzate bene le antenne: perché
è ovvio che Mira Grant (alias Seanan McGuire, la recente vincitrice del Premio
Nebula per lo straordinario “Every Heart a Doorway”) ha scritto questo romanzo
pensando espressamente a voi/noi, e lo ha fatto in maniera stupefacente!
Voglio confessarvi un piccolo retroscena: in realtà, prima
ancora di cominciare a sfogliare “Into the Drowning Deep”, ero già praticamente
sicura che il romanzo mi sarebbe piaciuto… non fosse altro che perché ho
adorato con tutto il cuore “Rolling in the Deep”, la novella introduttiva di
cui avevo avuto già occasione di parlarvi qualche mese fa. Eppure, a lungo
andare, il libro della Grant è riuscito addirittura a superare le mie più rosee
aspettative…
La prima cosa che ci tengo a farvi sapere, è che questa
ragazza è BRAVA, signore e signori. Intelligenza, passione, disciplina e ironia
non le fanno sicuramente difetto… e nemmeno il talento, questo è poco ma
sicuro.
La verità è che “Into the Drowning Deep” è quel genere di
libro in grado di mettere seriamente alla prova le capacità cardiache di
qualcuno. Suppongo che alcuni lettori potrebbero trovare l’inizio un po’ lento
e ridondante, ma, a parer mio, l’introduzione serve a instillare in noi un
senso di tensione e anticipazione a dir poco inestimabile. Personalmente, credo
di aver rischiato di svenire almeno una volta o due durante la lettura, perché
ero talmente sopraffatta dall’angoscia e dall’orrore suscitati dagli eventi
messi in scena, da ritrovarmi costantemente a corto di fiato.
Anche il taglio
cinematografico della narrazione mi ha colpito, e sicuramente in positivo, dal
momento che non sottrae nulla alla preziosa e ricca caratterizzazione dei
personaggi… Personaggi che, manco a dirlo, mi hanno completamente conquistato
(a partire da Olivia, con Tory e Luis subito appresso, e un nutrito gruppetto
di altri comprimari a tenere egregiamente il passo. Senza contare che, per una
volta, la ship che avevo in mente e che non credevo avrebbe realmente avuto
modo di salpare – date le circostanze avverse - è riuscita a regalarmi un
quantitativo di gioia e gratificazioni da lucciconi agli occhi…).
Se, da un lato, la trama potrebbe sembrare, a un primo esame
superficiale, abbastanza convenzionale e “classica”, con il suo inesauribile
repertorio di mostri, assedi, massacri, inghippi e colpi di scena, dall’altro
posso assicurarvi di non aver mai letto nulla del genere. La volontà dell’autrice
di ricondurre le origini della sua opera a una lunghissima tradizione di libri
e film a tema “disastro marittimo” si combina infatti a un travolgente
desiderio di infrangere moltissimi tabù e restrizioni solitamente associati a
questo inflazionatissimo genere. L’importanza del cosiddetto “fattore di
rappresentazione” della diversità incarna senz’altro un fondamentale aspetto di
questa tendenza; non per niente, l’80% del cast di “Into the Drowning Deep” è
rappresentato da personaggi disabili, di colore, gay, bisessuali, anziani o
comunque appartenenti alle etnie più disparate.
Unica, piccola pecca: l’intreccio non si sottrae a una serie
di cliché da film horror (benché di classe), fra cui la recidiva tendenza, da
parte di alcuni comprimari, a prendere una lunga serie di decisioni stupide,
pericolose e dagli esiti alquanto prevedibili. La maggior parte di queste
scelte viene giustificata in nome della “curiosità scientifica”, e diciamo pure
che, in alcuni casi, la spiegazione si rivela più che sufficiente… ma in altri
no, a cominciare dalle fastidiose e frustranti reticenze dell’ambiguo signor
Blackwell.
Ciao, Sophie, che piacere rileggerti. Come stai?
RispondiEliminaRomanzo che non conoscevo, dati i miei problemi con le letture in lingua, e a questo punto spero vivamente lo traducano da noi. Sono curiosissimo.
Ciao, Mik! E' un piacerissimo anche per me! ^^
EliminaImmagino di essermi concessa un altro dei miei famosi "momenti di latitanza"... speriamo che sia stato anche l'ultimo, anche perché, di solito, fasi come questa si accompagnano a momenti di scoraggiamento esistenziale e isolamento generalizzato abbastanza avvilenti, sigh! XD
In ogni caso, giuro che la McGuire/Grant si è pienamente guadagnata il suo Premio Nebula... Spero anch'io che lo traducano anche da noi, perché confesso che mi piacerebbe rileggerlo - e parlarne un po' più nel dettaglio con tutti voi, naturalmente! :)
Bentornata :) spero che il momento di latitanza non si porti dietro troppi strascichi spiacevoli :*
RispondiEliminaIl libro pare molto interessante, spero davvero che lo traducano (anche se alle brutte lo recupererò in lingua XD)
Grazie mille, Kate! <3 Lo spero tanto anch'io: per il momento so solo che, ogni volta che riesco a trovare le forze di trascinarmi di nuovo qui "a casa" sul Laumes'Journey, comincio immediatamente a sentirmi un po' meglio. Speriamo davvero che questo sia stato il mio ultimo "momento no", ehehe! ;D
EliminaIl libro è fantastico! Qualsiasi cosa dovesse eventualmente uscire della Grant/McGuire, sarebbe un dono per noi poveri lettori italiani! *____*