sabato 14 novembre 2020

Recensione: "Tigers Are Not Afraid" (Midnight Factory, film horror)

 


Potete acquistarlo QUI o guardarlo su Midnight Factory


L’altro giorno, spulciando fra i vari titoli disponibili sul nuovo canale Prime Video interamente dedicato ai film horror (Midnight Factory), mi sono imbattuta in questo “Tigers are not afraid”. Un film di cui avevo molto sentito parlare, dal momento che ha ricevuto ottime critiche ed è stato salutato come una specie di erede naturale di pellicole come “Il Labirinto del Fauno” o “La Spina del Diavolo” di Guillermo del Toro.

La protagonista è Estrella (Paola Lara), una ragazzina di bassa estrazione sociale che vive in un quartiere povero di una non meglio identificata città messicana. Il suo è un paese devastato, travolto dalla guerra fra narcotrafficanti, per cui le sue giornate sono scandite dalla paura e dalla violenza; un posto in cui i bambini non possono andare a scuola per paura di ritrovarsi accidentalmente crivellati dalle pallottole e in cui le persone non possono dirsi al sicuro neanche all’interno delle loro case. Una situazione da incubo che, per Estrella, si trasforma ben presto in tragedia: sua madre, infatti, scompare senza lasciare tracce (un evento che, fra quelle strade imbevute di sangue, in realtà è tutt'altro che inaudito). La piccola, orfana e senza casa, si troverà quindi costretta unirsi a una banda di bambini di strada per cercare di imparare come sopravvivere in questo nuovo, pericoloso mondo oscuro e privo di protezione in cui è stata scagliata. A complicare la situazione, una serie di inquietanti presenze e apparizioni, che la inseguono ovunque vada e che non le concedono tregua…

Tigere are not afraid” è, a mio avviso, una fiaba dark molto coinvolgente, dai toni maturi e suggestivi. Credo che il merito di questo risultato vada attribuito soprattutto alla regista Issa López e alla sua capacità di combinare momenti di realismo nudo e crudo a scene di magia quasi lirica, anche grazie al ricorso a un permeante “senso of wonder” che, a tratti, permette ai suoi personaggi di “liberarsi” dei rispettivi connotati storico-sociale e di assurgere al ruolo di archetipi universali. Non hai bisogno di essere un bambino messicano braccato dai signori della droga per ricordarti ciò che provavi quando, da bambino, vedevi gli adulti intorno a te comportarsi in modo crudele e incomprensibile; quando il senso di impotenza che provavi si trasformava in rabbia, quando il bisogno di proteggere le persone che amavi faceva continuamente a gara, dentro di te, con la voglia di urlare in faccia al mondo: “Perché vi comportate così? Non vedete che esiste un altro mondo, oltre a questo? Un posto pieno di tigri, di draghi, di meraviglie e di avventure… perché non lo portiamo qui, perché non lo trasformiamo nella nostra quotidianità, invece di accontentarci di vivere in questo squallore?”.

Allo stesso tempo, però, “Tigers are not afraid” è un film che non si sottrae da un doveroso tentativo di denuncia, dalla voglia irrefrenabile di comunicare il suo messaggio e di mostrare le condizioni inumane in cui QUESTI bambini sono costretti a crescere; ed è per questo che il film diventa, alla fine, qualcosa in più di un mero strumento di intrattenimento. Una sorta di inno alla resilienza e all’inventiva di tutti coloro che, sopravvivendo alle sparatorie, alla corruzione, agli agguati, hanno trovato un modo per resistere; il personaggio di El Shine (Juan Ramón López), il ragazzino che, da quasi-antagonista, si trasforma per Estrella dapprima in un mentore,  e poi in prezioso amico e alleato, in fondo simbolizza un po’ questo: un tributo alla potenza dell’immaginazione, a quella forza che ci permette di riscattarci e che ci aiuta a imboccare la strada giusta (quella dell’umanità, dell’amore, della comprensione), anche quando tutto il mondo sembra cospirare per spingerci da un’altra parte.

So che si è parlato, in alcune recensioni a opera di riviste specializzate, di eccessive drammatizzazioni, soprattutto per quanto concerne il finale di “Tigers are not afraid”.  Non sono del tutto d’accordo, anche perché ritengo che la potenza di questo film risieda soprattutto nel suo nucleo emotivo, nella sua capacità di raccontare una storia popolata di personaggi a cui risulta facilissimo affezionarsi. Il sovrannaturale, le scene di mostri e di visioni, sono in grado di suscitare un sussulto o due… ma credo sia piuttosto chiaro quale sia l’orrore, il male oscuro che corrompe le vite dei giovanissimi protagonisti. Perciò, se siete a caccia di brividi, probabilmente non è questa la pellicola che fa per voi. Se sono le emozioni che cercate, invece… be’, voi provate a dare un’occhiata a questo film! ;D

Giudizio personale:

8.0/10


Vi ricordo che il canale tematico Midnight Factory, come tutti gli altri Prime Video Channels, permette di usufruire di un periodo di prova gratuita. Per iscrivervi o curiosare un po' in giro, potete dare un'occhiata a QUESTA pagina! ^____^


2 commenti:

  1. Roba mia. Devo vederlo assolutamente.
    Ultimamente mi ha commosso un altro horror, His House (Netflix). Non ricordo se lo hai visto!

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    Risposte
    1. Non l'ho ancora visto, ma è nella mia lista! Adesso che ho saputo che ti ha convinto, cercherò di recuperarlo al più presto. Grazie, Mik! ;D
      Ti farò sapere! ^____^

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