martedì 8 dicembre 2020

Recensione: "Mulan" (film 2020)

 

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Mulan” è il più recente esempio del trend “remake in live action” promosso dalla Disney in questi ultimi anni. Una tendenza di grido, premiata con il massimo successo al box office internazionale… almeno fino a quando non è più stato possibile andare in sala.

La pellicola di Niki Caro basata sullo straordinario film d’animazione del 1998, da questo punto di vista, è stata molto sfortunata. Il limbo dell’incertezza (all’inizio sanitaria, ormai soprattutto economica…) che caratterizza l’era in cui viviamo ha fatto definitivamente sfumare ogni possibilità di proiettare “Mulan” al cinema. E così, ecco arrivare questo nuovo live action sull’eccellente Disney+, a poche settimane dal Natale e con un mucchio di recensioni negative accumulate durante il servizio di fruizione tramite “Vip Pass”.

Purtroppo, mi sento abbastanza incline a concordare con chi ha definito “Mulan” un mezzo flop; se non dal punto di vista commerciale (di cui so poco o niente), perlomeno da quello qualitativo e artistico. Stiamo parlando, purtroppo, di un film girato, secondo me, all’insegna della banalità, dell’ipercorrettismo e della sciatteria. Non è terribile e, tutto considerato, si lascia guardare fino alla fine senza stomacare; se riuscite a considerarlo un vanto, vi trovate almeno un passo avanti rispetto a me: stavo aspettando l’uscita di questo film con l’acquolina in bocca (soprattutto dopo aver visto il suo epico trailer), perciò, in questo momento, la delusione mi spinge a considerare il bicchiere mezzo vuoto, anziché mezzo pieno.

Che genere di delusione?, vi chiederete voi. Bè, semplicemente quella che si prova al cospetto di un’ottima opportunità sprecata. Anche a prescindere dalle sue tematiche pasticciate e dai suoi personaggi monodimensionali, fin-troppo-perfetti-per-essere-veri, “Mulan” è un film noioso e superficiale, capace di intrattenere (alla meno peggio) soltanto una nidiata di bambini veramente assonnati. Una fiaba della buonanotte riletta in chiave semplicistica, magari da proporre ai propri figli “a puntate”, mentre intanto si è intenti a scrollare il proprio feed Instragram o a rispondere a qualche frettolosa email di lavoro.

Non mi fraintendete: ho apprezzato molto il tentativo di creare qualcosa di nuovo, mescolando elementi tratti dal primo film Disney con cenni di storia e mitologia ispirati alla classica leggenda cinese contenuta nel poema “La ballata di Mulan”. Alla resa dei conti, però, ho trovato inadeguate e inefficaci la maggior parte delle modifiche apportate alla trama originale. A partire dal tentativo di proporci questa versione della protagonista in salsa supereroistica, dotata di fenomenali poteri cosmici già all’età di cinque anni, al posto della “donna-comune-ma-dotata-di-un-coraggio-straordinario” che tutte noi millenials abbiamo sempre amato e ammirato nel cartone di riferimento della nostra infanzia.

Oltretutto, la Caro peggiora la situazione gestendo malissimo le numerose sequenze d’azione; il suo “Mulan” è uno dei pochissimi film wuxia capaci di farti abbassare le palpebre perfino durante l’”attesa” resa dei conti finale fra protagonista e villan, e guardate che, secondo me, non è cosa da poco. A mio avviso, il momento più emozionante del film – la scena che mi ha fatto protendere sulla sedia e abbrancare il braccio di mia sorella, strillando: “È lei, è lei!” – è stato il cameo di Ming-Na Wen, indimenticabile doppiatrice della prima Mulan disneyana. Peccato che sia durato tre secondi, e che il 90% degli spettatori italiani non sarà neanche stato in grado di attribuirgli un valore particolare.

Senza nulla togliere all’interpretazione della brava Liu Yifei, purtroppo penalizzata da una sceneggiatura fin troppo convenzionale e da un cast di supporto in grado di rovinare ogni singolo climax o colpo di scena. A partire da Tzi Ma, che, nei panni del padre amorevole-ma-severo, in pratica si limita a sfornare una serie di espressioni costipate dietro l’altra. Jet Li, invece, Imperatore della Cina abbastanza sui generis, riesce a vivacizzare un paio di scene, semplicemente facendo quello che Jet Li fa sempre: vale a dire menando le mani e pavoneggiandosi un po' in giro. Ma se vi dicessi che la natura spettacolare di un paio di momenti è riuscita a farmi dimenticare l’assenza di Mushu, o l’incredibile carica di umanità di cui si facevano rappresentanti i personaggi del cartone, vi mentirei alla grande! 




4 commenti:

  1. Dei live-action Disney ho visto solo Cenerentola e La Bella e la Bestia, poi mi sono fermata per mancanza di interesse (misto wtf con Il re leone che è un altro tipo di animazione e non capisco perché lo chiamino live-action).
    Questo di Mulan era l'unico che un po' mi interessava, ma le recensioni hanno decisamente ucciso il mio già scarso interesse. Ho troppo poco tempo libero per dedicarlo a film che già so che non mi piaceranno.

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    Risposte
    1. Fai bene, Kate!
      Io ho visto "Cenerentola", ma ho dovuto dividermi il film in "due tempi", perché la prima sera, in pratica, mi stava facendo addormentare! XD
      Gli altri ancora mi mancano, ma provo un certo interesse per "Aladdin" e "Il re leone". Sai quale mi è piaciuto tanto, invece? "Il Libro della giungla". A suo modo, l'ho trovato più carino e divertente del cartone originale...

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