domenica 13 dicembre 2020

Recensione: "Witch", di Finbar Hawkins

 


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"Dopo aver assistito al brutale omicidio della madre, trucidata dai cacciatori di streghe, Evey giura di vendicarla e di rintracciare i suoi assassini. Ma ha promesso alla donna che si sarebbe occupata di sua sorella, Dill, e che avrebbe tenuto la bambina al sicuro, a qualsiasi costo. Quando la seta di sangue e giustizia si solleverà, pronta a travolgerla come una gigantesca ondata di marea, riuscirà Evey a rispettare il suo giuramento e ad abbracciare la magia che si staglia sul suo destino? O sarà il suo lato oscuro a prendere il sopravvento?"


Witch” è il libro d’esordio dell’autore britannico Finbar Hawkins. Uno YA emozionante e abbastanza particolare, che fa della commistione fra l’elemento storico e quello fantastico uno dei suoi principali motivi di pregio. Se dovessi citarvi un titolo di riferimento, vi consiglierei di pensare al bellissimo “La Ragazza Falco” di Joseph Elliott; ma con dei toni estremamente più cupi, violenti e deliziosamente pagani.

La trama di “Witch” si dipana nel bel mezzo del Somerset, nel 1646, in piena guerra civile. L’adolescente Evey ha un temperamento ribelle e impulsivo. Sua madre e la sua sorella più giovane, Dill, hanno tutte le intenzioni di adoperare le loro innate abilità di guaritrici al servizio della comunità, ma Evey si rifiuta di apprendere le arti stregonesche e seguire le loro orme. Il rapporto complicato con sua madre e la gelosia nei confronti di Dill le impediscono di capire fino a che punto la sua famiglia stia cercando di prendersi cura di lei. Ma poi un branco di sedicenti cacciatori di streghe bussa alla porta e manda il loro mondo all’aria: gli uomini, ex soldati al servizio del re, massacrano la madre di Evey, costringendo le due sorelle a fuggire nel bosco. Le ragazze, braccate come animali, in qualche modo riescono a fuggire; ma Evie continua a vedere l’immagine del corpo straziato e sanguinante di sua madre ovunque posi lo sguardo, come un fantasma che la perseguita dall’oltretomba. Perciò giura di vendicarsi, costi quello che costi, e di spazzare via dalla faccia della Terra i mostri che hanno distrutto la sua famiglia…

Lo stile di Finbar Hawkins, modellato sull’inglese arcaico degli anni in cui è ambientato il romanzo, è uno dei tratti più peculiari e interessanti del romanzo. La trama ci fa pensare a un “Kill Bill” incontra “The VVitch”; e, dal punto di vista dell’intreccio vero e proprio, posso confermarvi che questi due modelli cinematografici giocano di sicuro un ruolo fondamentale. Ma l’inclinazione di Finbar Hawkins all’introspezione e al lirismo poetico, unita alla sua sensibilità nei confronti del linguaggio (neo-)pagano e del mondo naturale, conferiscono al suo libro un’impronta originale e coinvolgente che, in qualche modo, trascendono ogni tentativo di paragone.

Il focus della narrazione è tutto incentrato sul mondo interiore di Evey, badate; una scelta che fa presto a svelare la sua natura di arma a doppio taglio, dal momento che, se, da una parte, permette a noi lettori di avvertire il dramma della protagonista con un maggiore grado di autenticità e coinvolgimento, dall’altro ci rende quasi impossibile concentrarci sulle scarne descrizioni o sul resto dei personaggi, mere ombre al servizio della sciarada personale in atto nella mente di Evey. Dalla foschia di rabbia e disperazione che annebbia costantemente la percezione della nostra protagonista, cercano di emergere soprattutto Dill – non a caso, il rapporto fra le due sorelle costituisce il cuore pulsante della narrazione – e la valorosa Annie Occhi-Verdi, la nobildonna dall’indole ribelle con cui Evey arriva a instaurare una relazione di amicizia-che-tende-costantemente-verso-qualcosa-di-più. Molti villains, invece, risultano praticamente intercambiabili.  “Cani rabbiosi”, li apostrofa Evey, nella sua mente. Gli assassini di sua madre, e, naturalmente, ha senso che lei li veda e percepisca soltanto in questa luce, mostri disumani senza volto, da abbattere senza pietà e senza tregua. Ma per noi lettori, dopo un po’, diventa difficile tenere traccia di chi sia esattamente chi, dal momento che la caratterizzazione dei cacciatori di streghe risulta pressoché inesistente. Il villain “a sorpresa” di fine libro si rivela leggermente più interessante, ma devo ammettere di aver gradito la frettolosità dello showdown definitivo soltanto fino a un certo punto.

Mentre leggevo “Witch” – lo confesso – non riuscivo a fare a meno di pensare a quali vette l’opera di Finbar Hawkins avrebbe potuto ambire, se soltanto l’autore avesse deciso di scrivere un libro per adulti, invece di uno YA. Il target di riferimento, purtroppo, in questo caso impone un senso di limitazione che, secondo me, arriva a compromettere pesantemente l’efficacia potenziale del materiale di partenza. La vena poetica e il simbolismo aulico aiutano a compensare l’assenza di passaggi espliciti soltanto fino a un certo punto; con una trama del genere, “Witch” avrebbe potuto tranquillamente aspirare a diventare uno dei libri fantasy più innovativi, femministi e grintosi dell’anno… ma Hawkins, chiaramente, a beneficio del suo giovane pubblico si trattiene e si contiene, concedendo fin troppi punti alle esigenze del proprio sottogenere di riferimento.

Nonostante questo, reputo “Witch” un promettente e solido romanzo d’esordio. Se il tempo mi darà ragione, Hawkins passerà alla narrativa per adulti nel giro di pochi anni; e sarà un traguardo, poiché ritengo che le sue inclinazioni naturali lo spingano fortemente in quella direzione.

 

Giudizio personale:

7.6/10




4 commenti:

  1. mi ha colpito, a primo impatto, la cover, ha un che di misterioso e anche lo sfondo storico, con la mescolanza di fantasy, mi pare sembra interessante :)

    buona domenica pomeriggio!

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    1. Ciao, Angela, grazie mille! ^^
      E' un libro interessante, soprattutto per chi ama le ambientazioni storiche un po' sui generis :)

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  2. Smettila di pubblicare cose che voglio e non so se verranno tradotteee

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    1. Mai! :P Altrimenti, come faccio a convincerti a passare al lato oscuro della Forza e a cominciare a leggere in lingua? ;D

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