Che cosa succederebbe se, sulla Terra, nessuno di noi
riuscisse più ad addormentarsi?
Quanto tempo ci vorrebbe prima di cominciare a perdere la nostra lucidità, le nostre facoltà motorie, la nostra capacità di
distinguere la realtà dall’immaginazione? Quanto tempo, prima di
lasciar spazio alla paranoia e al delirio?
Quanto tempo, prima di vedere la civiltà così come la conosciamo sgretolarsi davanti ai nostri occhi?
A partire da questo inquietante premessa, inizia a dipanarsi
la trama di “Awake”, il nuovo thriller fantascientifico di Netflix diretto da Mark Raso.
Un film d’azione
che punta tutto sul fattore
intrattenimento e che, nonostante una prima mezz’ora abbastanza soporifera,
finisce per rivelarsi intrigante nella
media e lunga durata.
La protagonista di “Awake”
è Jill (interpretata da Gina Rodriguez,
già protagonista della popolare ed energetica soap “Jane the Virgin”), un’ex
soldatessa dell’esercito americano e madre di due ragazzini. Una vedova dal
passato tutt’altro che impeccabile, considerando i trascorsi di dipendenza da
sostanze stupefacenti a cui accenna il prologo del film.
A dirla tutta, trovo un peccato che la sceneggiatura non sia
presa la briga di esplorare questa parte in maniera più efficace; un po’ perché
un inizio più coinvolgente avrebbe finito con l’indisporre meno gli spettatori
(su Rotten Tomatoes il film ha una pessima
media), e un po’ per farci capire qualcosa di più a proposito dei retroscena: ad esempio, fino a che
punto Jill aveva finito per compromettersi in un brutto giro? In che modo
questo ha guastato la sua relazione con i figli e con la suocera? Capisco la
volontà di dare per scontate un paio di cose, per saltare subito alla “polpa”
della storia, ma qualche informazione in più ci avrebbe sicuramente permesso di
apprezzare meglio l’arco del
personaggio di Jill.
Tornando alla trama…
Un giorno come tanti altri, una misteriosa malattia del sonno avvolge il pianeta e
deraglia per sempre il corso della sua storia: nessuno riesce più a dormire, a
parte un paio di eletti che, per qualche motivo, sembrano capaci di lasciarsi
avvolgere dalle dolci braccia di Morfeo senza particolari problemi. Perfino i
sonniferi e le sostanze anestetizzanti perdono completamente il proprio
effetto!
Fra i pochi immuni, c’è anche la piccola Matilda (Ariana Greenblatt), la figlia minore di
Jill. Mentre il mondo crolla tutto intorno a lei, e con le sue capacità
razionali messe a durissima prova dalla mancanza di sonno, la nostra
protagonista decide quindi di condurre la bambina in un posto sicuro. Peccato
che un luogo del genere probabilmente non esista più; non con le istituzioni sull’orlo del tracollo e le
persone che si comportano come un branco
di zombie dal cervello infestato di paranoia!
Noah (Lucius Hoyos),
il fratello maggiore di Matilda, è convinto che la piccola potrebbe aiutare le
autorità a escogitare una cura per il malessere che sta seriamente rischiando
di scatenare un’estinzione della nostra specie su scala globale. Ma Jill non è
affatto sicura che un campo militare,
affollato di uomini armati di mitraglietta che non chiudono occhio da giorni,
sia il posto ideale in cui portare sua figlia…
La sceneggiatura di “Awake”, va da sé, non è originalissima, ma la verità è che l’ottima interpretazione della Rodriguez e un paio di colpi di scena ben piazzati bastano e avanzano a renderla avvincente. Purtroppo, nessuna delle potenziali tematiche viene approfondita, per cui perfino tutta la questione della “redenzione & riscatto” di Jill finisce per restare sottile come un canovaccio.
Raso
avrebbe potuto cogliere l’occasione per mostrarci la sua versione di un mondo
sul ciglio del collasso, attraverso gli occhi di una madre devastata dal sonno
e dai sensi di colpa? Avrebbe potuto cercare di stabilire un parallelismo fra
la storia di Jill e le notizie d’attualità di cui leggiamo nei giornali da un
anno e mezzo di pandemia a questa parte?
Sicuramente sì, ma non
è questa la direzione che il regista ha deciso di imboccare.
Resta il fatto che le disorientanti
scene d’azione e il ritmo frenetico
del montaggio tengono alta l’attenzione dello spettatore, almeno a partire dalla raccapricciante sequenza in Chiesa. Ripeto: i primi trenta minuti di “Awake” non sono il massimo, e vale la pena sottolineare che il film
deve sicuramente la sua esistenza a tanti altri titoli dello stesso genere (sto
pensando a “Bird Box”, ma non solo); eppure, la seconda metà offre un mucchio di spunti e momenti esilaranti.
Anche il fatto che Matilda sia una delle bambine più in
gamba che si siano mai viste in un film d’azione aiuta, perché, troppo spesso
il cinema, ha cercato di abituarci allo stereotipo di questi teneri, delicati
angioletti indifesi… laddove Matilda, ragazzina apparentemente “normalissima”,
riesce a dimostrare a più riprese di essere la degna figlia di sua madre!
Quasi quasi recupero. Poi adoro lei, complice Jane The Virgin!
RispondiEliminaInfatti l'ho visto per lo stesso motivo! :D
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