giovedì 17 giugno 2021

Recensione: "Awake" (film Netflix, 2021)

 


Che cosa succederebbe se, sulla Terra, nessuno di noi riuscisse più ad addormentarsi?

Quanto tempo ci vorrebbe prima di cominciare a perdere la nostra lucidità, le nostre facoltà motorie, la nostra capacità di distinguere la realtà dall’immaginazione? Quanto tempo, prima di lasciar spazio alla paranoia e al delirio?

Quanto tempo, prima di vedere la civiltà così come la conosciamo sgretolarsi davanti ai nostri occhi?

A partire da questo inquietante premessa, inizia a dipanarsi la trama di “Awake”, il nuovo thriller fantascientifico di Netflix diretto da Mark Raso.

Un film d’azione che punta tutto sul fattore intrattenimento e che, nonostante una prima mezz’ora abbastanza soporifera, finisce per rivelarsi intrigante nella media e lunga durata.

La protagonista di “Awake” è Jill (interpretata da Gina Rodriguez, già protagonista della popolare ed energetica soap “Jane the Virgin”), un’ex soldatessa dell’esercito americano e madre di due ragazzini. Una vedova dal passato tutt’altro che impeccabile, considerando i trascorsi di dipendenza da sostanze stupefacenti a cui accenna il prologo del film.

A dirla tutta, trovo un peccato che la sceneggiatura non sia presa la briga di esplorare questa parte in maniera più efficace; un po’ perché un inizio più coinvolgente avrebbe finito con l’indisporre meno gli spettatori (su Rotten Tomatoes il film ha una pessima media), e un po’ per farci capire qualcosa di più a proposito dei retroscena: ad esempio, fino a che punto Jill aveva finito per compromettersi in un brutto giro? In che modo questo ha guastato la sua relazione con i figli e con la suocera? Capisco la volontà di dare per scontate un paio di cose, per saltare subito alla “polpa” della storia, ma qualche informazione in più ci avrebbe sicuramente permesso di apprezzare meglio l’arco del personaggio di Jill.

Tornando alla trama…

Un giorno come tanti altri, una misteriosa malattia del sonno avvolge il pianeta e deraglia per sempre il corso della sua storia: nessuno riesce più a dormire, a parte un paio di eletti che, per qualche motivo, sembrano capaci di lasciarsi avvolgere dalle dolci braccia di Morfeo senza particolari problemi. Perfino i sonniferi e le sostanze anestetizzanti perdono completamente il proprio effetto!

Fra i pochi immuni, c’è anche la piccola Matilda (Ariana Greenblatt), la figlia minore di Jill. Mentre il mondo crolla tutto intorno a lei, e con le sue capacità razionali messe a durissima prova dalla mancanza di sonno, la nostra protagonista decide quindi di condurre la bambina in un posto sicuro. Peccato che un luogo del genere probabilmente non esista più; non con le istituzioni sull’orlo del tracollo e le persone che si comportano come un branco di zombie dal cervello infestato di paranoia!

Noah (Lucius Hoyos), il fratello maggiore di Matilda, è convinto che la piccola potrebbe aiutare le autorità a escogitare una cura per il malessere che sta seriamente rischiando di scatenare un’estinzione della nostra specie su scala globale. Ma Jill non è affatto sicura che un campo militare, affollato di uomini armati di mitraglietta che non chiudono occhio da giorni, sia il posto ideale in cui portare sua figlia…

La sceneggiatura di “Awake”, va da sé, non è originalissima, ma la verità è che l’ottima interpretazione della Rodriguez e un paio di colpi di scena ben piazzati bastano e avanzano a renderla avvincente. Purtroppo, nessuna delle potenziali tematiche viene approfondita, per cui perfino tutta la questione della “redenzione & riscatto” di Jill finisce per restare sottile come un canovaccio. 

Raso avrebbe potuto cogliere l’occasione per mostrarci la sua versione di un mondo sul ciglio del collasso, attraverso gli occhi di una madre devastata dal sonno e dai sensi di colpa? Avrebbe potuto cercare di stabilire un parallelismo fra la storia di Jill e le notizie d’attualità di cui leggiamo nei giornali da un anno e mezzo di pandemia a questa parte?

Sicuramente sì, ma non è questa la direzione che il regista ha deciso di imboccare.

Resta il fatto che le disorientanti scene d’azione e il ritmo frenetico del montaggio tengono alta l’attenzione dello spettatore, almeno a partire dalla raccapricciante sequenza in Chiesa. Ripeto: i primi trenta minuti di “Awake” non sono il massimo, e vale la pena sottolineare che il film deve sicuramente la sua esistenza a tanti altri titoli dello stesso genere (sto pensando a “Bird Box”, ma non solo); eppure, la seconda metà offre un mucchio di spunti e momenti esilaranti.

Anche il fatto che Matilda sia una delle bambine più in gamba che si siano mai viste in un film d’azione aiuta, perché, troppo spesso il cinema, ha cercato di abituarci allo stereotipo di questi teneri, delicati angioletti indifesi… laddove Matilda, ragazzina apparentemente “normalissima”, riesce a dimostrare a più riprese di essere la degna figlia di sua madre!


 Giudizio personale:

7.0/10


2 commenti:

  1. Quasi quasi recupero. Poi adoro lei, complice Jane The Virgin!

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