domenica 4 luglio 2021

Recensione: "A dark and hollow star", di Ashley Shuttleworth

 

A dark and hollow star, Vol. 1

Potete acquistarlo QUI in inglese


“La mezza-fata emarginata, nata all’interno della famiglia reale fae.

Una Furia irascibile, esiliata sulla Terra dal suo Regno Immortale e intenta a percorrere il sentiero della vendetta.

Uno zelante principe fae, determinato a guadagnarsi il suo diritto al trono.

L’ombroso guardiano del principe, afflitto da un terribile segreto.

Per secoli, le Otto Corti del Popolo hanno continuato a vivere in mezzo a noi, nascoste dalla magia e costrette dalla legge a non fare del male agli umani. Questo accordo ha mantenuto la pace a lungo in mezzo alle Corti – almeno fino a quando una serie di grotteschi omicidi rituali non prende a scuotere la città di Toronto, minacciando di esporre i faeries agli occhi del mondo umano. Quattro ragazzi custodiscono un pezzo del puzzle, la chiave necessaria a risolvere il mistero; per fermare l’assassino, dovranno formare una tenue alleanza e rischiare il destino di entrambi i mondi. Come se non bastasse, pare sia in corso una guerra fra i Regni Mortali e quello Immortale, e soltanto una di loro possiede il potere che serve a far pendere la bilancia da un lato o dall’altro dello scontro. L’unica domanda è: da quale parte?”

 

 

Qualcuno ha detto "Shadowhunters con protagonisti queer", per caso?

Volendo riassumere la trama di "A dark and hollow star", dell'esordiente autrice canadese Ashley Shuttleworth, potremmo limitarci a riportare una serie di somiglianze fra le più popolari serie di Cassandra Clare e Holly Black.

Un urban fantasy per ragazzi che, malgrado le buone intenzioni, non riesce a discostarsi dai suoi modelli e si traduce in un calderone di spunti e mezze idee ancora da chiarificare.

Altri lettori, probabilmente, riusciranno ad apprezzare questo libro più di me. Per quanto mi riguarda, ho trovata carina la premessa e bellina una delle due ship principali (anche se, per il momento, la coppia funziona più che altro nella mia testa, visto che, a parte un bacio frettoloso nel finale, "A dark and Hollow star" vanta giusto il minimo sindacale in termini di romance).

La trama, purtroppo, risulta appesantita da un world-building confusionario che contiene tracce di qualsiasi cosa – fate, demoni, divinità greche, vampiri, robot, alchimisti, inserire una parola a scelta –, oltre che da una struttura inefficiente che porta i personaggi a ristagnare nella medesima situazione per centinaia di pagine filate.

Con una simile ricchezza di creature mitologiche, e una sfilza di ammiccamenti alla cultura pop che grondano a catinelle, mi sarai aspettata perlomeno un ritmo dinamico, descrizioni snelle e sequenze piacevolmente trash. Invece no: i ripetuti infodump ce la mettono tutta per stroncare sul nascere l'interesse del lettore, le descrizioni statiche interrompono l’azione soltanto per riempirti la testa di quisquilie, e i dialoghi forzatamente spiritosi riescono per lo più a scatenare un'alzatina d'occhi al cielo.

Oltretutto, la sinossi di “A dark and hollow star” cerca di incoraggiare l’idea che il libro abbia quattro protagonisti. “Choose your player”, recita addirittura il catch sul retro di copertina: pensate un po’!

Nulla di più lontano dalla verità… la Shuttleworth introduce semplicemente quattro PoV: l’eroina, il suo interesse romantico e un paio di sideckick (a loro volta appaiati). A Nausicaä, in qualità di LI, viene concesso forse un pizzico di spessore in più, ma soltanto all’inizio: sotto il peso del suo crescente interesse per la protagonista, la sua caratterizzazione fa veramente presto a sgretolarsi! Se tanto mi dà tanto, nel corso dei prossimi libri della serie potremo aspettarci un mucchio di “gesti possessivi”, “sguardi incandescenti” e “occhiatine gelose”, da parte sua.

Quello su cui possiamo contare, d’altra parte, è sicuramente un'eclettica collezione di tropes ispirati a questo o quell'altro famoso YA: partendo dal classico dei classici – la Prescelta in possesso di mirabolanti poteri cosmici, gli Artefatti del Potere da recuperare,  – per arrivare a centrare una o più varianti dei trend più in voga del momento (enemies-to-lovers, amici di infanzia che covano cotte segrete, bad-girl immortali che regalano il cuore alla prima adolescente nerd che passa eccetera).

Insomma, non ho ancora deciso se continuerò la serie o no. Se lo farò, sarà soltanto perché Nausicaä, con il suo linguaggio sboccato e la scazzottata facile, di tanto in tanto riesce a strapparmi un sorriso.

Ma spero che la Shuttleworth riesca a compiere un decisivo passo in avanti e ad affinare la sua tecnica; “A dark and hollow star”, purtroppo, è fatto al 90% di esposizione, e nessuno dei conflitti fra i personaggi viene sviluppato in modo tale da valorizzare i (pochi) colpi di scena presentati verso la fine del libro.

Il margine di miglioramento esiste ed è perfettamente abbordabile, insomma.

Non ci resta che confidare nella buona volontà dell’autrice! :)

 

 Giudizio personale:

5.5/10

 





2 commenti:

  1. Ne ho sentito parlare da diverse persone, ma hai confermato quello che già sospettavo: non fa per me, e non sono particolarmente interessata al recupero :/

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    1. Ti capisco... quasi quasi, mi sono pentita anch'io di averlo letto: è una serie, lunga chissà quanti libri, e per il momento non è che mi senta particolarmente motivata a continuarla! :(

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