“An Unkindness of Ravens: La Vendetta dei Corvi” è una serie a fumetti per ragazzi di genere horror/sovrannaturale.
Una storia di streghe,
intrighi e piccole città in preda a diaboliche cospirazioni, firmata dall’autore
americano Dan Panosian e dall’illustratrice
italiana Marianna Ignazzi.
L’edizione italiana sarà disponibile a partire dal 23 settembre, per la casa editrice Saldapress.
Nella recensione
qui in basso, invece, mi vedrete fare riferimento direttamente all’edizione originale americana del
fumetto, targata Boom! Studios! :D
La trama
Wilma è la vostra
classica adolescente bionda di provincia.
La ragazza si è appena trasferita nella sua nuova scuola, e
il suo sogno più grande (?) è quello di passare inosservata come un fiocco di neve in una bufera.
Una speranza destinata a evaporare in fretta, in realtà: il
primo giorno di lezioni, infatti, Wilma scopre che i corridoi dell’istituto che
ha appena iniziato a frequentare sono letteralmente tappezzati di poster che riportano la foto di una
biondina che le assomiglia in modo inquietante.
Una studentessa che si è volatilizzata dalla faccia della Terra già da qualche giorno, a cui
forse qualcuno ha addirittura fatto del male; il suo nome è/era Weaverly e faceva parte di una congrega,
un gruppo di streghe molto etniche e
dark a cui piace farsi chiamare “i Corvi”.
Le vecchie amiche di Weaverly contattano immediatamente
Wilma, scaraventandola all’interno di un mondo di magia e scontri fra fazioni
rivali; un’epica diatriba del genere Good
VS Evil che affonda le sue radici direttamente
nei giorni della caccia alle streghe e dei processi
di Salem.
Riuscirà la nostra eroina a barcamenarsi fra la sua nuova
routine scolastica, le frequentazioni appena sbocciate e la setta stregonesca
capeggiata dalla sua rivale, l’energetica mean
girl del liceo?
The Chilling Adventures of… Mary-Sue?
“Un Unkindness of
Ravens: La Vendetta dei Corvi” si è rivelato uno dei fumetti più elementari e scialbi che abbia mai
letto.
Gli autori hanno deliberatamente cercato di infondere nella
loro opera un taglio frizzantino
alla “Sabrina” o “Riverdale; ma, francamente, non riesco
a capire in che modo la trama, i personaggi o la premessa possano ambire a
distinguersi da altri dieci milioni di titoli simili in circolazione là fuori.
Se non, forse, in termini di abbassamento degli standard
generali.
L’abominevole caratterizzazione
di Wilma, per me, rappresenta il tasto più doloroso, dal momento che certi cliché si rivelano addirittura
offensivi nei confronti delle ragazze adolescenti e delle loro problematiche. Che
non sono solo (piccolo spoiler!) “ambire a essere carine e popolari come tutte
le altre” o "rimorchiare il bell’ombroso della scuola".
La protagonista di “An
Unkindness of Ravens”, dicevamo, è una ragazza che, per una ragione o per l’altra,
vorrebbe tanto essere considerata ordinaria.
Quando scopre di possedere invece fenomenali
poteri cosmici (che ovviamente non si è mai guadagnata;
che non ha mai neanche cominciato a desiderare…)
si incazza a bestia e comincia a sbroccare a destra e a manca. A sentirla
parlare, vi convincereste che un cattivo cosmico abbia appena cercato di
scagliarle la biblica croce del Golgota sulle spalle!
Impegnata com’è ad autocompatirsi e strapparsi i capelli per
la bellezza di cinque numeri, prima del gran finale Wilma trova appena il
tempo di invaghirsi di un tizio a caso (Dylan di “Beverly Hills 90210”, in versione 2.0) e di formare un’amicizia di
comodo con un altro liceale un po’ imbranato, il classico “sidekick” di turno che offre agli autori il pretesto per riversare
addosso ai lettori un po’ di sano infodump, senza correre (troppo) il rischio
di far sembrare Wilma una totale sbarellata.
Nella vita di questa ragazzina non c’è spazio per nient’altro. Di sicuro non per entrare a
far parte del gruppo dei Corvi o per studiare una strategia in grado di
sconfiggere i cattivi; non per formare delle relazioni significative con chicchessia o per imparare a comprendere meglio le naturali complessità del mondo che la
circonda.
Una serie limitata, o… un pilot?
L’editore americano cerca di spacciare “An Unkindness of Ravens: La Vendetta dei Corvi” per una “serie limitata”, e raccoglie tutti e
cinque i numeri che la compongono in un unico
volume. Lo stesso farà, a settembre, anche la Saldapress.
Ma se pensate che questo vi garantisca automaticamente l’opportunità
di leggere una storia autoconclusiva,
dotata di un finale anche remotamente soddisfacente, bè… benvenuti nel Club di
Quelli Destinati a Restare Amaramente Delusi (scrivetemi, e vi terrò volentieri
un posto! XD).
Nel caso dell’opera di Panosian e Ignazzi, “serie limitata”
vuol dire semplicemente “diavolo,
beccatevi questo cliffhanger,
nessuna risposta e un sacco di foreshadowing
che non porta da nessuna parte; e poi non sognatevi di venirvi a lamentare con
noi, che vi avevamo pure avvertito!” XD.
Se “An Unkindness of
Ravens” non rappresentasse, al tempo stesso, un pilot così dolorosamente superficiale
e scarno di dettagli originali, probabilmente non mi lamenterai neanche così
tanto,
Ho notato che alcuni lettori americani tendono a paragonare
il fumetto al primo episodio di uno show di questa o quell’altra rete
televisiva via cavo “minore”. Eppure, secondo me, anche questo resta un complimento
eccessivo: perfino al confronto di un semplice “Motherland: Fort Salem” o
di un “The
100”, “Un Unkindness of Ravens”
continua a restare quello che è… vale a dire, a mio avviso, una gigantesca
perdita di tempo.
Se siete interessati al tema della guerra fra streghe, e a quel particolare “vibe” trasmesso da alcune
vecchie glorie cinematografiche degli anni Novanta (dal film “Buffy” a “The Craft”), vi consiglio piuttosto di dare un’occhiata alla serie “Muted”,
disponibile su Webtoon.
È gratis, le illustrazioni riescono a manifestare un pizzico
di personalità anziché limitarsi a sembrare “ok”, e l’autrice è già arrivata a
sceneggiare la terza stagione: devo davvero continuare a elencarvi altre
ragioni? ;D
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