venerdì 26 novembre 2021

Recensione: "Le Guerriere dal Sangue d'Oro", di Namina Forna

Lotta al patriarcato, femminismo e un pizzico di romance: se dovessimo fare un riassunto de “Le Guerriere dal Sangue d’Oro”, il libro d’esordio di Namina Forna, probabilmente potremmo limitarci a questa breve introduzione.

Un romanzo che deve il 99% della propria ispirazione (e la causa primaria della sua imminente traduzione in italiano) allo straordinario successo commerciale riscontrato da “Figli di Sangue e Ossa” di Tomi Adeyemi.

Una storia infarcita di tematiche importanti, “colpi di scena” in stile hollywoodiano e un sacco di buone intenzioni...

Se siete alla ricerca di un modo per approcciarvi, da completi neofiti, al genere fantasy, “Le Guerriere dal Sangue d’Oro” potrebbe rappresentare un buon punto di partenza... soprattutto se siete ancora in età da liceo.

Ma sospetto che tutti gli altri troveranno la lettura un po’ insipida e riciclata...

 


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La trama

In un mondo che opprime le donne e fa dello sciovinismo una sorta di forma d’arte, la giovane Deka si prepara a sottoporsi all’inevitabile “Rituale della Purezza”, una cosina simpatica a cui tutte le ragazze dell’impero sono costrette a prender parte al compimento dei 16 anni di età.

Un rito di passaggio, officiato da varie sottospecie di sacerdoti bigotti, perversi e/o licenziosi, che consiste nel praticare un taglio sul petto della candidata e nello stare a vedere che cosa succede.

Se il sangue che verrà fuori dalla ferita sarà di un colore ordinario – una qualsiasi sfumatura di rosso – benissimo, la ragazza avrà passato l’esame: il suo villaggio comincerà a considerarla ufficialmente una donna, e presto la giovane potrà trovare marito e cominciare a scodellare bambini come se non ci fosse un domani.

Ma se il sangue dovesse essere dorato...

Bè, se il sangue sarà dorato, i preti concluderanno che la candidata è un demone; procederanno quindi a torturarla, abusare di lei, ucciderla in maniera particolarmente cruenta... Le solite cose da Santa Inquisizione spagnola, insomma.

Ovviamente, il giorno della sua prova, Deka comincia a sanguinare nella tonalità sbagliata.

Potrebbe essere la fine... e invece è soltanto l’inizio!

Una donna misteriosa salva Deka dalle grinfie degli uomini del villaggio e le rivolge una proposta impossibile da rifiutare: in cambio della salvezza, la nostra eroina dovrà arruolarsi in una sezione speciale dell’esercito dell’Imperatore, e combattere per lui contro un’orda di mostri sanguinari che si ostinano a minacciare i confini del regno.

Deka sta appena imparando a fare i conti con i suoi nuovi poteri – sensi potenziati, superforza, una certa riluttanza a restare morta... ma che scelta le rimane?

Una volta accettato l’accordo, può soltanto balzare su un carro e cominciare il lungo viaggio verso la capitale...

 

Quei primi capitoli che ti afferrano per la gola...

Come spesso succede, le prime trenta, quaranta pagine de “Le Guerriere dal Sangue d’Oro” sono quelle che tendono a trarti in inganno.

L’inizio del libro è molto coinvolgente, incalzante e in grado di offrire squarcio di brutalità spaventosa.

Peccato che l’effetto venga progressivamente diluito da una serie di fattori, fra i quali non possiamo fare a meno di citare:

a) Una protagonista completamente priva di personalità. La narrazione in prima persona aveva forse lo scopo di metterci in contatto con le emozioni più profonde di Deka e di spingerci a parteggiare per lei, forse addirittura di immedesimarci nelle sue difficoltà. Peccato che Deka non sembri tanto un essere umano – una creatura munita di punti di forza, debolezze, virtù e convinzioni – quanto un involucro; una sintesi ambulante di trope e cliché, così tanto stereotipata che mi è risultato difficile anche soltanto riuscire a trovarla antipatica, per quanto ottuso o irritante il suo atteggiamento potesse dimostrarsi;

b)  Un intreccio piattissimo e prevedibile, che si sforza disperatamente di dimostrare una tesi (per quanto sacrosanta), a scapito di “minuzie” quali suspense, ambiguità morale, sospensione dell’incredulità eccetera. Creature magiche che saltano fuori dal nulla, villain che scoprono di avere fenomenali poteri cosmici a tre pagine dalla fine... tutto per la serie “quando la logica va in vacanza”.

c) Una scrittura vaga, frustrante e pressapochista, incentrata sul “raccontato” e totalmente inadeguata agli scopi della narrazione.  

Il rovescio della medaglia è che “Le Guerriere dal Sangue d’Oro” è un libro che si legge in fretta. Ad esempio, sospetto che lo stile scorrevole, tutt’altro che impegnativo, potrebbe catturare velocemente l’interesse di un’adolescente interessata all’argomento, ma ancora relativamente poco abituata al mondo della lettura...

 

Punto e a capo

Un altro punto a favore è che “Le Guerriere dal Sangue d’Oro” potrebbe, con un pizzico di immaginazione, essere considerato un libro autoconclusivo.

La pubblicazione del sequel, “The Merciless Ones”, è prevista negli USA per il 2022; ma il finale di questo primo volume risulta, di per sé, abbastanza soddisfacente.

Onestamente, l’ho trovato un libro infinitamente meno rivoluzionario di quanto pretenda di essere. Per essere un romanzo di denuncia sociale, tanto per cominciare, l’ho trovato molto meno inclusivo di quanto mi sarebbe piaciuto.

Il sistema patriarcale tende a umiliare, sottomettere e distruggere il libero arbitrio delle donne. Ma il genere femminile non è l’unica vittima, e sarebbe stato bello trovare un riconoscimento di questa verità all’interno delle pagine del libro di Namina Forna.

Oltretutto, durante la lettura mi sono annoiata in modo indecente, soprattutto perché continuavo a essere assalita dalla certezza matematica di avere già letto questa storia, in una salsa o in un’altra. “The Year of the Witching” e “Sawkill Girls” sono soltanto due fra gli esempi più recenti che mi vengono in mente.

Un'altra ipotesi è che, forse, andando avanti con gli anni, sono semplicemente diventata esigente (e rompiscatole :P)!

Magari, se lo avessi letto dieci o quindici anni fa, sarei stata in grado di apprezzare tutte quelle qualità rilevate da centinaia e centinaia di altri lettori a spasso per il mondo! ^^

 


NB: la mia recensione si riferisce all'edizione originale americana, "The Gilded Ones"! :)


2 commenti:

  1. È una di quelle nuove uscite che non mi ha mai ispirato, da quando tutti la trovavano nelle bookish box, per cui a questo punto mi sa tanto che la salterò senza troppi pensieri.

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    1. Ottima idea, Kate... Sei stata mooooolto più saggia di me! XD

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