“Demonic” è il primo film horror di Neill Blomkamp, già regista degli spettacolari “District 9” e “Humandroid”.
Una pellicola che, nell’arco di 100 minuti, riesce a fare
sfoggio di una mezza dozzina di idee
passabili, tutte scopiazzate, e
tutte religiosamente sprecate...
La trama
Da ragazzina, Carly (Carly
Pope) ha subito un trauma che l’ha allontanata definitivamente da sua
madre, l’infermiera dai trascorsi violenti Angela (Nathalie Boltt).
La nostra eroina non vuole avere più niente a che fare con
lei; non dopo il massacro a danno di
decine di innocenti compiuto da Angela, e non dopo la sua rapida degenerazione
in un vortice di follia
incontrollabile.
Ma quando Martin (Chris
William Martin), un vecchio amico di Carly, le spiega che sua madre, ormai
anziana, è stata scelta per prender parte a un esperimento in una clinica che si occupa di persone in coma, Carly non riesce a resistere alla
tentazione e decide di contattare i medici dello stabilimento.
Durante una visita in ospedale, a Carly viene quindi
spiegato che, di recente, gli scienziati hanno sviluppato un sistema all’avanguardia
per entrare in comunicazione con la
psiche dei pazienti addormentati.
Angela, in coma a causa di una misteriosa patologia, ha
sfruttato questo mezzo per richiedere un ultimo colloquio chiarificatore con sua figlia.
Carly, che ritiene di avere a sua volta una cosetta o due da
dire alla mamma prima di lasciarla andare, accetta quindi di sottoporsi a un
incontro “virtuale” con la genitrice; un evento che si svolgerà in un mondo onirico, a metà strada fra
immaginazione e ricordo.
Ma nella psiche di Angela si annida qualcosa di oscuro, una presenza indescrivibile che
l’ha costretta, forse, a macchiarsi di
crimini terribili...
Un’antica entità
vendicativa, che ha appena posato gli occhi sul suo prossimo obiettivo: Carly.
Tu quoque, Blomkamp?
Mentre guardavo “Demonic”,
l’unica domanda che continuava a ronzarmi in testa, insistente come un mantra,
era «Blomkamp, ma cosa diamine ti è successo!?».
È davvero difficile trovare degli elementi salvabili in
questo film, noioso, derivativo e pasticciato
come pochissime altre cose nella storia dell’horror.
La sceneggiatura prende
una manciata di elementi a caso da duemila altre pellicole e le unisce in un
pastrocchio sorprendentemente privo di identità. Una piccola dose di “Insidious”,
un pizzico di “The Cell”, una spruzzata di “Warrior Nun”... senza dimenticare un’(improbabile) pennellata
di “Avatar”,
“Hereditary”
e “Resident
Evil”.
L’unica traccia di personalità, in effetti, risiede nell’integrazione
di parecchi spunti di chiara matrice
sci-fi, in perfetto stile high-tech
post-“Elysium”, in quello che, altrimenti, spicca come un canovaccio
tipicamente gotico, del genere “dramma-familiare-con-presenza”.
Ma la verità è che le scene ambientate nel mondo virtuale
risultano abbastanza terrificanti (e non nel senso buono del termine...),
soprattutto dal punto di vista grafico e degli effetti speciali.
Dopotutto, “Demonic”
è un film a basso budget, girato
alla meno peggio nel pieno di una pandemia globale... e non esiste un singolo
fotogramma del film in grado di farcelo dimenticare.
Quel che è peggio, la storia fa acqua da tutte le parti, probabilmente anche perché la visione di insieme di Blomkamp si dimostra terribilmente miope.
È come se il primo e
il secondo atto del film non avessero nulla in comune; mentre l’arco del
personaggio si sgretola sotto un mare di inconsistenza, di jump scares che non funzionano e di sottotrame che implodono da
tutte le parti (senza andare in nessuna direzione).
Il messaggio del
film?
Non pervenuto.
Un corvo non fa primavera
Credo che stenderò un velo pietoso sull’interpretazione di Carly Pope, perché di rado mi è capitato di
assistere a una prova attoriale così... così... così dannatamente inespressiva.
Tendo a non attribuirle molto colpa; un po’ perché, in
generale, la poveretta non sembra averci capito un granché, e un po’ perché...
andiamo, chi diamine avrebbe potuto raccapezzarsi in un maelstrom del genere? Santa
Meryl Street, aiutaci tu! XD
I dialoghi non costituiscono
certo un valore aggiunto. Nella migliore delle ipotesi, li definirei “didascalici”;
nella peggiore (mi si perdoni il ricorso irrinunciabile a un americanismo) “dull as fuck!”.
Peraltro, continuo a non capire a che pro tirare fuori l’idea
dei preti esorcisti guerrieri
altamente addestrati dal Vaticano (sì, avete sentito bene...), se poi il piano
prevedeva di non attribuire a questi personaggi la benché minima funzione
narrativa.
È come se Blomkamp li avesse inseriti soltanto a mo’ di
specchietto per le allodole... o magari per offrire a chi di dovere l’opportunità
di distribuire in giro un trailer dal
taglio particolarmente cool.
In definitiva, di “Demonic”
salverei due solo cose: il look, piacevolmente
vintage, dell’agghiacciante demone-corvo,
e l’interpretazione, inconcepibilmente ridicola, di Kandyse McClure - l’unico membro del cast ad aver capito fino in
fondo, secondo me, la natura caotica e assolutamente demenziale di
questo film!
I film horror sono la vostra passione?
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