lunedì 31 gennaio 2022

Recensione: "The Deathless Girls", di Kiran Millwood Hargrave

The Deathless Girls” è un libro fantasy/gotico per ragazzi di Kiran Millwood Hargrave.

La trama è vagamente – ma proprio molto vagamente – ispirata ad alcuni personaggi creati da Bram Stoker; nello specifico, mi sto riferendo alle celebri “spose di Dracula” citate all’interno del suo capolavoro immortale.

Il romanzo di Millwood Hargrave narra l’odissea di due sorelle nomadi, strappate ai loro cari e costrette a servire nelle cucine di un arrogante signorotto locale. A un certo punto, le ragazze vengono divise, costringendo la più mite e remissiva delle due a imbastire un azzardato piano di salvataggio...

Che cosa c’entreranno mai i vampiri, in tutta questa sciarada?

Ecco, questa è un'ottima domanda! XD


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La trama

Alla vigilia della sua divinazione, il giorno in cui il suo fato verrà finalmente svelato, la diciassettenne Lil e sua sorella gemella, Kizzy, vengono catturate e ridotte in schiavitù dal crudele Boyar Valcar.

La loro comunità, nomade e pacifica, viene completamente distrutta; il resto della loro famiglia massacrata o dispersa.

Costretta a lavorare nelle dure e inospitali cucine del castello, Lil trova conforto in Mira, una compagna schiava da cui si sente attratta in un modo che non riesce a comprendere.

Ma l’indole temeraria e ribelle di Kizzy continua ad attirare l’attenzione di chi detiene il potere in modi vertiginosamente imprevedibili; compreso l’interesse di un sinistro figuro che si fa chiamare il Drago, e che sembra balzato direttamente fuori dalle pagine di un libro di miti e leggende.

O da un incubo, magari.

Perché può darsi che le gemelle non abbiano avuto la possibilità di ricevere la loro divinazione... eppure, in un modo o nell’altro, Lil e Kizzy stanno per scoprire il loro destino.

 

Toxic twins

La quarta di copertina insisterà anche a definire “The Deathless Girls” un retelling... ma, in realtà, non è che questo libro abbia veramente qualcosa a che fare con “Dracula”.

Nel senso che l’autrice sembra fare riferimento tanto al romanzo di Stoker quanto a successi del calibro di “Twilight” o “28 Giorni di Buio”... ma  a nessuno di questi titoli riesce, in realtà, a rendere il giusto tributo.

A essere sinceri, non sono neanche sicura che intendesse provarci: anzi, a tutt’oggi, non sono ancora riuscita a farmi una ragione delle motivazioni che hanno spinto Kiran Millwood Hargrave (o chi per lei) a cercare di spacciare il suo libro per qualcosa che, evidentemente, il testo non ambisce a essere neanche per un secondo.

A meno che non si sia trattato di interessi di natura esclusivamente commerciale, si capisce.

Anche perché dubito che scrivere, a mo’ di sinossi, «questo libro è uno YA che non si differenzia dagli altri in nessuna maniera; il wordbuilding è insensato, la trama non ha ragione di esistere e la protagonista sviluppa un arco narrativo interessante quanto un sottobicchiere» sarebbe stata una mossa particolarmente saggia, dal punto di vista delle vendite.

Anche se si sarebbe trattato di una descrizione maledettamente onesta!

Il punto è che “The Deathless Girls” non è un libro di vampiri; non è neanche un romance, un romanzo d’avventura o una storia di formazione (se non, forse, nel senso più lasco e superficiale del termine).

Al massimo, è un libro che parla (in termini dannatamente snervanti) di un legame tossico fra sorelle; la storia di una ragazzina che scambia ripetutamente la propria fragilità e la propria difficoltà ad affermare la sua identità per una forma di amore superiore e indiscutibile.

Se il finale avesse manifestato un pizzico di consapevolezza, da questo punto di vista, magari mi sarei azzardata a ritenerlo uno spunto narrativo interessante.

Ma al terzo, quarto o quindicesimo luogo comune sulle gemelle, sinceramente ho deciso di gettare la spugna e arrendermi all’evidenza: Kiran Millwood Hargrave è davvero convinta che frasi come “io e mia sorella siamo un’unica persona confinata all’interno di due corpi diversi” abbiano un suono poetico e salutare, e non francamente agghiacciante.

 

Un ripensamento chiamato Vlad l’Impalatore

The Deathless Girls” è anche un libro che si degna di introdurre i vampiri (e il conte Dracula, in particolare) soltanto nell’arco delle ultime 100 pagine o giù di lì.

Manco a dirlo, la struttura del romanzo risulta pesantemente sbilanciata da questa virata; anche se, a onor del vero, dopo 200 pagine passate a seguire le giornate di uno stuolo di ragazzine perennemente assediate da minacce di stupro e altre tremende punizioni corporali, mi sono ritrovata ad accogliete l’arrivo del primo strigoi con un senso di profondo sollievo.

Anche se questo evento, in realtà, mi ha preso un po’ alla sprovvista (più che altro perché non c’entrava nulla con il resto della storia); e anche se il mostro, da un punto di vista narrativo, a quel punto avrebbe potuto essere tranquillamente sostituito da qualsiasi altro tipo di creatura: uno zombie, il Bigfoot, la creatura di Frankenstein, il diavolo della Tazmania, fate un po’ voi!

La storia d’amore, dal canto suo, risulta spaventosamente piatta e artificiosa. Probabilmente perché Lil non riesce a essere una protagonista convincente, e Mira ha una caratterizzazione.... siamo seri, quale caratterizzazione?!

Se mai uno studio hollywoodiano dovesse girare un film tratto da “The Deathless Girls”, i produttori potrebbero tranquillamente affidare il ruolo di Mira a una scopa di saggina: nessuno si accorgerebbe mai della differenza!

E poi, le scene di interazione fra lei e Lil si contano sulle dita di una mano... Eppure, in qualche modo, l’autrice vorrebbe darci a intendere che il loro sia uno di quegli amori tragici e sconfinati di cui parlava anche il Bardo.

Mmm... No, grazie.

Questa non me la bevo.

In compenso, ho trovato lo stile dell’autrice leggermente sopra la media. Molto lirico, poetico ed evocativo, soprattutto per quanto riguarda la descrizione degli ambienti naturali.

Peccato che, secondo me, questa qualità non si riveli neanche remotamente in grado di compensare l’incomparabile presunzione dell’epilogo... ma, in fondo, la mia opinione a questo punto si è già capita, vero? XD



2 commenti:

  1. A occhio direi che si tratta di soldi che risparmierò XD

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    Risposte
    1. Potrebbe essere un buon piano, Kate... Io sono solo contenta di averlo pagato pochissimo, in ebook e in inglese! XD

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