“The Deathless Girls” è un libro fantasy/gotico per ragazzi di Kiran Millwood Hargrave.
La trama è vagamente – ma proprio molto vagamente –
ispirata ad alcuni personaggi creati da Bram
Stoker; nello specifico, mi sto riferendo alle celebri “spose di Dracula” citate all’interno
del suo capolavoro immortale.
Il romanzo di Millwood Hargrave narra l’odissea di due sorelle nomadi, strappate ai loro cari
e costrette a servire nelle cucine
di un arrogante signorotto locale. A
un certo punto, le ragazze vengono divise, costringendo la più mite e remissiva
delle due a imbastire un azzardato piano
di salvataggio...
Che cosa c’entreranno mai i vampiri, in tutta questa sciarada?
Ecco, questa è un'ottima domanda! XD
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La trama
Alla vigilia della sua divinazione,
il giorno in cui il suo fato verrà finalmente svelato, la diciassettenne Lil e sua sorella gemella, Kizzy, vengono catturate e ridotte in schiavitù
dal crudele Boyar Valcar.
La loro comunità, nomade
e pacifica, viene completamente distrutta;
il resto della loro famiglia massacrata o dispersa.
Costretta a lavorare nelle dure e inospitali cucine del castello, Lil trova conforto
in Mira, una compagna schiava da cui
si sente attratta in un modo che non
riesce a comprendere.
Ma l’indole temeraria e ribelle di Kizzy continua ad
attirare l’attenzione di chi detiene il potere in modi vertiginosamente
imprevedibili; compreso l’interesse di un sinistro figuro che si fa chiamare il Drago, e che sembra balzato
direttamente fuori dalle pagine di un libro di miti e leggende.
O da un incubo,
magari.
Perché può darsi che le gemelle non abbiano avuto la
possibilità di ricevere la loro divinazione... eppure, in un modo o nell’altro,
Lil e Kizzy stanno per scoprire il loro
destino.
Toxic twins
La quarta di copertina insisterà anche a definire “The Deathless Girls” un retelling... ma, in realtà, non è che questo
libro abbia veramente qualcosa a che fare con “Dracula”.
Nel senso che l’autrice sembra fare riferimento tanto al
romanzo di Stoker quanto a successi del calibro di “Twilight” o “28
Giorni di Buio”... ma a nessuno
di questi titoli riesce, in realtà, a rendere il giusto tributo.
A essere sinceri, non sono neanche sicura che intendesse
provarci: anzi, a tutt’oggi, non sono ancora riuscita a farmi una ragione delle
motivazioni che hanno spinto Kiran Millwood Hargrave (o chi per lei) a cercare
di spacciare il suo libro per qualcosa che, evidentemente, il testo non ambisce
a essere neanche per un secondo.
A meno che non si sia trattato di interessi di natura esclusivamente commerciale, si capisce.
Anche perché dubito che scrivere, a mo’ di sinossi, «questo libro è uno YA che non si differenzia
dagli altri in nessuna maniera; il wordbuilding è insensato, la trama non ha
ragione di esistere e la protagonista sviluppa un arco narrativo interessante
quanto un sottobicchiere» sarebbe stata una mossa particolarmente saggia,
dal punto di vista delle vendite.
Anche se si sarebbe trattato di una descrizione
maledettamente onesta!
Il punto è che “The
Deathless Girls” non è un libro di vampiri; non è neanche un romance, un
romanzo d’avventura o una storia di formazione (se non, forse, nel senso più
lasco e superficiale del termine).
Al massimo, è un libro che parla (in termini dannatamente
snervanti) di un legame tossico fra
sorelle; la storia di una ragazzina che scambia ripetutamente la propria fragilità e la propria difficoltà ad
affermare la sua identità per una
forma di amore superiore e indiscutibile.
Se il finale avesse manifestato un pizzico di
consapevolezza, da questo punto di vista, magari mi sarei azzardata a ritenerlo
uno spunto narrativo interessante.
Ma al terzo, quarto o quindicesimo luogo comune sulle gemelle, sinceramente ho deciso di gettare la
spugna e arrendermi all’evidenza: Kiran Millwood Hargrave è davvero
convinta che frasi come “io e mia sorella
siamo un’unica persona confinata all’interno di due corpi diversi” abbiano
un suono poetico e salutare, e non francamente agghiacciante.
Un ripensamento chiamato Vlad l’Impalatore
“The Deathless Girls”
è anche un libro che si degna di introdurre i vampiri (e il conte Dracula, in particolare) soltanto nell’arco
delle ultime 100 pagine o giù di lì.
Manco a dirlo, la struttura del romanzo risulta pesantemente
sbilanciata da questa virata; anche se, a onor del vero, dopo 200 pagine passate
a seguire le giornate di uno stuolo di ragazzine perennemente assediate da minacce di stupro e altre tremende punizioni corporali, mi sono ritrovata
ad accogliete l’arrivo del primo strigoi
con un senso di profondo sollievo.
Anche se questo evento, in realtà, mi ha preso un po’ alla
sprovvista (più che altro perché non c’entrava
nulla con il resto della storia); e anche se il mostro, da un punto di
vista narrativo, a quel punto avrebbe potuto essere tranquillamente sostituito da qualsiasi altro tipo di
creatura: uno zombie, il Bigfoot, la creatura di Frankenstein, il diavolo della
Tazmania, fate un po’ voi!
La storia d’amore,
dal canto suo, risulta spaventosamente piatta
e artificiosa. Probabilmente perché Lil non riesce a essere una
protagonista convincente, e Mira ha una caratterizzazione.... siamo seri, quale
caratterizzazione?!
Se mai uno studio hollywoodiano dovesse girare un film
tratto da “The Deathless Girls”, i
produttori potrebbero tranquillamente affidare il ruolo di Mira a una scopa di saggina: nessuno si
accorgerebbe mai della differenza!
E poi, le scene di
interazione fra lei e Lil si contano sulle dita di una mano... Eppure, in qualche modo, l’autrice vorrebbe
darci a intendere che il loro sia uno di quegli amori tragici e sconfinati di
cui parlava anche il Bardo.
Mmm... No, grazie.
Questa non me la bevo.
In compenso, ho trovato lo
stile dell’autrice leggermente sopra
la media. Molto lirico, poetico ed evocativo, soprattutto per quanto
riguarda la descrizione degli ambienti
naturali.
Peccato che, secondo me, questa qualità non si riveli neanche
remotamente in grado di compensare l’incomparabile presunzione dell’epilogo...
ma, in fondo, la mia opinione a questo punto si è già capita, vero? XD
A occhio direi che si tratta di soldi che risparmierò XD
RispondiEliminaPotrebbe essere un buon piano, Kate... Io sono solo contenta di averlo pagato pochissimo, in ebook e in inglese! XD
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