lunedì 18 agosto 2014

Recensione: "La spina del diavolo" (film)




Titolo originaleEl espinazo del diablo
Regia: Guillermo del Toro
Cast:  Eduardo Noriega, Marisa Paredes, Federico Luppi, Fernando Tielve, Íñigo Garcés, Irene Visedo, José Manuel Lorenzo, Francisco Maestre, Junio Valverde, Berta Ojea, Adrian Lamana.
Anno: 2001

"Spagna, anni '30. Abbandonato dalla madre in un orfanotrofio di Santa Lucia, Carlos, inizia a vedere il fantasma di un bambino. Da subito intuisce che si tratta di un vecchio alunno dell'istituto, scomparso in circostanze misteriose..."



"Che cos'è un fantasma? 
Un evento terribile condannato a ripetersi all'infinito, forse solo un istante di dolore, qualcosa di morto che sembra ancora vivo, un sentimento sospeso nel tempo come una fotografia sfuocata, come un insetto intrappolato nell'ambra."
Comincia sull'onda di queste meditabonde riflessioni "La spina del diavolo", l'incalzante e suggestiva ghost- story diretta dal regista/sceneggiatore messicano Guillermo del Toro diversi anni fa.
Un dolente e addolorato tuffo nel passato, un film che, per una ragione o per l'altra, non ero mai riuscita a vedere, e che in questa torrida (almeno dalle mie parti!) estate sono finalmente riuscita a recuperare.
Come nel piccolo capolavoro "Il Labirinto del Fauno", anche in questo caso le tematiche classiche della cinematografia (o narrativa) di genere gotico/fantastico si intrecciano abilmente con quelle storiche, dando vita a un film che si ripromette di trascendere il mero obiettivo di far trasecolare lo spettatore sulla poltrona, spaventandolo a forza di sinistri scricchiolii e truci apparizioni intraviste con la coda dell'occhio, per puntare decisamente più in alto.
"La spina del diavolo" cerca infatti di sollevare parecchi interrogativi angoscianti, scuotendo le coscienze ed incoraggiandole a riflettere sulla vera essenza della natura umana - tendenzialmente volta all'egoismo, alla violenza, alla distruzione - e sulle atrocità e le conseguenze generate da quello che George Martin definirebbe senz'altro "il tempo dei lupi": la guerra, infatti, partorisce dei mostri inimmaginabili, sempre; creature  disumane dalle fattezze sin troppo ordinarie che, neanche a dirlo, riescono a incutere molto più terrore di qualsiasi creatura sovrannaturale mai concepita dall'immaginazione dell'uomo.
La pellicola, si deve dire, secondo me non è sempre efficacissima; le interpretazioni di alcuni attori, per esempio, mi hanno convinto poco, e per di più le atmosfere pesanti e sospese del film mi hanno fatto pensare, in alcuni punti, a certe bizzarre soap opera sudamericane, di quelle che, per un certo periodo, hanno spopolato fra le casalinghe e le giovani studentesse universitarie anche qui da noi XD...
La storia è molto, molto bella, però, ed è senz'altro riuscita a coinvolgermi e a farmi emozionare.
Anche il finale, del resto, secondo me si fa apprezzare tantissimo...
Guardatelo anche voi, nel caso in cui non l'abbiate ancora fatto, e sappiatemi dire! ;D

Giudizio personale: 6.8/10



4 commenti:

  1. Piaciuto moltissimo. Un finale molto toccante, ma come i soliti di Del Toro, poi.

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    1. Del Toro sta diventando davvero uno dei miei registi/sceneggiatori preferiti: posso finalmente dire di aver visto tutti i film da lui diretti, e... niente da fare: li adoro tutti, dal primo all'ultimo! *____*

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  2. A me è piaciuto da morire. Nonostante l'abbondanza di sottotrame non mi ha confusa, e i fantasmi tragici più che spaventosi mi entrano sempre nel cuore.

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    1. Anche a me: confesso che il finale mi ha decisamente commosso... e, per di più, mi ha colto quasi "a tradimento", perché non me lo aspettavo! ç____ç

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