giovedì 16 luglio 2015

Recensione. "Carmilla - The Wolves of Styria"





Titolo: Carmilla: The Wolves of Styria
Autore: David Brian (con inserti del testo originale di Joseph Sheridan Le Fanu)
Serie: //
Disponibile: in inglese
Trama"Quando il fato porta le vite di due giovani donne a scontrarsi, la loro reciproca attrazione fiorisce presto in un legame che minaccia i confini dell'etichetta sociale nella Styria nel 1860.
Mentre la loro relazione si approfondisce, le due rimangono ignare dei crescenti orrori che le circondano:  molte altre giovani donne stanno infatti morendo attraverso la provincia, spegnendosi in circostanze misteriose.
Nel frattempo, altri stanno cadendo vittima di attacchi, apparentemente casuali, perpetrati da branchi di lupi selvaggi.
Quando, finalmente, la verità viene a galla, la scena diventa cornice di una cruenta battaglia fra due antiche razze demoniache..."
Le mie opinioni:
In un'era come la nostra, in cui autori di belle speranze di ogni sesso, nazionalità, età e ceto sociale hanno provato a imbastire retelling di ogni vecchio classico della letteratura, fiaba o leggenda popolare (da "Raperenzolo" ai "Tre topolini ciechi", passando per l'epica leggenda di Giulio Cesare che si spezzò un'unghia nelle acque del Tevere durante una notte di luna piena...), una persona potrebbe anche essere portata a chiedersi come mai non sia mai stato scritto (o pubblicato) un retelling dedicato a Carmilla, la celebre vampira creata dalla penna di Joseph Sheridan Le Fanu alla fine dell'800.

Se dovessi azzardare una risposta, conoscendomi mi ritroverei a inveire nel giro di poche righe contro lo strisciante bigottismo che ancora infesta il circuito editoriale; poiché questa vuole essere una recensione, e non un articolo sulla necessità di provare a scrivere (o soprattutto, a pubblicare) anche qualcosa di un po' diverso una volta ogni tanto, tratterrò il mio sacro furore e mi limiterò a specificare che, poiché un retelling nel vero senso del termine purtroppo non c'è, sono stata costretta ad accontentarmi  di questo ibrido e strampalato progetto chiamato "Carmilla: The Wolves of Styria".

David Brian, a quanto pare, è un autore che, oltre ad amare intensamente l'immortale classico di Le Fanu, nutre anche una sconfinata ammirazione nei confronti del leggendario scrittore irlandese, un rispetto quasi reverenziale.
Se questo da un lato porta tanti vantaggi, dall'altro reca anche tanti inconvenienti.  
Inserendo una quantità smodata di brandelli tratti del testo originale, infatti, Brian si è quantomeno precluso la possibilità di stravolgere completamente le atmosfere, o la carica sensuale insita nei personaggi e nella storia.
D'altro canto, è anche vero che non è riuscito a instillare neppure una goccia della propria personalità tramite i brani aggiuntivi, sovrapposti a quelli (di ben altra levatura) scritti da Lefanu; è invece involontariamente stato in grado, attraverso una sorta di "esasperazione" reiterata di alcune immagini e tematiche-chiave, a rafforzare inconsciamente un messaggio patriarcale di repressione e condanna verso quelle donne e quegli emarginati che, come Laura, scelgono di abbracciare una strada diversa da quella preimpostata dalle consuetudini sociali.
Un concetto, questo, smentito debolmente soltanto dalla storia (delirante, completamente inventata da Brian) del generale  Spieldorf e di Bertha, probabilmente le sequenze più ridicole e meno pertinenti  dell'intero "Wolves of Styria".


Quello che emerge da questo quadro è il ritratto di una Carmilla succube dei propri istinti animaleschi, un essere semi-senziente, a malapena consapevole di quello che fa, che se ne va in giro a distribuire morsi e un po' di sollievo sessuale a povere zitelle, storpi e mogli insoddisfatte. 
E queste suddette cause perse, manco a dirlo, appaiono ben felici di abbandonarsi alle effusioni dell'affascinante vampira (o ne diventano ossessionate, addirittura, nel caso di Laura), mentre gli uomini della storia (tutti anziani, distinti, ingessati gentiluomini guidati dall'istinto cavalleresco... ) si riuniscono in un circolo che le esclude completamente, deliberando a porte chiuse circa la natura del Male, e di come riusciranno a salvare eroicamente le loro madamigelle in pericolo... mentre intanto Carmilla, a cui i discorsi filosofici interessano ben poco, continua a infilarsi imperterrita nei letti delle sue vittime e a fare i propri comodi.
Personaggi maschili, quindi, che secondo me arrivano a fare delle figure molto, molto più barbine di quanto Le Fanu avesse mai inteso.
E non credo che Brian si sia reso anche solo vagamente conto dei temi, delle polemiche e delle questioni che ha in questo modo introdotto.

Ho trovato buffo anche il fatto che, paradossalmente, i migliori pregi del Brian scrittore lo abbiano condotto verso il più grave tradimento del testo originale.
Accentuando (in maniera anche abbastanza efficacie, si deve dire) alcune caratteristiche luciferine di Carmilla a discapito di altre, David Brian ne costruisce un'immagine senz'altro più agghiacciante, spaventosa e definita; diciamo...  il perfetto ritratto di un vampiro da film horror contemporaneo?
Una larva nel corpo di una magnetica, implacabile giovane donna, sempre pronta a spezzare cuori e spargere sangue.

Non rimane alcuna ambiguità, alcun margine di interpretazione, però, come invece accadeva nel romanzo originale, ad annebbiare i confini del rapporto che la demoniaca contessa Karnstein intrattiene con la povera e innocente Laura: una volta appurato che non è possibile suscitare alcun sentimento reale, in un diavolo del genere, tutto ciò che a Carmilla resta da esprimere è la sete, una sete e una lussuria sconfinate.
La posizione di Brian è dunque chiara: sciolto, in maniera tanto drastica, il mistero al cuore della narrazione, quello della vera natura di Carmilla, tutto ciò che resta da digerire per il lettore è la presenza di una manciata di villosi licantropi (?!) che non c'entrano un tubo con la storia, e un accentuato senso di delusione a covare in fondo allo stomaco.


Giudizio personale: 5.0/10


6 commenti:

  1. Non penso lo leggerò mai!!! Sono molto affezionata alla figura eterea e a suo modo innocente di Carmilla e non mi farebbe piacere leggerne un tale stravolgimento!! Grazie Sophie per esserti sacrificata per noi! ;-)

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    1. Ahaha figurati, è stato un piacere! ;D
      Il problema con Carmilla, secondo me, è che parte del suo fascino risiede proprio nel non sapere mai, con esattezza, dove finisca l'innocenza e cominci la violenza; dove finisca la ragazzina e cominci la belva, e viceversa... se sottrai questa ambiguità al suo personaggio, e la rendi una semplice vampira da film dell'orrore, finisci con il rovinare l'intero romanzo, secondo me! :(

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  2. Per me c'è anche che molti non hanno letto il lavoro di Le Fanu, quindi farci la commercialata è più difficile :(
    Non so se l'hai già letto, ma c'è anche Il Seme del Male della Harris che se non è un retelling di Carmilla ne è - quantomeno - molto ispirato (stando alla quarta di copertina almeno), ma è un'opera prima e non l'ho ancora letto: non so effettivamente come stia messo :/

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    1. Sono andata poco fa a cercarmi la trama, ed effettivamente pare parecchio interessante: qua mi sa che urge un ordine su amazon, questo libro mi era completamente sfuggito... e dire che è pure uscito in italiano! *____*
      Grazie per la segnalazione! <3
      Poi chiaramente ti farò sapere! ;D

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  3. Quando ho iniziato a leggere ero contentissima, ma poi il mio entusiasmo è andato un po' scemando... l'idea mi piaceva (e adoro Le Fanu! *_*) ma la realizzazione non mi sembra un granché :( Penso che non partirò per andarmelo a cercare, ma se mi capitasse mai tra le mai una lettura gliela darò :)

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    1. Buona idea, Sian: magari buttati sull'ebook, se mai ti dovesse capitare... non costa molto, e secondo me questo è uno di quei libri che non è assolutamente indispensabile avere anche in cartaceo! ;)

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