giovedì 10 settembre 2015

Recensione: "I fiumi della guerra"


"Tutti gli uomini devono morire.
Prima, però, dobbiamo vivere."



Titolo originale: A Storm of Swords (parte seconda)
Autore: George R. R. Martin
Serie: Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, Vol. 6
Disponibile: in italiano, edito da Mondadori!
Trama: "Un autunno di brutali tempeste flagella città distrutte e campi devastati. Nelle terre dei fiumi, nella pericolosa regione delle paludi, ovunque nei Sette Regni dilaga la "Guerra dei Cinque Re". Robb Stark, il giovane re del Nord, pianifica un assalto per riconquistare la terra che è sempre stata della sua stirpe, mentre sua sorella Arya lotta ferocemente per la sopravvivenza. A molte leghe di distanza, invece, Jaime Lannister è costretto a fare i conti con l'atroce mutilazione inflittagli dalla barbarica compagnia di ventura dei Guitti Sanguinari. Nuovi intrighi, nuovi inganni e nuove turpitudini vengono tessuti all'ombra della Fortezza Rossa, mentre nell'estremo nord il colossale esercito del popolo libero cala verso la mastodontica Barriera di ghiaccio."
Le mie opinioni:
Nella mia inarrestabile ascesa da tartarughina, continuo a guadagnare terreno su George R.R. Martin.
Nella mia mente, la scommessa è ben chiara: riuscirò a recuperare i volumi che mi restano da leggere per rimettermi in pari, prima che lui sia in grado di pubblicare l'ultimo volume delle sue monumentali "Cronache del ghiaccio e del fuoco"?
È uno di quei rari casi, confesso, in cui preferirei di gran lunga scommettere contro di me.
Poiché mi vedo costretta a basarmi sulle statistiche, e considerando i tempi di attesa abnormi a cui Martin il Barbuto ha ormai abituato i suoi fedeli, tuttavia... direi che (purtroppo) probabilmente sono ancora io la favorita.

"I fiumi della guerra" è il secondo volumetto del tomo terzo della saga - "Tempesta di spade", per chi possedesse la nuova edizione "speciale" in volumone singolo riproposta recentemente dalla Mondadori.
Personalmente, temo di aver acquistato l'intera serie in blocco anni fa, quando potevi scegliere fra la possibilità di collezionare millemila libricini con un nugolo di crociati più o meno assediati dalla neve in copertina, o rassegnarti a non scoprire mai cosa fosse quel gran trambusto di chiacchiere ed esaltazione che aleggia intorno a questa saga.

"I fiumi della guerra" è dunque un libro "di intermezzo", che riprende a narrare le conseguenze della sconfitta di Stannis Baratheon ad Approdo del Re, concentrandosi (paradossalmente) meno sulle sequenze di battaglia rispetto ai libri precedenti, dal momento che i vari eserciti coinvolti nel Gioco del Trono sembrano conoscere una tesa e instabile tregua di cristallo.
Il maggior numero di capitoli presenta il punto di vista di Arya, subito seguita da Jon e Davos.
Fingerò di non aver sentito la mancanza dei POV di Daenerys e di Jaime, che vantano un solo capitolo a testa (anche se si è trattato senz'altro dei due personaggi che mi hanno arrecato maggiore esaltazione ed emozione durante la lettura), per concentrarmi invece sul tratto di storia abbracciato dall'arco vitale di questi protagonisti privilegiati.

La psicologia di Arya, per cominciare, continua a evolvere, e si fa sempre più oscura e interessante.
In questi capitoli centrali la vediamo interagire con il Mastino, Sandor Clegan in persona, l'anti-cavaliere per eccellenza. Un personaggio violento e sboccato che la piccola Stark sente di odiare (a buon ragione) dal profondo del cuore, ma che io non riesco a fare a meno di ammirare, per diverse ragioni.
Tanto per cominciare, è proprio Sandor a farsi portavoce, insieme a Jaime, di parecchi pensieri "scomodi", che transitano anche nella mia testa.
Considerazioni ciniche e amareggiate a proposito del cosiddetto «onore» dei grandi cavalieri del Reame e dell'operato di Robert Baratheon, uno che in pratica ha usurpato il trono a un re folle e sanguinario per il puro gusto della conquista, salvo poi abbandonarlo alla mercé dei leoni e dei corvi.
Se non l'avesse fatto, che cosa sarebbe accaduto?
Alla morte di Aerys il regno sarebbe passato a Rhaegar, e probabilmente il continente occidentale avrebbe conosciuto altri cinquant'anni di pace.
E poi, il Mastino si ripromette solennemente di assassinare quella bestia di suo fratello Gregor, che non fa mai male... altro punto a suo favore!

A proposito di Rhaegar, devo dire di essere sempre più affascinata dalla sua figura.
La malinconia che traspare dai ricordi degli altri fa pensare a un principe tragico, fin troppo consapevole della fine imminente.
Il che mi induce a chiedermi, a volte... è possibile che Rhaegar abbia perso sulla Forca del Tridente di proposito?
O, se non consapevolmente, che si sia almeno arreso dentro, molto tempo prima di perdere la vita per mano di Robert?
In ogni caso, sono sempre più convinta che Rhaegar non abbia fatto del male a Lyanna.

Parlare di Lyanna mi fa pensare a Jon (chissà come mai).
Confesso di aver trovato i suoi "magic moments" nel cuore dell'accampamento dei bruti particolarmente ostici da sopportare.
Alcune conversazioni con Ygritte sono interessanti, non lo metto in dubbio (le citazioni memorabili sono quasi tutte farina del sacco della "fortunata" fanciulla baciata dal fuoco...), e il dilemma morale di Jon angosciante quanto basta a tenere viva l'attenzione.
Ho provato comunque un certo sollievo,quando le cose hanno cominciato a prendere una piega diversa.

Per quanto riguarda l'Isola della Roccia del Drago, invece, devo ammettere di non essere una grande fan del POV del Cavaliere della Cipolla... in compenso, apprezzo Stannis e sono stregata da quella fiammeggiante creatura diabolica di nome Melisandre.
Anche perché è proprio lei, insieme a Thoros il Prete Rosso e al redivivo Dondarrion, a portare una sana e fresca ventata di "vero" fantasy all'interno della narrazione, in questo volume.

Ne "I fiumi della guerra", Martin comincia, secondo me, a dare sfoggio di quelle tecniche narrative annacqua-brodo per cui è già diventato famoso in tutto il mondo.
La sua prosa è sempre affilata, efficacie e interessante, per carità, non fraintendetemi; la trama generale sta tuttavia cominciando a sfilacciarsi, in maniera sempre più percettibile e insidiosa.
Anziché districare nodi e sciogliere dubbi, l'autore allarga gli orizzonti, include nuovi punti di vista, si concede  ampie dissertazioni. Nulla di male in questo, in linea del tutto teorica.
E io non ho provato noia nel corso della lettura... non ancora.
Ma mi auguro di tutto cuore che l'impazienza non abbia a tramutarsi in esasperazione, e da lì in insofferenza e irritazione, a lungo andare.

Si proseguirà, a breve, con "Il portale delle tenebre"... state pur certi che vi terrò aggiornati! ;D

Giudizio personale: 8.4/10



7 commenti:

  1. Io ho sempre più voglia di ricominciare a leggere questa serie dall'inizio *_* Quando mi piace **

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    1. Ti capisco, Aenor! Fin qui, sono riuscita a "dosarmela" per bene... però credo che "Il portale delle tenebre" non tarderà tanto a entrare nella cerchia delle mie letture correnti! :P

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  2. Sia detto in confidenza... spero anch'io di perdere la gara, e al più presto! :P
    Quanto vorrei non aver preso i volumetti, e aspettato l'uscita dei volumoni: più che avere l'impressione di leggere un romanzo, talvolta mi prende la sensazione di stare mangiando uno spezzatino di capitoli! XD
    Ad ogni modo, immagino che mi basterà ravvicinare la lettura dei vari tomi, per riuscire a ovviare all'inconveniente! ;D

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  3. Quando attaccavo a leggere Martin non c'era verso di smettere.
    Vivevo praticamente in simbiosi con quei libri.
    Io ho scelto di fermarmi con Il Banchetto Dei Corvi, ma presto o tardi mi rimetterò in pari con la saga, sperando che Martin nel frattempo si decida a fare uscire il prossimo tomone.

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    1. Spero anch'io! Anche se sono abbastanza indietro, tutto considerato, non vedo l'ora di scoprire che il volume finale della serie è stato pubblicato e che si conosce con esattezza il destino di ogni singolo personaggio! ;)

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  4. La citazione con cui hai iniziato la recensione mi piace tantissimo! *_*
    Io non sono una fan di Martin, ci ho provato ma è più forte di me, però sono davvero contenta che ti sia piaciuto! :)

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    1. Ti posso capire, perchè all'inizio ci ho messo un pò anch'io, prima di riuscire ad appassionarmi. Martin è indubbiamente un grande scrittore di fantasy... fantasy molto particolare e anticonvenzionale però, nel bene e nel male! ;D

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