giovedì 11 febbraio 2016

Recensione: "Masque of the Read Death"






Titolo: Masque of the Red Death
Autrice: Bethany Griffin
Serie: Masque of the Red Death, Vol. 1
Disponibile: in inglese!
Trama:
"Tutto è in rovina.
Una piaga devastante ha decimato la popolazione, e coloro che sono rimasti vivono nella paura del contagio, mentre la città crolla intorno a loro.
Perciò, per cosa dovrebbe vivere Araby?
Le notti al Debauchery Club, i magnifici vestiti, il trucco scintillante... i modi allettanti per dimenticare ogni cosa.
Ma nelle profondità del club - nelle profondità della propria disperazione - Araby troverà più dell'oblio. 
Troverà Will, affascinante addetto alla sicurezza del club, e Elliott, il perfido e sveglio aristocratico. Nessuno dei due è quello che sembra. Ed entrambi hanno dei segreti. Tutti ne hanno.
E Araby potrebbe improvvisamente scoprire di avere non soltanto qualcosa per cui vivere, ma addirittura qualcosa per cui lottare - a qualsiasi costo."
Le mie opinioni:
Nell'arco di questi ultimi mesi, ho notato, la lettura di YA mi sta dando poche soddisfazioni.
Sarà stato questo a spingermi a coltivare basse aspettative nei confronti di "Mask of the Red Death", benché l'idea alla base del romanzo gotico/distopico di Bethany Griffin fosse di quelle golose, che ti fanno salire l'acquolina in bocca al solo pensiero: scrivere un retelling del famosissimo (e splendido) racconto di Edgar Allan Poe, "La Mascherata della Morte Rossa".

Nessuno ci aveva ancora pensato, credo. Magari perché il classico di Poe è uno dei preferiti del grande pubblico di ogni dove; forse a causa dell'enorme difficoltà insita nella missione.
Da questo punto di vista, ammetto di essere rimasta piacevolmente sorpresa.
La Griffin ha lavorato sorprendentemente bene, con impegno e diligenza, consegnandoci il ritratto di un'ambientazione affascinante quanto decadente, morbosa e oscura, e introducendo una manica di personaggi abbastanza gradevoli e privi di quella patina di prevedibile banalità che ormai siamo soliti aspettarci da opere di questo genere.
Araby, dal canto suo, risulta essere una protagonista abbastanza convincente. Non indimenticabile, certo, ma per lo meno titolare di una voce narrante in grado di catturare e catalizzare quanto basta l'attenzione del lettore.
Per di più va incontro a una credibile trasformazione nel corso del libro: non proprio una metamorfosi, dal momento che la sua interpretazione di ragazzina dissoluta e viziosa non regge neanche per un secondo, a mio avviso, quanto un timido e costante processo che le permette di venir fuor dal guscio, di prendere lentamente coscienza di se stessa e del mondo che la circonda.

In realtà nessuno dei personaggi è un campione di spessore psicologico; c'è da sottolineare però che non si può affermare neanche il contrario.
Personalmente, ho apprezzato soprattutto le personalità di April e di Eliott; due personaggi che cominciano incarnando un mucchio di stereotipi, ma che si rivelano invece assai più complessi e interessanti di quanto inizialmente sembrasse.
La Griffin, secondo me, è inoltre riuscita a raggiungere una buona posizione di equilibrio fra la componente d'azione e quella "romance", sentimentale e tipicamente YA della faccenda.
La sua eroina non si fa mancare momenti di palpabile indecisione fra i due “maschi alfa di turno”, è chiaro (la legge del triangolo non perdona!); eppure il compromesso raggiunto dalla scrittrice fa sì che questo risvolto romantico non vada mai a discapito della trama o dello sviluppo della desolata, inquietante ambientazione.
Sicuramente da provare, insomma, se amate i racconti di Poe, le ambientazioni cupe e le storie dall'intreccio semplice e ricco di eventi, che non lesina sequenze al cardiopalma né inaspettati colpi di scena! :)

Giudizio personale: 7.5/10

Girl Power:



4 commenti:

  1. Non sembra male, e Poe non è un'autore che rientra spesso nel genere retelling. Angoscia e disagio suppongo non siano all'altezza dell'originale (parliamo di Poe), ma ci sono lo stesso o l'autrice ha preferito concentrarsi su altri aspetti?

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    1. Direi che ci sono comunque, soprattutto nella seconda metà del libro: per essere uno YA, l'autrice non è una che smorza troppo il tono (il contagio non è solo letale, è rivoltante, e sottrae l'umanità alle sue vittime nella maniera più violenta e degradante...), e in un paio di punti confesso di aver sentito un accenno di morso nello stomaco, un assaggio della disperazione e della sensazione di "tutto-intorno-a-me-sta-per-crollare-e-finire" provati dalla protagonista...
      Chiaramente, niente di neanche lontanamente paragonabile all'originale, si intende... ma quello, in fondo, ce lo aspettavamo! ^____^

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  2. Sono contenta che ti sia piaciuto :) A me aveva lasciato abbastanza indifferente: nel senso che la lettura di per sé era stata abbastanza piacevole, ma avrei preferito qualche rimando di più alla storia di Poe e non mi aveva trasmesso granché, ma era stata comunque una lettura carina :)

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    1. La seconda metà, devo dire, mi ha preso di più... al punto da farmi restare piacevolmente sorpresa! :)
      Spero che l'autrice non si bruci tutto nel finale! :P

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