martedì 23 maggio 2017

Recensione: “Split” di M. Night Shyamalan (film)

Con ogni probabilità, “Split” è il film più adrenalinico, serrato, caotico, delirante e strampalato che M. Night Shyamalan, già regista dell’irresistibile “The Visit, abbia mai girato.

Non posso affermare, in tutta coscienza, di averlo amato – alcuni elementi, riconducibili per lo più alla sbilanciata sceneggiatura, mi hanno profondamente irritato – ma sono anche riuscita a trovarci qualcosa di buono.
Se volete saperne di più, continuate a leggere la recensione oltre il salto! ;D


Split - poster - recensione - film - 2017

Titolo originale: Split
Regia: M. Night Shyamalan
Cast: James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Betty Buckley, Haley Lu Richardson, Jessica Sula
Anno: 2016
Puoi acquistarlo in DVD o Blu-Ray


Girl Power:


La trama di “Split”:

“Anche se Kevin (James McAvoy) ha mostrato ben 23 personalità alla sua psichiatra di fiducia, la dottoressa Fletcher (Betty Buckley), ne rimane ancora una nascosta, in attesa di materializzarsi e dominare tutte le altre. Dopo aver rapito tre ragazze adolescenti guidate da Casey (Anya Taylor-Joy), ragazza molto attenta ed ostinata, nasce una guerra per la sopravvivenza, sia nella mente di Kevin – tra tutte le personalità che convivono in lui – che intorno a lui, mentre le barriere delle le sue varie personalità cominciano ad andare in frantumi.”


 
Partirò da una premessa di carattere generale: se c’è una cosa di cui Shyamalan può indubbiamente vantarsi, è di aver scelto bene il cast del suo film.
L’interpretazione di James McAvoy (“X-Men: Apocalisse”), nel ruolo del folle affetto da 23 identità diverse e contrastanti, si è rivelata infinitamente al di sopra delle mie aspettative. Senza il suo fondamentale contributo, un personaggio complesso e poliedrico come quello dell’enigmatico Kevin Wendell Crumb, il protagonista/super-villain di “Split”, non avrebbe praticamente avuto alcun senso di esistere.
McAvoy, testa rasata e sguardo vispo, un viso nudo, franco, completamente esposto, forse perfino vulnerabile, in questo film ha osato giocarsi il tutto per tutto… ed appare chiaro, fin dal principio, che la sua era una scommessa destinata a concludersi con un trionfo pieno e inequivocabile.

La giovanissima Anya Taylor-Joy (“The Witch”), dal canto suo, si è dimostrata una piacevolissima conferma. Nell’arco degli ultimi mesi, l’ho vista recitare (magnificamente) in film completamente diversi fra loro; una tripletta di titoli che, oltretutto, aspiravano a coinvolgere fasce di pubblico quasi diametralmente opposte: il romantico “Barry”, lo pseudo-fantascientifico “Morgan”, e l’inquietante dramma familiare in salsa horror “The Witch”.
Split” ha rappresentato, per la Taylor-Joy, una sorta di gradito “ritorno alle origini”; e dev’essere stato confortante, per Shyamalan, rendersi conto che la neonata stellina hollywoodiana avrebbe continuato a sostenere il personaggio di Casey con tutte le forze e la vitale energia creativa ispirata dal suo indubbio talento, anche parecchio tempo dopo che la sceneggiatura avesse finito con il voltarle le spalle.

Perché sì, “Split” può essere definito in molti modi; dal punto di vista dell’intrattenimento nudo e crudo, è un thriller spigliato, ironico, assurdo, pronto a strizzare continuamente l’occhio del mondo del fumetto e delle graphic novel.
La prima parte funziona a meraviglia: il film di Shyamalan non perde tempo in inutili preamboli e ci scaraventa direttamente al centro dell’azione, nel cuore di un brutale rapimento orchestrato da un pazzo. Nel corso della pellicola, una serie di lungimiranti flashback provvederà a gettare un alone di luce su alcuni particolari punti oscuri relativi al background dei due protagonisti.
Non appena la prospettiva di un avvincente conflitto inizia a farsi inevitabile, sentiamo la curiosità salire letteralmente alle stelle: riuscirà la ragazza ferita, la ragazza spezzata, a trovare un modo (e una ragione) per sopravvivere e opporsi ai viscidi capricci di un mentecatto estremamente furbo, diabolicamente malvagio, assurdamente invulnerabile come Crumbs?

Peccato che, da un certo momento in avanti, il regista/sceneggiatore commetterà il più fatale degli errori, innamorandosi perdutamente del proprio villain e perdendo di vista – completamente – qualsiasi storyline non sia direttamente collegata alle sue deliranti gesta.
Molti critici hanno descritto “Split” come “una storia d’origine”, lo spasmodico tentativo di tracciare la genesi di un “cattivo” memorabile e interessante, degno delle attenzioni del grande pubblico.
Personalmente, non mi sentirei di concordare con nessuno di questi due aggettivi; eppure McAvoy è talmente in gamba da riuscire a catalizzare completamente l’attenzione del pubblico, trasformando un personaggio balzano e puerile come Crumbs in un antagonista magnetico, esilarante, divertente, forse addirittura entusiasmante.

Se solo Shyamalan fosse riuscito a trattenersi dal tirare in ballo questioni scottanti, tematiche delicati e laceranti come quelle nascoste al cuore di “Split”, solo per rischiare di sbertucciarle e ammantarle di ridicolo… Limitiamoci a dire che sarebbe stata, da parte sua, una grande dimostrazione di maturità e buon senso, ecco.
Per non parlare del finale del film, a mio avviso deludente e intriso di un autocompiacimento abbastanza spiccato da risultare fastidioso.
Strappare il testimone dalle mani di Casey, per passarlo a… qualcun altro, sul finire di “Split”, autorizzando così un improbabile e quanto mai inatteso cross-over, mi è parsa una scelta veramente azzardata.
Ci sarà un sequel, d’accordo… ma non basta neanche questo a giustificare, a mio avviso, la frustrante assenza di catarsi e il pessimo tempismo del montaggio.
 
Giudizio personale: 6.5/10

 


3 commenti:

  1. Ciao!!!:)
    Ho intenzione di vedere questo film, solo che temo che possa essere troppo inquietante per i miei gusti ahahahah però James McAvoy é sicuramente un attore coi fiocchi. Prima o poi prenderó coraggio e lo vedrò :)

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    Risposte
    1. Non è affatto spaventoso, ti assicuro! ^^
      Magari, lo definirei appena un po' "brividoso", ecco... ma gran parte della tensione è di stampo psicologico, per cui niente splatter, niente salti sulla sedia e niente scossoni! ;D

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  2. il film l'ho visto attratta da un trailer che mi aveva incuriosita, nonchè dal fatto della personalità multipla, disturbo sicuramente affascinante ed inquietante insieme.
    effettivamente, mi aspettavo di più, c'è poca tensione.
    So che il libro cui si ispira è di gran lunga meglio, quindi credo che prima o poi lo leggerò :-D
    Non sapevo del sequel, ma nn so onestamente si mi lascerò tentare -_-'

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