Titolo: The Tiger’s Daughter
Autrice: K Arsenault Rivera
Serie: Their Bright Ascendancy, Vol. 1
Disponibile: in inglese
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Girl Power:
La trama:
“L’Impero Hokkaran è riuscito a conquistare ogni singola
terra su cui è riuscito a posare lo sguardo– ma non si è accorto dell’oscurità
incombente che sta iniziando a mettere le radici nel cuore delle persone. A
poco a poco, infatti, i muri di confine iniziano a crollare, e interi villaggi
cadono preda dei demoni che infestano le foreste.
Lontano, nelle steppe d’argento, le tribù superstiti dei
nomadi Qorin decidono di ritirarsi e proteggere la loro gente, dopo essere
riusciti a stipulare un’incerta tregua con l’Impero. Toccherà a due giovani
guerriere, allevate insieme lungo i confini fin dallo loro nascita profetizzata,
il compito di salvare il mondo dalle mire dei demoni distruttori.
Questa è la storia dell’infame guerriera Qorin Barsalayaa
Shefali, della divina e arrogante Imperatrice O Shizuka, e di un potere malvagio
che proverà a estendersi attraverso il tempo e lo spazio, pur di spargere la
sua rovina nel mondo….”
“The Tiger's Daughter” è un libro fantasy scritto dall’autrice
americana K Arsenault Rivera. Si tratta di
un romanzo d’esordio, una “prima
prova” abbastanza valida e convincente, seppure appesantita da una serie di
difetti e vistose pecche stilistiche che andremo presto a esaminare nel
dettaglio.
Dovete
sapere, innanzitutto, che “The Tiger’s
Daughter” è stato pubblicizzato oltreoceano veramente bene; soprattutto per
essere un “romanzone” epico di 500 pagine e passa, rivolto a un pubblico di lettori adulti e incentrato sulla
travagliata e passionale storia d’amore
fra due impavide e coraggiose donne-guerriere.
Famosissime autrici del calibro di Jacqueline Carey, V E Schwab e Seanan McGuire
hanno riversato fiumi e fiumi di incoraggianti parole al miele in favore di
questo libro; la splendida immagine di copertina
è stata realizzata da Jaime Jones, uno degli illustratori legati al leggendario
gioco di carte “Magic: The Gathering”.
Non è mancata neanche, da parte dei lettori americani, qualche piccola polemica relativa all’ambientazione
e al linguaggio utilizzato all’interno del libro: nello specifico, diverse
persone di origine asiatica hanno dichiarato di essersi sentite offese dallo
straordinario e completamente arbitrario “mash-up” messo in atto dalla Rivera
(per realizzare il suo elaboratissimo e affascinante setting, l’autrice ha infatti attinto a piene mani dal
ricco patrimonio culturale e folcloristico di Cina, Giappone e Mongolia,
mixando il tutto a piacimento con parti inaccurate o completamente di sua invenzione…),
nonché da alcuni epiteti e descrizioni apparentemente irrispettosi racchiusi
all’interno della trama.
Ora… Non
posso evidentemente parlare con grande cognizione di causa, a proposito di
questo argomento; l’unica cosa che mi sento di assicurarvi è che – pur prestando
particolare attenzione a questo aspetto, durante la lettura – non sono stata in
grado di riscontrare elementi che mi abbiano suggerito, anche solo nel modo più
vago, l’intenzione di ferire consapevolmente i sentimenti o l’orgoglio nazionale di
chicchessia. Anzi: a mio avviso, ogni singola pagina di “The Tiger's Daughter” lascia trasparire un profondo e reverenziale
amore nei confronti della cultura
asiatica e, anche volendo applicarmi nell’impresa con tutta la buona
volontà del mondo, non sarei proprio capace di indicarvi un passaggio
particolarmente indelicato o controverso.
Conclusa
questa piccola premessa, senz’altro di carattere puramente soggettivo, torniamo
pure a concentrarci su quelle che reputo essere le caratteristiche principali del libro.
La storia dell’ombrosa cacciatrice Shefali e dell’arrogante principessa
ereditaria Shizuka inizia quando le
nostre due protagoniste sono ancora bambine. Il loro primo incontro può essere descritto solo come “epico”, “leggendario” e “inevitabile”;
un po’ le stesse parole che mi sentirei di usare per cercare di darvi un’idea
di quella che diventerà in
futuro la loro relazione, un legame puro e invincibile predetto dalle stelle e –
in un certo senso – predeterminato dal fato prima ancora della loro nascita.
Se credete
ciecamente nel destino, e nascondete
dentro di voi un animo particolarmente romantico,
sono sicura che non potrete fare a meno di affezionarvi e parteggiare
spudoratamente per queste due giovani innamorate. I toni della Rivera, vi
avverto, tendono ad assumere una
tonalità melodrammatica e altisonante
più spesso che no: qualche volta i dialoghi si rivelano teneri, dolcissimi e
commoventi; in altre occasioni, semplicemente stucchevoli, sciocchi e
ridondanti. In ogni caso, la componente “romance”
rappresenta senz’altro l’elemento più solido, emozionante e coinvolgente di “The Tiger's Daughter”; l’autentico
fulcro del racconto, per così dire, il
motore che spinge avanti la trama e ne giustifica l’esistenza. I caratteri
opposti/complementari delle due protagoniste vengono resi con estrema dovizia
di particolari, e l’autrice riesce senz’altro a comunicare al lettore un’idea
molto accurata del loro stato d’animo, della loro personalità, delle loro virtù
e dei loro difetti.
“The Tiger's Daughter” è un libro che
riesce a brillare, a mio avviso, anche dal punto di vista dell’ambientazione e
dei personaggi secondari positivi. I
“cattivi”, purtroppo, rappresentano tutto un altro paio di maniche, e non
possono essere considerati neanche lontanamente interessanti come Otgar, Izuki,
Shizuru o Alshara… Con l’unica eccezione, forse, di un certo demone senza nome che, a un certo punto della storia, prende
a perseguitare Shefali in maniera sempre più incalzante e spietata.
Ad ogni
modo, l’inesperienza della Rivera prende a giocare un ruolo piuttosto
determinante, secondo me, soprattutto dal punto di vista del ritmo del romanzo e della costruzione dell’intreccio. Fra i primi
capitoli di “The Tiger's Daughter” e
il resto del testo si verifica uno squilibrio di tensione enorme; a lungo andare, la trama tende a concentrarsi
esclusivamente sulla lunga serie di ostacoli che l’amore immortale di Shefali per Shizuka (e viceversa) dovrà
superare per poter prosperare e dare i suoi frutti… Il problema è che nessuna
di queste minacce si rivela anche solo remotamente in grado di darci a
intendere che riuscirà veramente a
separare le due amanti, innescando così nel lettore una costante sensazione di
ripetitività, noia e frustrazione.
Anche l'estrema prevedibilità dei combattimenti risulta
abbastanza spiccata da creare un cocente senso di sconcerto e delusione, comunque. Non posso parlare per gli altri lettori,
ovvio, ma, dal canto mio, posso assicurarvi che sono sempre stata in grado di
prevedere dove intendesse a parare la Rivera inserendo questo o quell’altro inatteso
“colpo di scena”, di solito con almeno venti o trenta pagine di anticipo.
“The Tiger's Daughter”, in ogni caso,
introduce una serie di libri
chiamata “Their Bright Ascendency”. Leggerò
il prossimo volume senza ombra di dubbio, un po’ perché sono curiosa di scoprire
gli eventuali progressi dell’autrice, e un po’ perché – diciamocelo –Shizuka e
Shefali, insieme, sono abbastanza pucciose e tenerelle da riuscire a far
sciogliere anche il cuore di pietra di una cinica zitellona incallita come me…
Sta’ di fatto che, in questo caso particolare, consiglio la lettura del primo
libro soltanto agli/alle amanti del genere romance, e non ai patiti del
fantasy, in generale. Da questo punto di vista, forse, “The Tiger's Daughter” tenderà a rappresentare un po’ la mia
eccezione: tutt’altro che impeccabile, tutt’altro che avvincente, tutt’altro che
sanguinoso o denso di azione, magia e mistero… eppure, per qualche oscura
ragione, confesso che alla fine un po’ è riuscito a piacermi lo stesso! XD
Giudizio personale:
6.5/10
6.5/10
Questo libro mi ispira parecchio ma ho paura che sia uno di quei mattoni che non riesci a finire e finiscono dentro qualche scatola ad ammufire
RispondiEliminaPenso sia possibile, anche se a me è piaciuto: probabilmente, se non fossi stata tanto coinvolta dai personaggi e dall'elemento "romance", sarei stata la prima ad abbandonare la lettura a un terzo dalla fine... XD
EliminaCiao Sophie! ;)
RispondiEliminaScusami per il disturbo: ti ho nominato per il Very Pop Blog (http://storiesbooksandmovies.blogspot.it/2017/10/very-pop-blog-i-miei-anni-90.html).
Buon weekend,
Fede.
Hello, Fede! ^____^
EliminaDavvero? Wow, che carinooooooo.... adesso corro a sbirciare! Grazie mille!!!! <3
Questo sembra proprio il tipo di romance melodrammatico che posso amare oppure odiare, dipende da come è scritto. Non mi resta che provare, immagino.
RispondiEliminaAvevo sentito parlare anche io della controversia, ma c'è una quantità enorme di fantasy che si ispira ad altre culture con ricerca approssimativa, questo non è affatto un caso unico (certo, può essere irritante quando la cultura è la tua; c'è un motivo per cui esito sempre a provare i libri ambientati in Italia scritti da Americani...). Ma alcuni di questi libri diventano controversi e altri no, abbastanza a caso.
Assolutamente vero: sto pensando, ad esempio, a "Il Pipistrello" di Jo Nesbo... Non è un fantasy, ma, personalmente, l'ho trovato talmente grossolano e offensivo nei confronti del popolo aborigeno australiano, da far venire l'orticaria diffusa per tutto il corpo! Eppure, nonostante la popolarità e il successo dell'autore, nessuno che abbia pensato di sollevare un polverone... Che strano!
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