venerdì 5 ottobre 2018

Wynonna Earp - Stagione 3





Se a partire da domani, per decreto galattico imperiale universale, venisse imposta la cancellazione immediata di tutte le serie televisive terrestri tranne tre, non avrei alcun dubbio sulla terzina di titoli che salverei: “Orange is The New Black”, “Giorno per Giorno”, e “Wynonna Earp”. 
Senza “ma”, senza “se” e senza “forse”.

Vi faccio questa fondamentale premessa, perché ci tengo a mettere subito in chiaro una cosa: sotto tanti punti di vista, “Wynonna Earp” sarà anche una cavolata pazzesca, ma nel tempo ho imparato ad affezionarmi visceralmente ai suoi personaggi e alla sua ridicola “mitologia” demoniaca di chiara derivazione buffyniana. 
Il vasto mondo là fuori sarà anche pieno di telefilm più strutturati, elaborati e sofisticati di questo, ma sapete che cosa vi dico? In quest’occasione specifica, sarò onesta e vi confesserò la spudorata verità: prendete tutte queste bellissime, patinate e avvincenti serie tv tipo “Game of Thrones”, “The Man in The High Castle” e “Stranger Things”, e buttatele pure nel focolare del caminetto di casa vostra, se proprio dovete; l’importante, è che vi guardiate bene dal toccare la mia Wynonna, la mia Waverly e la mia Nicole! XD

Tutto questo delirio da fangirl esagitata solo per vuotare il sacco e ammetterlo a chiare lettere: "Buongiorno a tutti, mi chiamo Sophie e sono una Earper sfegatata!"
Il che vuol dire che , la terza stagione del ridicolissimo show di Emily Andras sarà anche stata piena di contraddizioni, effetti speciali imbarazzanti, episodi filler pieni di fanservice e super-trashate che spuntavano fuori come coloratissimi funghi allucinogeni un po’ da tutte le parti... ma, in fondo, chi se ne frega? Per quanto mi riguarda, la cosa non ha fatto la benché minima differenza. Anzi: sotto tanti aspetti, è stata proprio questa vulcanica e incontenibile batteria di difetti e idiozie assortite a farmi amare la serie ogni settimana un pochino di più.

Alcuni episodi mi hanno fatto ridere un po’ più forte, più a lungo e con maggiore convinzione di altri, questo è vero. Nel complesso avrei apprezzato un po’ più di coerenza, soprattutto da parte degli sceneggiatori e dei responsabili del montaggio, e non sono nemmeno sicura di essere rimasta del tutto soddisfatta dal modo in cui sono stati gestiti gli archi narrativi di Dolls e di Doc. Ma potrei citare almeno sette o otto puntate (su dodici) talmente deliziosamente eccentriche da essere riuscite a trasformare il nonsense più sfrenato in un concentrato di puro e irresistibile divertimento; scusate se è poco, in un’epoca televisiva in cui mi tocca abbandonare il 75% delle serie iniziate a causa dell’insostenibile fattore noia.

La recitazione di Melanie Scrofano ha compiuto dei passi da gigante, nel corso di questa terza stagione. Oddio, ancora nessuno la prenderà in considerazione per un premio Emmy, questo è poco ma sicuro, ma a parer mio la ragazza sta cominciando davvero a entrare in sintonia con il suo personaggio. Per di più i dialoghi della serie sono sempre stati ironici, freschi e divertenti, ma quest’anno le battute di Wynonna (e non solo) hanno fatto faville, per quanto mi riguarda. Troppo contenta anche per il trionfale ritorno in scena di Mercedes, la più irriverente e convincente “mean girl” del piccolo schermo dai tempi dell’inimitabile Cordelia Chase o giù di lì.

Il gran villain di questa stagione, l’ex sceriffo Clootie (alias Bulshar in persona), viceversa, ha iniziato a rompermi un pochino le scatole. Spero che la quarta stagione non si concentri esclusivamente su di lui, e che tutta questa storia del Giardino Perduto possa risolversi senza troppi danni per nessuno dei miei beniamini…

Che altro posso dirvi?
Per me quello con “Wynonna Earp” (l’unica serie televisiva al mondo a essersi rivelata talmente gay-friendly da aver annichilito l’odioso stereotipo del "bury your gays" dando vita a una coppia di lesbiche e a un ragazzo indiano gay praticamente a prova di proiettili, coltelli, sortilegi, oscure possessioni demoniache e via discorrendo…) si è confermato, ancora una volta, come uno dei pochissimi appuntamenti televisivi irrinunciabili dell’anno.

Ma vi ricordo che il mio giudizio è compromesso, oggi come sempre, dal fatto di essere follemente innamorata di questi personaggi, del loro umorismo demenziale, e dello splendido messaggio di accettazione e rispetto di cui quasi ogni singolo episodio sembra farsi portavoce…

In estrema sintesi: La terza stagione di “Wynonna Earp” sfreccia sui binari della demenzialità e del nonsense più sfrenato come un’inarrestabile locomotiva affollata di nani da giardino assassini, patate demoniache, vampiri glamour e strane donne magiche di nome Kevin. Se non amate questa roba, state lontani da questa serie come il diavolo dall’acqua santa; in caso contrario… tenetevi forte, e preparatevi a compiere il viaggio più esilarante, sconclusionato, ironico e sboccato della storia dell’urban fantasy!







2 commenti:

  1. Sono una brutta persona, ma di questa serie ho visto solo il primo episodio e poi l'ho mollata. >_<

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    1. Ahaha ma no, Giada ma no! ;D
      Come dicevo, questa non è proprio una serie di qualità, ehm... diciamo "altissima"! XD
      Quindi ci sta benissimo il fatto che o la si ami profondamente, o la si detesti con tutto il cuore! ^____^

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